Cultura

Parlare di pedofilia per conoscerla e sconfiggerla

pedofilia 1

 

È proprio nel mese di maggio, il 5, che ricorre la Giornata nazionale contro la pedofilia e stamane a Cassano, presso il cinema Vittoria,  c’è stato chi ha voluto portare la propria personale battaglia in giro per l’Italia, attraverso la dolorosa testimonianza riportata tra le pagine di un libro.

L’iniziativa organizzata dalle psicologhe Loredana Caporusso e Rossana Putignano in collaborazione con la Pro Loco “La Murgianella”, ha visto come ospite Giuseppe Carbone, autore del libro “Paradiso – Inferno Andata e ritorno, viaggio nella pedofilia”.

pedofilia 2

Un tema tanto terribile quanto delicato e purtroppo ancora poco denunciato e considerato un tabù, che Carbone, vittima di violenze sessuali durante l’infanzia e l’adolescenza, vuole portare alla luce con coraggio e dignità, condividendo e facendo quanta più informazione possibile.

Un evento, dunque, che avrebbe meritato più attenzione da parte non solo dei cittadini, ma soprattutto delle scuole e delle associazioni, le quali, invece, sono state totalmente assenti.

È stata proprio la voce di cinque bambine del coro della scuola “Bosco sonoro”, diretta da Roberto Angiulo, che ha aperto l’incontro attraverso l’esecuzione del brano “I bambini fanno ooh” di Povia.

pedofilia 5

A seguire, il sindaco Maria Pia Di Medio è intervenuta e spinta anche dalla sua drammatica vicenda personale ha ricordato che “bisogna cogliere i segnali e stare più vicini ai propri figli, perché i bambini che subiscono violenze non parlano e hanno paura perché non conoscono”, inoltre,il sindaco ha inviato l’organizzazione a ripetere l’evento magari durante l’estate per ottenere, forse, più partecipazione da parte del pubblico.

pedofilia 3

La dott.ssa Caporusso ha introdotto il tema della pedofilia sottolineando l’importanza del ruolo dei genitori e degli insegnanti, figure che accompagnano il bambino nello sviluppo del proprio sé e ricordando quanto sia indispensabile saper osservare ed ascoltare anche il “non detto”, educare i propri figli al rispetto del sé e del proprio corpo e crescerli in un ambiente capace di renderli liberi di esprimersi.

Il geom. Domenico Leccese, presidente dell’associazione “Borgo antico Portasalza Potenza” e del progetto “Vittime Sud”, ha poi intervistato Giuseppe Carbone, attraverso una informale chiacchierata che ha attraversato i punti cruciali del dramma subito dall’autore del libro.

Un dramma che si è consumato all’età di 5 anni, a pochi metri da casa, quando Giuseppe, come ogni altro bambino, scendeva per strada per giocare con gli amichetti.

L’esca per attirare il piccolo Giuseppe è quanto mai banale: delle figurine da collezionare.

“A soli cinque anni capii cosa poteva essere la morte, negli occhi di quell’uomo vidi il demonio”, ricorda la vittima.

È all’età di 11 anni che, per la seconda volta, Giuseppe subisce una violenza. Questa volta il carnefice non è un completo sconosciuto, ma il fratello maggiore di un suo amichetto.

“Mi sono fidato perché, nonostante tutto, credevo fosse ancora giusto fidarmi della gente”.

I segni del calvario che ha subito Giuseppe sono ancora oggi presenti quando, per esempio, si scusa col pubblico se a volte perde il filo del discorso, perché “ogni volta che ne parlo per me è una ferita che si riapre e un dolore che si acutizza”.

Una “via crucis” che ha serbato nel silenzio del suo cuore fino all’età di 42 anni, quando ha deciso di confessare quanto accaduto alla sua amata madre, “è stato un passo liberatorio, finalmente riuscivo a condividere la mia disgrazia con colei che mi amava di più”, ha ricordato Carbone.

Una confessione che poi ha trovato posto tra le pagine di un libro che ora, Giuseppe Carbone  presenta e fa conoscere in giro per l’Italia, perché è importante dare voce a tragedie simili, non tenerle nascoste nel buio e condividerle con quanta più gente possibile, tentando così di porgere un’ancora di salvezza a quanti come lui hanno subito e subiscono violenze terribili.

“Quella contro la pedofilia deve essere una lotta duratura e dobbiamo portarla avanti tutti insieme, anche quando lo Stato sembra essere inesistente”, ha concluso Carbone.

L’incontro si è poi concluso con l’interpretazione commovente di alcuni passi tratti dal libro, recitati dalle attrici Cinzia Clemente e Doralisa Campanella.

“ E se fossero stati  vostri figli?” è lo slogan stampato sulle magliette di chi ha organizzato l’evento, una domanda emblematica e provocatoria, che però solo i pochi presenti hanno potuto cogliere come occasione di riflessione.

pedofilia 4

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *