Politica

Referendum, a Cassano vince il SI. In un mare di indifferenza

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Strabordante vittoria del SI a Cassano, al referendum sulle trivelle che nella giornata di ieri si è svolto in tutta Italia.

Il 93,6% dei cassanesi che sono andati al voto (il 42,8% degli aventi diritto) ha scelto il SI, volendo dunque l’abrogazione del comma “incriminato” del Decreto legislativo 152/2006; al NO, invece, è andato il 6,3% dei votanti mentre le schede bianche sono state 16 e le nulle 20.

Dunque i dati definitivi su Cassano dicono che 4.687 elettori si sono schierati per il SI; 319 per il NO e la stragrande maggioranza 6.729 alle urne non c’è andata affatto.

Com’è noto il quorum del 50% + 1 dei votanti non è stato raggiunto né a livello nazionale – invalidando il referendum – né locale.

L’affluenza dei cassanesi alle urne, infatti, se è stata di oltre dieci punti in più che in Italia (il 42,82% contro il 32,15%), è stata di poco superiore a quella della Puglia (ferma al 41,65%) ma fra le più basse della provincia di Bari (leggi i dati).

Qui, infatti, se è vero che solo 2 Comuni su 41 hanno raggiunto il quorum (Polignano a mare e Monopoli rispettivamente con il 55,21% e con il 52,54%), ci sono stati paesi e cittadine che il quorum l’hanno sfiorato (Castellana Grotte: 49,51% ; Conversano: 48,36%) o vi si sono avvicinati di molto come ad esempio Acquaviva delle Fonti (47,7%); Santeramo in colle (46%); Bitetto (46,6%). Tutte realtà accomunate dall’aver fatto campagna elettorale – prevalentemente per il SI – con incontri, dibattiti, informazione.

Quella cassanese, invece, è stata una campagna elettorale praticamente inesistente. Se non fosse stato per qualche manifesto del SI messo in fretta e furia negli ultimi giorni sui tabelloni delle piazze e un volantinaggio dell’ultimo minuto.

Eppure a favore del SI erano schierati Sinistra e Destra nonché il Movimento 5 Stelle – che, lo ricordiamo, alle ultime tornate elettorali risulta essere il primo movimento politico a Cassano come numero di voti.  Sia il PD che i Conservatori e Riformisti hanno tenuto un profilo basso, bassissimo. I loro leader locali – il Segretario Pignatale, il sindaco Lionetti – si sono spesi poco o niente per il SI, con un post e qualche pensiero su Facebook o, quando interpellati, sui giornali locali; stessa cosa per il capogruppo regionale dei “CoR”, Ignazio Zullo o il coordinatore cittadino Franco Antelmi. Dei 5 Stelle solo a livello personale – e sempre e solo su Fb – qualche esponente ha fatto propaganda mentre negli altri comuni a noi vicini i consiglieri regionali pentastellati e qualche parlamentare hanno tenuto comizi e incontri con la cittadinanza.

Silenzio assoluto, infine, da parte della maggior parte delle associazioni locali – comprese quelle ambientaliste – che pure a livello non solo nazionale facevano parte del movimento “No Triv” che ha promosso i referendum

Indifferenza? Consapevolezza che l’oramai disabitudine al voto ha colpito pesantemente anche i cassanesi? Poca voglia di sporcarsi le mani e sprecare energie per un esito già scritto e scontato?

Un po’ tutto questo, certo.

Con una aggiunta: c’è sempre meno voglia di fare politica, qui nel nostro paese, e di spendersi e occuparsi del bene comune, sia quello di casa propria che per le vicende che vanno oltre la vita del nostro “borgo”.

Una verità su cui molti, tutti, dovremmo riflettere.

 

 

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