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Festival Ruralità, chiusa a “Chinunno” la seconda giornata

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La Terra è un bene comune, ma sono tanti ad ignorare questo principio. Perché nel mondo le risorse naturali della terra, come l’acqua, si stanno esaurendo. “Si rischia il collasso delle civiltà come già accaduto nella storia quando, ad esempio, i primitivi si sfidavano per rubare il fuoco prima ancora di scoprire che tutti potevano però accenderlo”. Un monito, quello lanciato da Pietro Laureano presidente dell’Istituto nazionale delle conoscenze tradizionali Unesco, nella seconda giornata del Festival della ruralità organizzato dal Parco nazionale dell’Alta Murgia in collaborazione con Legambiente onlus. “Il ciclo dell’acqua – ha aggiunto Laureano – è l’esempio più eclatante del ciclo della natura a cui la stessa attività rurale si allinea ma l’uomo tende ad appropriarsene”.

Nella masseria Chinunno, ad Altamura, in mattinata i laboratori didattici con 300 studenti, poi il workshop su “Terra bene comune” con i saluti del sindaco Maria Pia Di Medio (intervenuta dopo aver partecipato a Sannicandro ai funerali della famiglia Piccolo-Chimienti), dell’assessore al Turismo del Comune di Cassano, Pierpaola Sapienza, gli interventi di Luca Colombo (Firab), Pierpaolo Pallara (Inea Puglia), Antonio Barile (giunta nazionale Cia), Maria Giovanna Turturo (Gravina Borderline) sollecitati da Daniela Sciarra (Legambiente).

Dal workshop gli spunti vanno in un’unica direzione: salvaguardare la terra, attraverso il sostegno intelligente all’agricoltura, ai suoi prodotti.

“Oggi alla terra non si dà il valore strategico che merita e l’agricoltura è considerata fattore residuale del sistema produttivo italiano”, ha detto Barile della Confederazione agricoltori che ha ricordato la petizione della Cia contro il consumo del territorio. Il Festival della ruralità in questi giorni punta ad esaltare il ruolo del territorio murgiano, della sua conservazione, dei suoi valori, degli uomini che operano per il bene della terra.

 

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