Cronaca

Assegnatario di casa popolare ma non può abitarvi

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Si definiscono meglio i contorni della vicenda dell’uomo che questa mattina ha minacciato di darsi fuoco, presso il Municipio di Cassano, nel caso in cui non gli venisse consegnato l’alloggio popolare assegnatogli otto anni fa.

Stando ad alcune testimonianze e sulla scorta di documenti, la vicenda assume i caratteri di una beffa a cui questo cittadino cassanese ha voluto sottrarsi con un gesto eclatante ma che ha tutti i caratteri della disperazione.

Egli, infatti, è assegnatario dal 2005 di una casa popolare secondo le modalità decise dallo Iacp di Bari, l’Istituto Autonomo Case Popolari che assegna le abitazioni dopo un lungo iter burocratico. Che questo cittadino cassanese ha compiuto regolarmente, arrivando fino in fondo alla trafila: qui, però, la beffa poiché le chiavi di quella casa, in zona “Sacro Cuore” a Cassano, dallo Iacp non gli sono state mai consegnate.

La casa, infatti, era occupata abusivamente da una famiglia tra i cui componenti c’era una anziana donna, molto ammalata tanto da non potersi muovere dal letto. Una situazione di grave disagio che ha commosso questo onesto e generoso cittadino cassanese il quale, vista la situazione, decise di non procedere nella pretesa dei suoi diritti.

Poco tempo dopo, però, l’anziana donna è deceduta e la casa, invece che passare a chi di diritto – dunque al protagonista della nostra storia – è rimasta nella disponibilità della famiglia che la occupava abusivamente e nella fattispecie alla figlia della anziana donna ammalata.

Un abusivismo, insomma, trasmesso per eredità.

Questa volta si rischiava che la generosità dell’uomo fosse scambiata per stupidità e dunque il cittadino cassanese ha cominciato un lungo calvario fatto di segnalazioni, viaggi allo Iacp di Bari per cercare di sbrogliare la matassa e per farsi forza del diritto della legge.

Tutto inutilmente perché mentre la sua famiglia, composta da altre 4 persone, era costretta a pagare un affitto pur avendo a disposizione un immobile dello Stato, l’altra famiglia, quella abusiva, godeva di un diritto non proprio. Senza che nessuno fosse in grado di dare risposte certe e far rispettare la legge.

Da qui il gesto disperato di questa mattina: evidentemente tutte le altre strade sono sembrate chiuse a chi ha pensato ad un gesto tanto disperato.

Ora il caso è all’attenzione del sindaco Di Medio e dei Carabinieri di Cassano affinchè possa concludersi nel migliore dei modi.

 

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