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Elezioni Politiche, un lettore scrive al “quasi” PD

bandiera pd


Da un lettore, riceviamo e volentieri pubblichiamo una riflessione sul Partito Democratico nel dopo-elezioni, con un’occhiata alla situazione locale del partito.

 

Questo intervento potrebbe avere un titolo: lettera al quasi PD.

Quasi perché parliamo di un partito che non ha saputo radicarsi nel tessuto italiano/cittadino ed ha ormai intaccato le sue “riserve”, i risparmi che rappresentavano il suo “zoccolo duro”.

Sarebbe bello intavolare una discussione per capirne i motivi. Provo ad iniziarla.

Comincerei dalla fine e dal “basso” caro Surico. E la “fine” recita: Nicola Surico, reggente PD Cassano (niente di personale naturalmente).

Credo fosse il 2010 l’anno delle dimissioni dalla segreteria di Tassielli e da allora, incredibilmente, il partito non ha saputo/voluto convocare un congresso cittadino per l’elezione del nuovo segretario! La cosa non dovrebbe fare piacere nemmeno a te: un reggente è un “mezzo” segretario, impossibilitato ad andare oltre la gestione ordinaria.

A questo si aggiunge che nella nostra cittadina le tracce del partito si sono tanto assottigliate da risultare invisibili. Non possono bastare tre comunicati stampa all’anno e la cronaca che ci perviene dai redattori dei giornali locali per testimoniare la sua presenza più o meno puntuale ai Consigli Comunali. Una assoluta incapacità di comunicare! Almeno qualche intervista sui temi attuali, tanto per battere un segno potrebbe essere gradita.

Un vero peccato questo, ma ci tornerò dopo.

Un tantino più su, a livello provinciale, abbiamo un segretario. Sfido il 99 per cento dei lettori a dirmi il nome. Una gestione frettolosa la sua, incentrata tutta sulla sua persona e alla sua scalata al potere. Peccato avesse già festeggiato per la nomina a Senatore della Repubblica, forse con largo anticipo. Il sogno si è interrotto bruscamente.

A livello regionale stendiamo un velo pietoso: oltre a non sapere chi sia il segretario, i lettori non ricordano un solo suo intervento nel dibattito politico. Sapete perché? Per il semplice fatto che non ci sono, non pervenuti. Una gestione talmente scialba del Partito da annoiare finanche se stesso. Avrebbe dovuto dimettersi da tempo, ma i giochi correntizi lo lasciano in vita, credendo che tanto danni non ne può fare. Purtroppo è vero il contrario, tanto che la Puglia è la regione che in Italia ha più rapidamente e maggiormente sperperato il suo patrimonio elettorale.

Un partito non nato che dal suo esordio ha preferito giocare in difesa, guardingo verso le novità e, ovviamente, totalmente incapace di interpretarle. Non lamentiamoci poi se arriva Grillo e fa man bassa di consensi: siamo tanto esposti e fragili da non poterlo impedire. Anzi! Ci è andata ancora bene date le premesse! Abbiamo, paradossalmente, tenuto.

Torniamo a noi, alla nostra Cassano.

Per quello che il PD vuole rappresentare non possiamo paragonarci al centro destra: lì ci sono logiche diverse. Grillo poi è ancora da capire alla prova dei fatti.

Da noi importante dovrebbe essere la partecipazione. Impossibile realizzarla però fino a quando si resta rintanati senza avere il coraggio di guardare fuori. Non capisco i timori.

C’è una lezione importante che ci viene dal neonato movimento 5 stelle: i giovani non sono antipolitici, bensì antipartitici. Cioè contro quei partiti che si celebrano con troppa autoreferenzialità e saccenza sterile, non disponibili all’ascolto. Apriamolo allora questo benedetto partito!

Nelle ultime amministrative sono stati gettati dei germi per una costruzione diversa della politica. Si erano fatte le liste dal basso, senza alcuna rendita di posizione da difendere. Ci si era aperti al confronto attraverso i forum. Una politica disposta ad ascoltare e non ad impartire lezioni. Per la prima volta ci si è presentati uniti. Abbiamo presentato un programma scritto con i nostri elettori. Cosa ne è stato? Dove sono tutte quelle cittadine e cittadini al di fuori dei canonici circuiti politici che ci avevano messo la faccia e si erano messi in gioco? Perché non è stato consentito loro di continuare un percorso? C’erano delle potenzialità interessanti in quelle persone.

A distanza di anni non è forse necessario abbattere gli steccati e riprendere un dialogo con quanti da sempre nel centro sinistra possono dare un importante contributo? Ho letto e visto dei ragazzi con una discreta esperienza alle spalle che hanno ricominciato ad interessarsi di politica, della “nostra” politica; forse è il momento di coinvolgerli attivamente nella gestione del partito.

Abbiate il coraggio e la voglia di richiamare quanti si sono allontanati da quei progetti iniziali perché possano dare un contributo al dibattito, forse a qualcuno tornerà la voglia di impegnarsi e potrà concorrere alla rinascita. Smettetela di difendere posizioni personali simil correntizie; continuando così alla fine sarete costretti a difendere voi stessi dallo specchio! Emblematico lo “spettacolo” che avete offerto nei giorni delle primarie!

Fate presto però. Tra poco non potrete più governare le novità politiche, fuori tempo massimo. Al limite riuscirete e ritagliarvi uno striminzito spazio quali gregari dei processi politici. E, come ricordavi giustamente Nicola, in gioco c’è la democrazia.

Tante sarebbero le cose da dire ancora, ma mi fermo qui, sarei altrimenti inutilmente prolisso.

Non mi firmo volutamente. La firma sarebbe fuorviante rispetto ai temi esposti. Non è importante chi lo ha scritto, ma cosa ha scritto. Mi piacerebbe leggere in proposito, oltre Surico, un contributo da parte dei Consiglieri Comunali del PD e/o di quanti professano appartenenza al CSX. Una nuova fase: un dibattito pubblico sul nostro modo di fare politica, offerto a coloro che vogliano intervenire e partecipare, che non vuole però essere e diventare un processo ad alcuno, ma solo confronto e rilancio delle idee.

Concludo con una preghiera rivolta ai tanti lettori non interessati al dibattito: se potete, evitate sterili commenti. Dobbiamo avere il coraggio di esprimere compiutamente delle opinioni e delle idee e la demonizzazione a priori non ci aiuta a crescere come cittadini e persone responsabili. Possiamo avere idee differenti, analisi diverse, ma queste non ci consentono l’offesa e la volgarità in una società civile.

 

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