Cultura

In ricordo del maggiore Mario Rossani

Mario Rossani allievo in Accademia

Dalla Consigliera comnale Maria Pia Di Medio, riceviamo e pubblichiamo.

 

Oggi è 27 giugno e nulla muove l’animo e l’orgoglio patriottico del nostro Comune. Sì perché tra il 26 e il 27 giugno del 1918 il Magg. Mario Rossani lasciava la sua vita sul Monte Corno (nel massiccio del Pasubio) durante l’ennesimo atto di eroismo cui ormai aveva abituato i commilitoni ed i suoi superiori.

Il Maggiore Rossani è stato uno dei pochi pluridecorati della Grande Guerra. Il suo nome  è riportato sulla “Strada degli eroi” nel massiccio del Pasubio lungo la quale sono ricordate le 15 Medaglie d’oro della Grande Guerra che hanno trovato la morte in quei luoghi, compiendo il proprio dovere, insieme a Fabio Filzi e a Cesare Battisti.

E qui nel suo paese natale, nell’anno dedicato, in tutta Italia, alle celebrazioni in memoria della Prima Guerra Mondiale, il silenzio dell’oblio, dell’ignoranza, dell’indifferenza.

Nessuno oggi lo ha ricordato.

Sì, ci sono una Piazza ed un busto dedicati alla sua memoria, ma nessuno oggi ha speso una parola, ha affisso un manifesto, si è fermato per un istante davanti ai luoghi dell’Eroe concittadino.

Mi sono interrogata da tempo, come consigliere di questo Comune, su cosa potevo fare.

Avevo inviato per tempo –  tempo fa, in modo discreto – una lettera al Sindaco per sollecitare l’Amministrazione affinchè la piazza Rossani fosse completata nei tempi stabiliti: la consegna della piazza alla città, magari nella data odierna e nel centenario del Primo conflitto mondiale, sarebbe stata un bel momento di ricordo condiviso, di ispirazione all’impegno, di ripartenza nell’unità cittadina.

Ho esitato a lungo prima di esprimere pubblicamente questo mio disappunto, tormentata tra due alternative:

–          Spendere qui, almeno sulla stampa locale, una parola di ricordo di un Eroe di fronte al quale la Storia si inchina, pur rischiando di essere accusata di strumentalizzazione (come certamente faranno anche questa volta);

–          Tacere, associandomi ad un vergognoso oblio dell’ignoranza.

Ho scelto di parlare, di ricordare Mario Rossani, di ricordare alla città che abbiamo un posto nella Storia patria e che di conseguenza abbiamo dei doveri di fronte al Paese e di fronte ai nostri giovani.

Questa città non dimentica: gli ignavi dimenticano, Cassano no.

Per noi la Storia è maestra di vita, ci parla del sacrificio per la conquista della libertà dell’Italia unita e ci insegna a non tacere, a partecipare, a conservare lo spirito di cittadini consapevoli, dei padri patrioti.

Abbiamo il dovere, noi figli e nipoti di chi ha vissuto la Guerra che ha fatto più morti al mondo, noi che abbiamo ascoltato dalla viva voce di chi c’era, di non tacere e di educare i nostri figli e nipoti alla non violenza, al rispetto dell’altro, alla conoscenza che porta alla pace.

Abbiamo il dovere di non rendere vana la rinuncia alla vita di questi Eroi.

Un Paese – come un figlio – che non rispetta i propri Padri rinuncia al proprio futuro, alla propria dignità, al proprio ruolo rinchiudendosi nella sterilità della polemica quotidiana senza un orizzonte alto, di onore e di consapevole partecipazione.

Grazie, concittadino Rossani. Viva l’Italia.

 

 

Dalla pagina delle Onorificienze della Presidenza della Repubblica

 

 ROSSANI Mario

Medaglia d’oro al valor militare

  • Cenni storici e normativa dell’onorificenza
  • Maggiore (Genio , Comandante del LXIX battaglione zappatori )

    Luogo di nascita: Cassano delle Murge (BA)

    Data del conferimento: 23/03/1919

    Alla memoria

    motivazione:

    Costante e fulgido esempio di fermezza, di attività e di coraggio, dirigeva imperterrito lavori di rafforzamento sulla cima di un monte di recente conquistato, in una località tuttora vivamente contrastata dall’avversario. Ferito alla testa da una pallottola di mitragliatrice nemica, rimaneva sul posto nascondendo il suo stato mortale perchè non venisse attenuata l’operosità degli ardui lavoratori. Nuovamente colpito, stramazzava in un sottostante burrone. M. Corno, 26-27 giugno 1918. 

     

     

     

     

     

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