Politica

Chi sarà il successore della Marazia?

Uomo con punto interrogativo copy

Si conoscerà in questa settimana, forse già mercoledì sera, il successore di Maria Luisa Marazia alla guida dell’Assessorato comunale all’Ambiente e Attività Produttive, che la dottoressa veterinaria cassanese ha lasciato qualche giorno fa a poco più di dieci mesi dalla nomina.

La scelta, come legge prescrive, spetta al sindaco ma Lionetti non è tipo da “uomo solo al comando” e dunque prima di nominare il nuovo assessore ha chiesto una riunione di maggioranza che dovrebbe tenersi in questi giorni.

Ovviamente non si tratta di “generosità”, da parte del sindaco, l’ascoltare il gruppo di “Rinascita” ma capire che aria tira fra le diverse anime della compagine amministrativa che governa il Comune.

Che le dimissioni della Marazia potessero portare qualche grana non gradita lo dice il fatto che da almeno due-tre mesi l’assessore voleva lasciare: prima solo il settore “Ambiente” (leggi: rifiuti) poi tutta la delega ma le pressioni di Lionetti ad attendere, ad aspettare avevano funzionato.

Fino all’altro giorno.

L’addio alla Giunta della Marazia, infatti, non sono problematiche in sé quanto per l’avvicendamento che ne scaturisce.

Chi nominare al suo posto?

Ogni scelta ha alla base un criterio. In questo caso i criteri sono diversi a disposizione del Sindaco.

Il criterio dei voti raccolti. Se si dovesse scegliere questo criterio, ovvero fa l’assessore chi ha preso più voti nelle elezioni del 25 maggio scorso, il nuovo assessore dovrebbe essere Alessandro Greco che con 324 preferenze è il primo dei consiglieri ancora “liberi” ovvero senza alcun incarico di governo. Un criterio che il Sindaco ha adottato nel comporre la Giunta, lo scorso giugno, chiamando al Governo i più suffragati, che potrebbe confermare.

Il criterio delle competenze.  Mettere una persona competente al posto giusto è un altro dei criteri possibili. Greco non avrebbe, in questo caso, possibilità avendo una formazione umanistica e non tecnica, necessaria per capirne di rifiuti e attività produttive nonché commercio. In questo caso il favorito potrebbe essere Michele Maiullaro, operatore commerciale, artigiano e rappresentante di artigiani, che rappresenta il Comune nel Gruppo di Azione Locale della nostra zona dunque sicuramente più addentro alla materia “imprenditoriale” (meno in quella dei “rifiuti”).

Il criterio politico. L’equilibrio politico all’interno di una Giunta e di un Consiglio Comunale non sono da escludere così facilmente. Tenere conto di ogni sensibilità esistente all’interno di una variegata compagine come “Rinascita” (unita, comunque, dal collante dell’essere di centrosinistra) è importante per il proseguo della legislatura che non ha ancora un anno di vita. Seguendo questo criterio, però, le scelte potrebbero essere diverse.

Favorito, ancora, sarebbe Michele Maiullaro dato che – come la Marazia – rappresenta in Consiglio “Realtà Italia”, il movimento che a livello regionale fa capo ad Olivieri. Dunque se se ne va una di RI bisogna metterne un altro dello stesso partito.

Ma non  bisogna dimenticare cosa è successo solo qualche mese fa.

Dal novembre scorso, infatti, dal Pd (partito di maggioranza relativa in seno a “Rinascita”) sono fuoriusciti due esponenti di peso ovvero l’assessore Miriam De Grandi e il capogruppo Simeone Paparella; che hanno stretto un patto politico (le conseguenze le vedremo in Comune subito dopo le regionali di fine maggio) con RI (Marazia e Maiullaro) ed a cui strizza l’occhio il vicesindaco Davide Del Re, ex SEL, in cerca di una collocazione politica.

Quattro/cinque consiglieri sono una forza consistente che potrebbe condizionare diverse scelte amministrative.

E il Pd non può permetterlo.

Il partito del Segretario Davide Pignatale ha già due rappresentanti in Giunta (lo stesso Segretario e la Battista) senza considerare Lionetti (che ha sempre deciso, però, di astenersi  volutamente dalle beghe di partito) ma questo non gli basta per stare tranquillo.

Un primo segnale il Partito Democratico al Sindaco ci sembra lo abbia già lanciato: venerdì scorso, alla presentazione del DPRU, non un solo rappresentante del Pd era presente, neppure quelli che fanno parte del Consiglio Comunale né del Direttivo. Eppure non si parlava di filosofia o poesia ma di fatti estremamente importanti per la vita amministrativa del paese.

Si sa: in politica certe assenze sono più eloquenti di molte presenze.

Il candidato del Pd, allora, è Michele Lopane, più volte consigliere comunale e già assessore con l’amministrazione Gentile. Lopane rinuncerebbe volentieri alla nomina di consigliere delegato alla manutenzione che il Sindaco gli ha concesso qualche mese fa, per ricoprire un carica più prestigiosa e remunerativa.

La nomina di Lopane, però, scontenterebbe Realtà Italia e, contemporaneamente, irriterebbe Greco che si vedrebbe ancora una volta superato da chi arriva dalle retrovie delle preferenze, cosa già successa con Rocco Capriulo eletto Presidente del Consiglio Comunale (anche se in quel caso si trattava di un patto pre-elettorale da rispettare).

Nessun sindaco, se vuole governare più o meno serenamente, può accumulare tanti malumori con i quattro quinti della legislatura ancora dinanzi a sé.

Che fare, dunque?

Le strade da percorrere sembrano due, forse una.

La prima, più improbabile, quella di un incarico esterno, magari ad un giovane ingegnere ambientale che almeno teoricamente sa di cosa si parla quando si parla di rifiuti.  Ammesso che ce ne sia uno che si accontenti di 1.254 euro (lordi) al mese, quant’è, cioè, il compenso di un assessore del Comune di Cassano, che non sia lavoratore dipendente. Un assessore esterno scontenterebbe tutti coloro che hanno fatto una dura campagna elettorale e che hanno portato alla vittoria “Rinascita”, senza sapere poi di vedersi sfilare dinanzi un esterno. Non è un caso che negli ultimi venti anni di politica amministrativa cassanese, solo due (e contemporaneamente) sono stati gli assessori esterni in una Giunta Comunale ovvero Isa Tisci e Ignazio Zullo, a metà degli anni ’90: durarono poco più di un anno, poi l’allora sindaco Leporale li liquidò per sostituirli con consiglieri eletti.

L’altra via sarebbe quella di un rimpasto generale delle deleghe, che andrebbero tutte azzerate, tirando dentro anche la carica di Presidente del Consiglio. In questo caso il sindaco ridisegnerebbe gli assessorati rispetto alle competenze dei consiglieri e li riassegnerebbe modificandole un po’.

Operazione che richiede abilità e destrezza nonché una grande fiducia da parte della maggioranza: quella che Lionetti andrà a conquistarsi nella oramai imminente riunione a Palazzo di Città dalla quale potrebbero uscire non poche novità nel “risiko” delle poltrone comunali.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *