Cultura

Rosaria Pastoressa espone in Pinacoteca le sue fotoemozioni

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Si è inaugurata, nella cornice di palazzo Miani Perotti,  “Chiove”, la personale fotografica di Rosaria Pastoressa, fotoreporter barese classe ’66, che dopo aver partecipato a diverse collettive, esordisce con la sua prima mostra personale proprio nella Pinacoteca cassanese.

Il vernissage della mostra (curata da Edimedia Communication con la collaborazione della rivista Enkomion, della casa editrice Messaggi edizioni e il contributo di Fineco Bank) ha visto, oltre alla presenza del sindaco Lionetti e del’assessore alla cultura De Grandi, quella del curatore Massimo Nardi e del regista Vito Signorile.

Come ci ha tenuto a precisare Vito Lionetti, quest’evento è un altro tassello culturale che “valorizza il luogo (la pinacoteca) e la città, perché dà emozioni”, quelle emozioni sane che solo la cultura può offrire e che contribuiscono a “creare benessere nella città”.          

L’evento si pone in una continuità positiva con le iniziative già svolte nella nostra pinacoteca ed è “riprova” – secondo Signorile“di quanto la provincia riesca, spesso, ad essere più viva culturalmente rispetto ai grandi centri. C’è in essa ancora la dimensione umana: ci si ritrova”. Il regista barese ha ripetutamente elogiato insieme all’iniziativa, anche la struttura, parte importante di un patrimonio storico e culturale, che nel meridione abbiamo imparato ad apprezzare e rivalutare solo da poco tempo, ma che è una straordinaria risorsa.

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Signorile ha poi presentato con affetto la persona di Pastoressa, da sempre vicina al teatro per tradizione familiare, e ha delineato,con alcuni versi composti appositamente per l’occasione, un percorso di immagini e sentimenti che attraversano le immagini fotografiche dell’artista. Gli scatti della fotografa barese “emozionano” ha continuato Signorile “e quando un’opera riesce a farti vibrare, quando ti regala un’emozione, allora è un’opera d’arte.”

Quella di Pastoressa è un’arte “varia” secondo il curatore Massimo Nardi, perché spazia nei soggetti dal teatro alla danza, dall’ordinario della vita quotidiana barese all’extra-ordinario delle rievocazioni storiche, dal ritratto al paesaggio. Dalla selezione di immagini emerge il carattere “istintivo ed emotivo” della fotografia dell’artista barese, carattere che per sua stessa affermazione l’ha sempre accompagnata in questi anni di attività, anni in cui attraverso la fotografia ha trovato un modo per esprimere ciò che non le riesce bene con le parole e ha “iniziato a vedere le cose, non più solo a guardarle”.

Nonostante il titolo della mostra, la pioggia appare solo come soggetto principale di una delle sezioni, la quale ritrae diversi spazi urbani e litoranee osservati attraverso il malinconico schermo di un vetro bagnato.

Al contrario, il filo conduttore dell’esposizione sembra essere un “filo rosso”, colore che con acuta intensità colpisce l’occhio a intervalli quasi regolari, emergendo dal nero delle scenografie teatrali, in mezzo al vorticoso movimento di una ballerina, nelle curve degli ombrelli tra il piovoso grigiume e nelle rutilanti carrozzerie delle auto d’epoca. 

Solo nella parte finale del percorso, nella sezione dei ritratti e di attimi di “baresità” colti nell’attività dei pescatori, il rosso sembra cedere il campo ad un bianco e nero carico di contrasti.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al 16 novembre dal lunedì al sabato, ore 9.30 – 12.30 / ore 17.30 – 21.00; la domenica, ore 17.30 – 21.00.

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