Abiti usati, il Comune diffida “Croce Italia”
Una raccolta di indumenti usati non autorizzata e anzi diffidata dal Comune di Cassano.
Ad organizzarla, per la giornata di domani giovedì 31 marzo, una sedicente associazione denominata “Croce Italia” di cui nulla si conosce se non un numero telefonico che compare sui volantini distribuiti casa per casa. Ma quel numero risulta inesistente e comunque non pare essere collegato a quell’associazione.
Lo stesso nome “Croce Italia” fa riferimento ad altre associazioni sparse in Italia ma che nulla hanno a che fare con questa organizzazione.
Nei giorni scorsi il paese è stato letteralmente invaso da questi volantini, affissi sui portoni delle abitazioni ma anche presso negozi e attività varie che annunciavano la raccolta di scarpe, borse, cinture e indumenti usati nonché giocattoli, pentole ed elettrodomestici, tutti prelevati a domicilio da alcune persone incaricate da questa associazione.
Le finalità? Ufficialmente, come dice il volantino, “iniziative che l’Associazione riterrà opportune”. Di fatto, spesso accade che il materiale raccolta venga poi rivenduto con un buon margine di guadagno da parte di questi “imprenditori sociali”.
Il Comune di Cassano si è mosso velocemente questa volta. Spiega l’assessore all’ambiente Michele Maiullaro: “Abbiamo chiesto a questa associazione alcuni documenti che comprovassero chi sono ed a che titolo operano ma non abbiamo avuto risposta , quindi li abbiamo diffidati dal proseguire le attività di volantinaggio e raccolta degli indumenti usati”.
Il Comune, com’è noto, ha infatti una convenzione con una società riconosciuta e che opera nella piena legalità per la raccolta di questo materiale, tramite i cassonetti bianchi e gialli sparsi per il paese per cui è là che chi vuole disfarsi di materiale usato quali abiti, scarpe e borse, deve conferirlo.
“Domani monitoreremo la situazione – afferma ancora Maiullaro – e se questa “Croce Italia” dovesse procedere comunque alla raccolta, agiremo di conseguenza”.
I cittadini, dunque, sono invitati a non aderire all’invito dell’associazione per non alimentare un circuito poco chiaro di compravendita di questo materiale.