Cronaca

Bruciano i rifiuti a “Sole Blu”, sotto sequestro

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Il puzzo della plastica e degli pneumatici bruciati si avverte sin da “Valle Verde” a mezzo chilometro di distanza. E il fumo acre invade quasi tutta la contrada “Fra Diavolo”, un tempo terra di briganti, oggi terra di nessuno, dove la legge  e il rispetto della stessa sono una opinione.

Da due giorni e due notti va avanti così, presso l’ex complesso turistico “Sole Blu”, in teoria messo sotto sequestro dalla magistratura, in pratica porto che accoglie rifiuti da ogni dove. La debole recinzione eretta dagli ultimi proprietari della struttura, fatta di pali in legno e rete in plastica come quella usata nei cantieri edili, è oramai un ricordo dato che è stata divelta e abbattuta, non si sa da chi.

Ora tutto il complesso è aperto è disponibile all’ingresso di chiunque.

Lo scorso 20 ottobre 2015 – infatti – la Polizia Locale cassanese e il Corpo Forestale misero sotto sequestro l’intera area per violazione delle norme ambientali: nonostante ordinanze sindacali e solleciti formali e informali, infatti, i proprietari non avevano adempiuto all’obbligo di ripulire l’area dalle decine di quintali di rifiuti di ogni tipo accatastati nel corso degli anni, da quando cioè, la struttura fu abbandonata a se stessa, e dai primi lavori di ristrutturazione, una volta che il complesso era stato venduto.  L’amministratore unico della società, con sede ad Altamura, fu denunciato per gestione illecita di rifiuti, combustione di rifiuti, distruzione di habitat naturale, violazioni della normativa paesaggistica, nazionale e regionale e inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.

Ma di quei divieti di ingresso, poiché l’area è sequestrata, non c’è più traccia e così ognuno – evidentemente, dato anche che l’ingresso principale è spalancato anche a mezzi pesanti – può entrare, sversare qualunque cosa e magari appiccargli il fuoco.

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Così come è successo nella notte fra venerdì e sabato scorso, come testimonia un nostro lettore, che vuole restare anonimo: “sabato “ignoti” hanno dato fuoco ai vari cumuli di macerie. Ora non ci sono più montagne di plastica, pneumatici e altra roba ma solo mucchi, maleodoranti, di cenere ed altri materiali incombustibili. E’ sopravvissuta solo una montagnetta di prato sintetico. Quella non sono riusciti a bruciarla perchè inzuppata dalla pioggia di venerdì. E si perchè gli “ignoti” hanno dovuto faticare parecchio per dar fuoco a tanto materiale bagnato poiché venerdì scorso è piovuto parecchio. I roghi sono stati appiccati la notte tra venerdì e sabato ed hanno bruciato  tutto ammorbando l’aria con la tipica puzza di “monnezza bruciata”.

Una operazione che si è ripetuta la notte scorsa: le immagini che vedete, girate e scattate questa mattina, infatti, testimoniano che la bruciatura di rifiuti si sta susseguendo senza sosta, aqnche per la facilità con cui ognuno può entrare nell’area e perché nessuno ha provveduto a risistemare i cartelli che indicano il sequestro della stessa, dunque la violazione dei sigilli in caso di ingresso forzoso.

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C’è da chiedesi, quindi: quanto pericolosi sono quei fumi?

Che cosa contengono?

Sostanze tossiche?

Nocive, per l’uomo e per gli animali?

E’ necessario che il Comune di Cassano si muova e in fretta, allertando gli enti preposti alla tutela dell’ambiente (Arpa Puglia in testa) e al riposizionamento dei divieti di ingresso nonché con la realizzazione di una palizzata solida e a prova di facile sfondamento, compresa magari un servizio di sorveglianza.

D’altra parte il sindaco Vito Lionetti, lo scorso 22 marzo, l’aveva promesso alle telecamere del programma “Luciano l’amaro quotidiano”: ad una inviata di Fabio & Mingo, il sindaco aveva promesso che se entro due settimane i proprietari non avessero ottemperato alle ordinanze, si sarebbe recato sul posto personalmente, con le forze dell’ordine, per capire cosa fare. 

Guarda la video intervista

 

Di settimane ne sono trascorse tre ma nulla è stato fatto per salvaguardare la salute dei tanti abitanti della zona e il rispetto delle leggi nonché un preciso ordine della magistratura. Nonché per evitare una immane tragedia che mette i brividi solo a pensarci: di fronte a Sole Blu, a poco più di 15 metri di distanza, c’è la Foresta di Mercadante, in pieno Parco Nazionale dell’Alta Murgia.

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E’ già successo nell’agosto 2008 che il fronte di fuoco, partito propria in zona Fra Diavolo, abbia scavalcato la strada comunale per arrivare alle spalle del Centro Medico, mandando in fumo centinaia di ettari di macchia mediterranea e mettendo a rischio l’incolumità di tante persone presso la struttura sanitaria e in alcuni villaggi residenziali lambiti dalle fiamme.

Speriamo che la grave situazione venutasi a creare da qualche giorno smuova qualcosa nelle intorpidite stanze comunali.

 

 

 

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