Politica

E’ più bella la democrazia o una partita?

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Qualcuno confonde la democrazia con una partita di quelle in voga negli anni ’80, quelle che si giocavano fra scapoli e ammogliati.

Ma sbaglia, innanzitutto con se stesso.

Perché la democrazia (dove la forma è sostanza), il rispetto delle regole e il farle rispettare, garantiscono credibilità e fiducia nei confronti di chi ci ascolta, di chi viene amministrato, di chi si intende governare.

Dunque, al contrario di come si fa con una partita di calcio senza tante pretese se non quella di divertirsi, occorre rispettare tempi e modalità, se si vuole essere democratici realmente e non solo a parole.

La riunione fra le Associazioni cassanesi (presenti 18 su 70 iscritte all’Albo) tenutasi ieri sera, è terminata con un sostanziale accordo fra tutti i partecipanti sul nuovo Regolamento che dovrà amministrare la tenuta dell’Albo Comunale e quella della Consulta.

“Nuovo” Regolamento. Lo sottolineo.

Perché c’è ancora oggi chi, furbescamente, continua a dire che quello presentato l’altra sera alle Associazioni era quello che le stesse proposero (quasi 4 anni fa) all’amministrazione Di Medio.

Non si tratta dello stesso documento: esso contiene modifiche anche sostanziali (ad esempio si introduce la figura del “Coordinatore” che nel precedente documento non c’era;  ci sono nuove regole per iscriversi all’Albo e via di seguito) di cui le Associazioni nulla sapevano.

Poi, un po’ per timore delle classiche ritorsioni “alla cassanese”, un po’ per ignoranza, un po’ per volontà di chiudere tutto e cominciare ad operare, le Associazioni hanno dato il via libera alla proposta presentata.

Bene, anzi benissimo.

Ma non  mi si venga a dire che quello è il documento del 2011 su cui l’uscente Direttivo tanto si battè perché venisse approvato. E, una volta ricevuto un diplomatico e sostanziale diniego, bloccò tutte le attività della Consulta .

Senza dimettersi, pur avendolo minacciato, come nelle più classiche storie italiane.

Quello che sottolineavo nell’articolo di ieri era proprio questo: il Regolamento proposto è altro e le Associazioni nulla sapevano in merito. 

Che poi alle stesse vada bene così, è un altro paio di maniche.

Gli accordi presi fra pochi, lo ripetiamo, sono buoni per le partitelle fra vecchi e imbolsiti amici ma fanno male (molto male) a chi dovrebbe essere esempio istituzionale di trasparenza e veridicità.

Lamentarsene dopo – chiedendosi, ad esempio, con quale criterio vengono ripartiti i fondi comunali per le manifestazioni – non serve assolutamente a nulla.

 

 

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