Radiologia Interventistica dell’Oncologico a rischio: via alla raccolta fime
Da circa due giorni è partita una campagna di sensibilizzazione e una raccolta firme contro la chiusura del Reparto di Radiologia Interventistica dell’Oncologico “Giovanni Paolo II” di Bari, un reparto che da quando è nato usa tecniche e macchinari all’avanguardia per la cura dei tumori e al quale arrivano migliaia di pazienti ogni anno per essere curati da valenti medici e personale infermieristico specializzato.
Un gruppo di pazienti, una dei quali di Cassano, ha scritto una petizione indirizzata alla Direzione Sanitaria, alla Procura della Repubblica, alla Regione Puglia e a tutti gli organi competenti, dove spiega perfettamente la situazione. I pazienti che hanno firmato sono quasi
“Questa iniziativa è nata a causa della situazione, a dir poco vergognosa e lesiva dei diritti fondamentali del malato, che si è venuta a creare in queste ultime settimane. Noi siamo pazienti che per la nostra patologia ricorriamo periodicamente a ricoveri in questo reparto per trattamenti e/o interventi. Per tutti quanti noi l’UO di Radiologia Interventistica è stato ed è un punto di riferimento fondamentale perché qui abbiamo sempre trovato da parte del personale medico, paramedico e, non meno importante, del personale OTA, grande professionalità, umanità e disponibilità, qualità di cui un paziente oncologico, che si trova a combattere ogni giorno per sopravvivere al cancro, ha bisogno!
In queste ultime settimane abbiamo assistito a dei cambiamenti a dir poco scandalosi. In primis la riduzione dei posti letto: i pazienti operati sono stati accorpati al reparto di senologia subendo grande disagio. Il reparto di Radiologia Interventistica è tuttora gestito da una infermiera e dalla Coordinatrice che si sono dovute occupare delle attività ambulatoriali quali chemioterapie,ipertermia, biopsie, ecografie e ricoveri con grande abnegazione, qualità che ha sempre contraddistinto il personale, per creare meno possibile disagio ai pazienti. Ma quello che si è venuto a creare questi ultimi giorni è qualcosa di allucinante: dall’oggi al domani è avvenuto il trasferimento della Caposala dott.ssa Di Lella, che ha sempre svolto il suo lavoro egregiamente dal punto di vista tecnico e umano, lasciando il Reparto senza coordinatore.
Il personale infermieristico è stato ridotto al minimo: una sola unità o, quando va bene, due unità che si devono prendere carico dei pazienti dislocati in Senologia e di quelli ambulatoriali che sono così costretti ad attese lunghissime per poter cominciare la chemioterapia o i vari trattamenti. Il personale medico svolge le necessarie attività ambulatoriali senza la collaborazione dell’infermiere perché questi è impegnato in altre attività. Nonostante tutto anche il personale medico ha continuato a svolgere il proprio lavoro con passione e dedizione anche se purtroppo costretto ad allungare i tempi di attesa essendo impegnato a svolgere entrambe le proprie mansioni e quelle dell’infermiere.
Chiediamo quindi il reintegro nel più breve tempo possibile della Caposala dott.ssa Di Lella e del personale infermieristico, affinché il Reparto in questione torni a funzionare come ha sempre fatto.
Non bisogna mai dimenticare che in un ospedale il protagonista è il PAZIENTE: la burocrazia, la politica e gli interessi appartengono ad altre realtà, lontane anni luce dalla nostra.
Restiamo in attesa di un celere riscontro”.