Cultura

“Daylight”, il nuovo disco di Gaetano Partipilo

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Quando abbiamo incontrato per la prima volta Gaetano Partipilo era il novembre del 2012 ed era da poco uscito Besides, un album ricco di collaborazioni che presentava quello che lo stesso Gaetano definiva “lato b” di se stesso. Adesso, a distanza di tre anni e mezzo, torniamo ad incontrare il sassofonista cassanese qualche giorno prima della presentazione della sua ultima fatica intitolata “Daylight”. Dopo aver sondato il territorio della musica italiana e brasiliana degli anni ’60 accompagnato da tanti ospiti, Partipilo torna al jazz a lui più congeniale, quello metropolitano e sperimentale, e insieme ai Contemporary five incide 11 nuovi brani per la T?k Music, prestigiosa etichetta discografica di Paolo Fresu. Lasciamoci raccontare da Gaetano e dalle sue parole questa nuova avventura musicale.

Ancora un titolo breve “Daylight” per questo nuovo percorso musicale. Dal lato B, più nascosto, per tornare alla luce del sole…  spiegaci questo titolo.

Daylight sta ad indicare la luce del giorno. Il momento del risveglio. Dovrebbe rappresentare il momento di massima energia. Daylight però può anche essere inteso come un “giorno di luce”. Avendo registrato tutto l’album in un solo giorno (cosa molto rara per un disco complesso di brani originali) mi sembrava un titolo appropriato.

Come sono nati i 10 brani originali presenti nell’album?

Questi dieci brani sono frutto degli ultimi due anni di lavoro compositivo. Subito dopo l’uscita di Besides ho iniziato a pensare ad un suono più contemporaneo, che prendesse spunto anche dalla scena brit-pop dalla quale sono stato attratto (soprattutto grazie all’ascolto dei Radiohead). Il mio riadattamento di un loro brano (I will) è una sorta di tributo ad una band che ha saputo inventare un suono ed uno stile ben preciso.

È il primo album con Contemporary five? Chi sono i tuoi compagni e come vi siete incontrati?

Si è il primo album che incidiamo insieme, il primo di una lunga serie spero. Ci siamo incontrati in ambiti diversi. Ho conosciuto Francesco Diodati a New York. Eravamo entrambi spettatori di uno stesso concerto e lì ci siamo presentati. Era il 2009. Poi ho suonato con lui a New York nel 2011 e di recente avevo sostituito il suo sassofonista nel gruppo Neko. Dopo queste esperienze è stato quasi naturale coinvolgerlo nel mio nuovo gruppo, perché è un chitarrista con un sound ed un approccio unico in Italia. Francesco riesce a fondere il jazz, la musica contemporanea ed il rock in maniera sublime. Senza il suo sound sarebbe impossibile suonare brani come quelli di Daylight. Alessandro Lanzoni, invece, l’ho conosciuto nel 2011 grazie a Roberto Gatto. Abbiamo fatto una serie di concerti assieme, inciso un disco e fatto un tour tra Germania e Austria e così ho avuto modo di scoprire il suo talento. Alessandro è il piccolo genio del gruppo! A soli 23 anni è uno dei pianisti più interessanti in Europa. Con Luca Alemanno e Dario Congedo invece ci siamo conosciuti in Puglia. Loro sono salentini ed è stato più facile suonare assieme. Abbiamo condiviso diversi gruppi assieme e diverse tournée. Sono due musicisti formidabili, carichi di energia e dal talento sconfinato. Sono onorato di averli nella mia band.

In quest’album si affacciano anche sonorità più vicine al rock e spicca una rilettura di “I will” dei Radiohead… un’altra anima nascosta che viene in luce?

Come accennavo prima, il rock è un tassello nuovo che sto cercando di aggiungere alla mia musica. Anche nel disco che abbiamo da poco pubblicato con il gruppo “Puglia Jazz Factory” c’è molto rock specialmente nelle mie composizioni.

Il 10 marzo al Teatro Forma si apre il tour di presentazione dell’album, lo stesso teatro dal quale è iniziato il tour di Besides. Dobbiamo immaginare che il precedente tour sia stato fortunato… raccontacelo un po’

Con Besides abbiamo fatto svariati concerti. Mai un vero e proprio tour. La band era molto numerosa da portare in giro. Abbiamo comunque suonato al Festival jazz di Dubai, al Blue Note di Milano ed in tanti altri festival italiani. Il 10 marzo, grazie all’associazione “Nel gioco del Jazz” diretta da Roberto Ottaviano e coordinata da Pietro Laera, avrò la possibilità di far conoscere la musica di Daylight dal vivo. Spero sia l’inizio di una lunga serie di concerti. Dopo questa apertura barese, il concerto successivo sarà il 26 aprile al famoso “Ronnie’s Scott” di Londra.

Da questo nuovo lavoro cosa ti aspetti?   

Spero soltanto che l’album venga accolto bene dalla critica e che possa portarlo in giro con concerti live.

 

Non ci resta che aspettare giovedì 10 marzo per poter apprezzare dal vivo i nuovio brani di Gaetano e dei suoi Contemporary Five. L’appuntamento è alle ore 21.00 presso il Teatro Forma di Bari. Non perdetevelo!

 

 

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