Economia

Morto un GAL…se ne fa un altro

gal 9 agosto 2016

 Si svolgerà a Cassano delle Murge, mercoledì 31 agosto, il primo dei 6 incontri conclusivi del percorso di costruzione partecipata della Strategia di Sviluppo Locale, avviato dal GAL “Terre di Murgia” nello scorso mese di febbraio.

L’incontro è previsto alle ore 18.30 presso la sala consiliare in piazza Rossani.

Ma perché Cassano aderisce al “Terre di Murgia” anziché al Gruppo di Azione Locale “Conca Barese” al quale faceva riferimento fino a qualche mese fa ed al quale ha aderito 10 anni fa?

Il Sindaco Vito Lionetti, nel recente incontro del 9 agosto, ha spiegato che “il Gal Conca Barese ha cominciato a non funzionare più bene”.

Non è proprio così; anzi: non è affatto così. E spieghiamo perché.

Meno risorse, meno GAL

Dall’Europa arrivano meno risorse per le misure (i finanziamenti, cioè) a cui i Gal attingono (i programmi “Leader”, principalmente). Meno soldi, dunque, che la Regione può distribuire sul territorio. Meno soldi, meno strutture dunque meno Gal. Da Bari, cioè, hanno obbligato i Gal pugliesi ad una cura dimagrante ovvero ne devono scomparire un po’, accorpando i territori.

Cassano delle Murge sin dal 2006 ha fatto parte del Gal “Conca Barese” con sede a Bitetto, del quale oltre a tanti soggetti privati facevano parte diversi Comuni della nostra zona nonché associazioni di categoria ed altri enti quali il Parco dell’Alta Murgia e l’Università degli Studi di Bari – Facoltà di Agraria.

Dopo la decisione della Regione Puglia, quindi, ogni Comune ha deciso la sua sorte: Cassano era da tempo “corteggiato” dal Gal con sede ad Altamura, il “Terre di Murgia”, del quale fa parte il Comune di Santeramo. Una corte a cui Cassano ha ceduto ma assieme a noi sono entrati in questo Gruppo anche altri Comuni quali Sannicandro di Bari, Bitetto e Toritto, anch’essi provenienti dal “Conca barese”, che così scompare dall’elenco dei Gal e va in liquidazione.

L’adesione al “Terre di Murgia”, dunque, non è dovuto a inefficienze del nostro Gruppo di appartenenza ma ad un semplice “obbligo di legge”.

Dal “Conca barese” una pioggia di progetti (e di euro)

Supportare le attività private e quelle pubbliche nel migliorare attrattività, ricettività e reddito, con particolare attenzione all’agroeconomia, al turismo, all’ambiente. Questo è l’obiettivo principale dei GAL, con la messa a Bando di soldi pubblici. Occorre dire che il “Conca barese” ha fatto tutto ciò, forse con qualche distrazione nell’ultimissimo anno di attività.

I numeri dell’ultimo Bilancio d’esercizio disponibile (chiuso al 31/12/2015) parlano chiaro:

–          oltre 1 milione e 182mila euro a sostegno di 16 aziende agrituristiche e 6 masserie didattiche per migliorare fruizione ed ospitalità;

–          più di 233mila euro per il turismo rurale e la piccola ricettività;

–          968mila euro destinati a 15 progetti per manutenzione straordinaria e restauro conservativo degli elementi tipici del paesaggio agrario;

–          54mila euro per 3 progetti sulle energie rinnovabili;

–          113mila euro per la produzione e commercializzazione di prodotti artigianali e tipici (7 progetti);

–          339mila euro per il sostegno di progetti a sfondo socio-educativo e culturale.

Numerosi, poi, i progetti gestiti direttamente dal Gal, di alcuni dei quali anche Cassano ha beneficiato: dalle giostrine in piazza Rossani ai pannelli (orribili e inutili) che dovrebbero spiegare qualcosa ai turisti (?) di passaggio ma che servono praticamente a nulla e dislocati pure alla meno peggio. Per non parlare, poi, degli “info-point” presso alcuni Comuni (fra cui quello di Cassano, in Comune, praticamente sempre chiuso) che avrebbero dovuto supportare l’offerta turistica  ma che invece sono stati inutili doppioni di cose già esistenti.

Che succede, adesso?

Con l’incontro di domani a Cassano e con quelli successivi in altri Comuni, si completa l’ascolto di cittadini e gruppi organizzati per delineare  il nuovo Piano di Azione Locale per la programmazione 2014-2020.

I tre assi su cui finora, dagli incontri preliminari e in continuità con il lavoro svolto da “Terre di Murgia”, sono: sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (che ovviamente riguarda molto da vicino la città di Altamura e la sua produzione di grano e cereali); turismo sostenibile; valorizzazione di beni culturali e patrimonio artistico.

Elaborato il Piano di Azione e dopo l’ok della Regione Puglia, il nuovo “Terre di Murgia” dovrà affrontare il nodo delle nomine del management che dovrà guidare il Gruppo per i prossimi anni.

 

 

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