Politica

Chiusa la campagna elettorale, qualche riflessione

{jcomments off}silenzio elettorale

Fra chiacchiere, polpi, frittura mista e qualche lacrima, si è conclusa ieri sera la campagna elettorale delle Amministrative cassanesi, in vista del voto del 25 maggio.

Una piazza affollata – ma molto meno di cinque anni fa – che mano a mano il trascorrere del tempo si svuotava, ha assistito agli ultimi fuochi di una campagna a tratti noiosa, senza grandi slanci, con pochi spunti davvero interessanti.

Certo, cinque anni fa c’erano i “sangria party” organizzati altrove mentre si svolgevano i comizi degli avversari in piazza, c’erano i falsi dibattiti con falsi giornalisti a fare false domande, i forum tematici dove i cittadini potevano proporre idee ed essere ascoltati, le feste negli agriturismi e gli “happy-hour” per i giovani.

Tutto più frizzante e coinvolgente.

C’è chi ha detto: “ci ha salvati la pioggia”, che per i tre-quarti del periodo di propaganda ha impedito lo svolgersi di comizi e incontri.

Forse è vero.

Ma forse è anche vero che qui a Cassano siamo stati abituati male: le campagne delle ultime elezioni erano “drogate” di villania, di accesa faziosità, di scontro verbale e dunque tornare alla normalità sembra noioso e poco interessante. Un altro aspetto, poco considerato perché secondario, della pacificazione che ha coinvolto Cassano.

D’altra parte le donne e gli uomini questa volta in campo erano ben diversi – caratterialmente – da quelli delle passate elezioni: urla, rimbrotti, veemenza c’erano tutti ma dettati dalla passione delle idee, non certo dalla cattiveria.

Vito Lionetti e la Di Medio sono persone miti e civili, certamente dal gran carattere (altrimenti non ci si candida a sindaco) ma conoscono bene il limite da non travalicare quando si fa politica: l’onestà intellettuale di riconoscere nell’altro non un nemico ma un avversario.

“Ho salutato tutti gli amici dell’altra lista” ci diceva ieri un consigliere uscente, con un sorriso sincero. Sarà banale ma davvero questo paese aveva bisogno di una botta di normalità dopo anni di guerra!

Se il seme gettato durante questa campagna germoglierà nella prossima legislatura e impedirà il ritorno di “unti del Signore” in guerra contro il mondo che non li adùla, lo sapremo nel corso dei prossimi anni. 

La speranza è che sia chiara una cosa ad ognuno dei due contendenti in campo: quella piazza semivuota ci dice che Cassano è cambiata ed i cassanesi con essa.

Promesse vacue, fatti non riscontrabili nella realtà, idee senza costrutto non solo sono stati mortali per la politica lungo tutti questi anni ma hanno sempre più allontanato i cittadini dalla stessa vita della comunità; hanno fatto scappare altrove le intelligenze migliori, hanno fatto rinchiudere nel privato chi – spaventato da tanto guerreggiare – avrebbe potuto dare qualcosa e non l’ha fatto.

Si impari questa lezione: le liste, i programmi, le idee avrebbero potuto essere molto più ricche, più alte, più coinvolgenti se in cinque anni le sedi dei partiti fossero state davvero aperte alle persone, se le tessere non fossero solo sinonimi di appartenenza, se di politica si parlasse in cinque anni, condividendo le scelte senza imporle.

E se nella tarda primavera del 2019, in piazza Moro, la gente tornerà in massa ad ascoltare chi si candida ad amministrare il paese, significa che saremo tornati ad essere un paese “normale” con la Di Medio e Lionetti che potranno meritarsi un posto di rilievo nella piccola storia di questa comunità.

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