Politica

“Prometeo 2000”, una vicenda che interessa anche Cassano

impianto prometeo 2000

Potrebbe essere di nuovo interpellata la magistratura barese sulla vicenda di “Prometeo 2000”, l’enorme impianto di compostaggio sulla statale Bari-Altamura che coinvolge anche il territorio di Cassano e sul quale mercoledì 20 aprile l’Associazione “Murgia Enjoy” ha organizzato una Conferenza (leggi l’articolo).

“Abbiamo già pronte due interrogazioni – annunciano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Puglia, Antonella Laricchia e Mario Conca – una parlamentare a firma del deputato bitontino M5S Francesco Cariello ed una regionale. A breve inoltre depositeremo le carte in nostro possesso in procura. Vogliamo fare chiarezza su una vicenda dai contorni fin troppo opachi che mette a rischio, come al solito, il nostro ambiente”.

Nel mirino dei Cinquestelle le procedure poco chiare attraverso le quali si sono tenuti i processi decisionali: “Chiediamo che venga accertata la regolarità dei permessi dal momento che il sito sorge su un’area di interesse comunitario e addirittura vicino ad una polveriera. Non è chiaro neanche se siano state rispettate le distanze dal centro abitato di Mellitto, che non può essere assolutamente paragonabile a case sparse.

A insospettire ulteriormente i pentastellati ci sarebbe la conferenza di servizi finalizzata ad ottenere delle osservazioni preliminari sul progetto: “Il progetto è stato consegnato il giorno stesso  della conferenza di servizi, a coloro che dovevano esaminarlo e fornire un parere. Tuttavia, nonostante, su nostra precisa richiesta, sia il comune che l’azienda abbiano manifestato la loro chiara disponibilità a ripeterla, ci siamo scontrati con l’opposizione di alcuni uffici regionali a cui spetterebbe il compito di riconvocarla, secondo i quali ‘la nostra richiesta non può essere accolta’.”

Risposta che, fanno sapere i cinquestelle, sarà anch’essa oggetto dell’esposto in procura: “Dal momento che il relatore del progetto Prometeo2000 è proprio un ex dipendente della Regione Puglia, ci auguriamo non si stia cercando di proteggere gli interessi di qualcuno a danno della collettività. Ma questo lo lasceremo appurare dagli inquirenti”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il Consigliere regionale Ignazio Zullo, capogruppo di “Conservatori e Riformisti”.

Zullo, ha presentato un’interrogazione al presidente Emiliano per invitarlo a “rinviare la Conferenza di Servizi in materia per ascoltare preventivamente i sindaci dei territori interessati oltre Grumo (Toritto, Binetto, Palo del Colle , Altamura, Bitonto  e Cassano) che chiaramente sono in forte apprensione essendo venuti a conoscenza dell’avvio del procedimento. Le loro preoccupazioni meritano quanto meno di essere ascoltate perché il sito sorgerebbe in un’area carsica interessata da una falda sotterranea estremamente vulnerabile e confinante con il Parco Nazionale dell’Alta Murgia, dove vi sono aziende agricole biologiche di prodotti di alta qualità, come olio extravergine, vino e mandorle”.

 

Di seguito, il testo della interrogazione urgente.

 

 

Impianto Prometeo 2000

Interrogazione urgente

Premesso che:

le comunità di Toritto, Grumo, Binetto, Palo del Colle, Altamura, Bitonto, Cassano Murge sono in forte apprensione e agitazione avendo saputo dell’ avvio del procedimento VIA-AIA relativo  all’impianto di compostaggio della FORSU realizzando a cura della PROMETEO 2000 in agro di Grumo Appula, c.da Trullo Gendarmi;

Giova ricordare che il progetto dell’impianto in oggetto ha avuto nel 1999 parere favorevole alla compatibilità ambientale da parte della Regione Puglia. Successivamente il progetto è stato presentato ed approvato con Deliberazione della Giunta Provinciale n. 42/2000 ed il ramo d’azienda riguardante l’impianto suddetto è stato ceduto in favore della società Prometeo 2000 srl. In data 21 agosto 2001 e con determina n. 91 della Provincia di Bari è stata approvata la nuova disposizione degli edifici e l’introduzione del biofiltro.

Nel 2004 l’impianto fu sequestrato per ordine della Procura di Bari durante la fase di costruzione.

Nel 2014 la Corte d’Appello di Bari oltre ad assolvere gli imputati, tra cui il legale rappresentante dell’azienda dalle imputazioni ascritte, ordina il dissequestro delle opere.

La sentenza del Consiglio di Stato, dell’11 dicembre 2014, ha riconosciuto che l’autorizzazione della Provincia del 2000 alla realizzazione o gestione dell’impianto di smaltimento rifiuti aveva valenza di pubblica utilità.

Negli elaborati tecnici, il proponente valorizza fortemente il dato secondo il quale il progetto è stato approvato dalla Provincia di Bari con Determina Dirigenziale n. 68/2001 ai sensi del D.Lgs 22/97 e si avvale del disposto dell’art. 27 del decreto stesso “Approvazione del progetto e autorizzazione alla realizzazione degli impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti” del Capo II “autorizzazioni e iscrizioni”, al cui comma 5 recita testualmente: “Entro trenta giorni dal ricevimento delle conclusioni della conferenza, e sulla base delle risultanze della stessa, la Giunta regionale (nel caso specifico la competenza è della Giunta Provinciale) approva il progetto e autorizza la realizzazione dell’impianto. L’approvazione sostituisce ad ogni effetto visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali e comunali. L’approvazione stessa costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico comunale, e comporta la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza.

Tanto al fine di superare l’incompatibilità della realizzazione del progetto con il PUG adottato dal Comune di Grumo che nelle zone E-agricola in cui ricade il progetto non prevede realizzazioni e avvio di tali attività e avanza la pretesa secondo la quale il PUG deve tener conto della variante formatasi con l’autorizzazione provinciale a suo tempo rilasciata. Tesi queste che appaiono francamente prive di fondamento sia per scadenza dell’autorizzazione e sia perché l’autonomia decisionale del Comune di Grumo nella pianificazione urbanistica generale ai fini della tutela e dell’uso del territorio non può essere condizionata da condizioni pre-esistenti ma, al contrario, è tesa a curare e rimarginare squilibri e ferite inferte al territorio.

Va considerato che:

nel frattempo la Puglia si è dotata di un PAI, di un Piano Paesaggistico e di una legislazione inerente la valutazione del danno sanitario (L.R. 21/2012), la valutazione ambientale strategica (L.R. 44/2012), e le emissioni odorigene L.R. 23/2015 che ha modificato la precedente L.R. 7/1999 precedentemente modificata dalla L.R. 17/2007

Va rilevato altresì:

che le norme sulla valutazione ambientale strategica alle quali è da assoggettare il progetto e che invece sembrano essere bypassate e le norme di VIA prevedono la consultazione pubblica che nelle Conferenze di Servizio ad oggi consumatesi sarebbe stata relegata ad un ruolo marginale tanto da essere state eluse le richieste dei Sindaci dei Comuni interessati tendenti ad un rinvio utile ad approfondire le tematiche di compatibilità del progetto con le peculiarità del territorio e da essere state escluse dalla partecipazione il pubblico che subisce o può subire gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure. Rientrano nella  definizione di “pubblico che subisce…” le organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell’ambiente e che soddisfano i requisiti previsti dalla normativa statale vigente, nonché le organizzazioni sindacali, economiche e sociali maggiormente rappresentative nel territorio regionale che sono considerate come aventi interesse.

La mancata partecipazione del “pubblico interessato” ( L.R. 44/2012 art. 2, co. 1, lett. n) non permette l’analisi di alcune criticità che vengono segnalate e che qui di seguito elenco:

  •          il sito sorgerebbe in un’area carsica interessata da una falda sotterranea estremamente vulnerabile che escluderebbe a priori qualsiasi impianto di trattamento e trasformazione dei rifiuti.
  •          sorgerebbe in una zona protetta speciale e sito di interesse comunitario (ZPS/SIC) già confinante con il Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
  •          non è esclusa la compromissione di prodotti di qualità come la DOP olio extra vergine di oliva Terra di Bari, la produzione di vini DOCG – Gioia del colle e DOC Castel del Monte, la produzione di prodotti a indicazione geografica tipica Murgia Alta, la produzione della mandorla di Toritto, già nell’elenco dei prodotti tradizionali italiani del Ministero delle Politiche Agricole e presidio Slow Food Mandorla di Toritto. Un impianto come quello previsto potrebbe mettere in ginocchio un’intera comunità agricola.
  •          La presenza di molte aziende agricole biologiche e convenzionali, che potrebbero essere compromesse per l’immissione di eventuali sostanze altamente liposolubili nei frutti oleosi, compromettendone la qualità.
  •          La presenza di un’area prettamente agrituristica con itinerari turistici come le Vie dell’Olio e del Vino, che sarebbe seriamente compromessa
  •          La modalità con la quale è stata presentata la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, senza coinvolgere e consultare le comunità interessate, come prevede la normativa vigente.
  •          La scellerata decisione di concentrare in un territorio limitato, fragile e circoscritto, un impianto che a regime potrà gestire fino a 115 mila tonnellate annue di FORSU (frazione organica rifiuti solidi urbani).
  •          Un impatto odorigeno estremamente pesante per le comunità di Toritto – Quasano – Mellitto – Cassano – Grumo Appula ed altri centri limitrofi al sito di interesse;
  •          Il progetto è stato visibile sul sito solo nel giorno della convocazione conferenza dei servizi.

Si tenga conto:

che la necessità della chiusura del ciclo dei rifiuti attraverso il recupero in compost della frazione organica non può e non deve essere di per sé sufficiente a far retrocedere legittime istanze di partecipazione e consultazione dei territori e che non si possono ignorare le ansie e le preoccupazioni di chi vive e vivrà a contatto con l’attività in fieri senza un’accurata informazione sul rischio residuo e su eventuali danni alla salute e all’ambiente

tutto ciò premesso chiedo di conoscere al Presidente della Giunta Regionale se:

intende accogliere le istanze dei Sindaci volte ad ottenere il rinvio della Conferenza di Servizio favorendo altresì la partecipazione del “pubblico interessato” al fine di una compiuta valutazione della compatibilità dell’attività che si intende avviare con la destinazione d’uso e delle peculiarità del territorio sul quale insiste e nel pieno rispetto delle procedure VAS e VIA nonché di emissioni odorigene e di tutela della salute e dell’ambiente in generale.

 

 

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