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Da Cassano a Santeramo alla scoperta di Francesco Netti

francesco netti piccola

Da Cassano a Santeramo alla scoperta del grande pittore Francesco Netti nel 120° anno della scomparsa, visitando la mostra che il Comune di Santeramo gli ha dedicato, i luoghi che l’hanno visto nascere e crescere, le suggestioni cittadine che l’anno ispirato.

L’iniziativa è dell’Associazione “Amici della Biblioteca” di Cassano: l’appuntamento è per mercoledì 1 ottobre alle ore 16.30 presso la fermata dell’autobus “Sita” in piazza Garibaldi (direzione Santeramo). Si viaggerà, appunto, con l’autobus di linea e ogni partecipante pagherà da sè il biglietto.

A Santeramo, a partire dalle ore 17.00, il prof. Bongallino guiderà i partecipanti alla scoperta del grande artista santermano, facendo visitare la mostra e i luoghi della sua infanzia.

Chi era Francesco Netti?

Nacque a Santeramo il 24 dicembre 1832, primogenito del ricco proprietario terriero Nicola Netti sposato con la nobildonna Giuseppina Maria Vitale di Conversano.

Prima per motivi di studio poi per motivi professionali e di lavoro trascorre quasi cinquant’anni della sua vita lontano dalla famiglia e dal paese di origine.

Nel 1843, a 11 anni, va a Napoli nel collegio “San Carlo alle Martelle” dei padri scolopi per effettuare gli studi ginnasiali; rimane a Napoli per conseguire ad appena 22 anni la laurea in giurisprudenza, per frequentare le lezioni di pittura presso lo studio del pittore Domenico Morelli e presso l’accademia delle Belle Arti (1855); studia pittura pure a Roma (1856-1859); fa viaggi a Firenze, Torino, Venezia, Padova, Ferrara, Bologna, Ravenna. L’amicizia con artisti allora rinomati e frequentatori di Napoli (Giuseppe Bonolis, Tommaso De Vivo, Michele De Napoli) lo rendono esperto non solo nell’arte pittorica ma anche nel campo letterario e della critica d’arte tanto da essere incaricato ufficialmente di scrivere articoli e recensioni per conto del neo “Regno d’Italia” su mostre ed esposizioni nazionali ed internazionali.

Durante la lunga residenza a Napoli partecipa al movimento artistico denominato Scuola di Resìna fondato nel 1863 a Napoli da Marco De Gregorio (1829-1876) e che ha avuto come affiliati, tra gli altri, il toscano Adriano Cecioni, il barlettano Giuseppe De Nittis, il napoletano Federico Rossano, Enrico Gaeta e il siciliano Antonino Leto. Questo gruppo di pittori, molto attivo dal 1863 al 1867 si opponeva all’accademismo imperante ed era orientato a valorizzare lo studio dal vero, la rappresentazione precisa e luminosa del paesaggio urbano, l’osservazione attenta della natura, l’attenzione al paesaggio, la realizzazione di effetti di luce, aspetti che Netti farà propri in diverse opere.

In Francia (dal 1866 al1871) Netti incontra e stringe amicizia con altri artisti (Giuseppe Palizzi e degli aderenti della “Scuola di Barbizon): si cimenta nella “pittura dal vero” e “en plain air” o all’aria aperta che utilizzerà poi per opere ispirate dalla vita dei campi.
È del periodo francese il celebre quadro del 1870 “Festa a Grez” che si può ammirare presso la pinacoteca provinciale di Bari: al centro della scena dei giovani bendati cercano di tagliare il collo ad un’oca appesa ad una fune mentre lateralmente sistemati all’ombra delle case assistono divertiti donne e bambini.

Nel 1871 Netti torna a vivere a Napoli ove continua a frequentare il gruppo della Scuola di Resìna. Nel periodo degli scavi archeologici a Pompei ed Ercolano produce dal 1875 al 1877 molti quadri ispirati al mondo antico o pompeiano.

Un viaggio-crociera nell’oriente (luglio 1884) offertogli dall’amico e mecenate Giuseppe Caravita Principe di Sirignano allarga ancora gli orizzonti artistici di Francesco Netti: il fascino del mondo orientale per gli ambienti naturali, architettonici, paesaggistici e umani offre a Netti numerosi spunti per passare a una nuova, intensa e inedita produzione.

“La siesta”, opera del 1884, è sicuramente l’opera più significativa di questo periodo: una giovane donna riposa distesa su un divano: fanno da contorno tappeti e piante orientali che Netti aveva nel suo studio. Un vero capolavoro il piccolo quadro “Ragazza assopita”: è ritratta una giovane ragazza appunto assopita su un bianco letto.

Un altro filone importante della produzione artistica di Francesco Netti è legato al paese natìo: Santeramo. Potremmo rileggere una appassionata lettera inviata dal venticinquenne Netti al suo maestro di pittura Domenico Morelli nel lontano 19 luglio 1859 nella quale si lascia andare in espressioni non certo benevoli verso i suoi concittadini. Nonostante giudizi di età giovanile poco lusinghieri verso i santermani, tuttavia, le periodiche permanenze a Santeramo dovute al forte legame con la sua famiglia, la necessità in età avanzata di curare con l’aria salubre del paese natio la salute malferma, l’attenta osservazione della dura vita dei contadini, l’attenzione per scorci paesaggistici delle nostre brulle campagne e del piccolo paese costituiscono fonti di ispirazione artistica in vari momenti della produzione pittorica e specialmente nell’ultimo periodo quando è avviato verso le nuove tecniche dell’impressionismo.

Questi temi saranno ripresi per il contenuto e per le tecniche dai due artisti santermani che si considerano eredi d’arte e discepoli di Francesco Netti: Bartolomeo Paradiso (1878-1971) ed Hero Paradiso (1912-1994).

La piccola tela “Angolo di Santeramo” riproduce uno scorcio di via s. Eligio vista dal palazzo Colonna; “ Contadino che carica un traino” ricorda il cancello adiacente al palazzo Netti, “Sul sagrato della Chiesa” è quasi un’istantanea fotografica di un momento di vita sul sagrato antistante la chiesa del Convento. La tela “Sant’Effremo” (del 1892) è l’ultima opera esplicitamente donata da Francesco Netti ai Santermani: doveva arredare la nuova chiesetta della Pietà costruita nel 1889 là dove sorgeva una cappella interrata già intitolata da tempi immemorabili a sant’Effremo, santo orientale della Siria venerato a Santeramo fin dal tredicesimo secolo: dal 1930 l’opera è presso la pinacoteca provinciale di Bari. Insuperabili ed eccezionali sono le tele del “ciclo dei mietitori”: le nostre arse campagne, gli affaticati contadini sono oggetto di numerosi studi e di opere non sempre portate a termine per l’improvvisa morte dell’artista avvenuta il 28 agosto del 1894.

Testimonianze della presenza di Francesco Netti a Santeramo oggi sono rappresentate da:

• il Palazzo Netti in via s. Eligio nel centro storico, già di proprietà della famiglia Netti e ora di diversi privati. Sono conservati quasi intatti il prospetto, alcune stanze, il salone, la scalinata interna, il torrino;

• opere pittoriche di proprietà privata;

• la via Francesco Netti che delimita una parte del centro storico;

• un busto in bronzo opera dello scultore molfettese Filippo Cifariello (1864-1936) dedicato all’artista e collocato sulla scalinata del Palazzo Municipale;

• il loculo che conserva i resti mortali di Francesco Netti e del padre Nicola nella cappella gentilizia della famiglia De Luca nel nucleo monumentale del cimitero di Santeramo;

• angoli del nucleo storico di Santeramo e dell’agro santermano.

Le opere pittoriche di Francesco Netti sono collocate presso:

• Pinacoteca Provinciale, Bari
• Polo Museale Comunale, Conversano (BA)
• Museo san Martino, Napoli
• Galleria dell’Accademia di Belle Arti, Napoli
• Ca’ Pesaro, Museo d’Arte Moderna, Venezia
• Galleria degli Uffizi, Firenze
• Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma
• Museo di Capodimonte, Napoli
• Museo e Pinacoteca Comunali, Barletta

Altre opere fanno parte di collezioni private a Santeramo, Altamura (Biblioteca Museo civico e Cattedrale), Bari, Napoli, Milano. Periodicamente si hanno notizie di altri rinvenimenti a Londra, Milano, Napoli.

Francesco Netti morì a Santeramo in Colle, 28 agosto 1894.

 

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