Politica

Crisi in Comune, cerchiamo di capirne di più

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Fra comunicati, lettere, annunci, indiscrezioni e documenti, senza contare dimissioni e richieste di rimpasto, si rischia di non capirci più nulla nella vicenda della crisi politico-amministrativa che attanaglia il Comune di Cassano delle Murge.

Cerchiamo, allora, di mettere in ordine i fatti e provare a capirne di più.

Il documento dei 6.

L’avvio può essere fissato all’inizio di marzo scorso, quando quattro assessori (Pignatale, Maiullaro, Battista e De Grandi) assieme al Capogruppo di “Rinascita” Simeone Paparella ed alla consigliera di maggioranza Maria Luisa Marazia, scrivono una lettera riservata al Sindaco Vito Lionetti.

“Così non va”, dicono in sostanza i firmatari.  Eccone alcuni brandi di quel documento:

“(…) ci ha uniti due anni or sono la condivisione di un progetto alternativo, che abbiamo ritenuto necessario per dare un modo nuovo di fare politica e di amministrare la nostra cittadina. (…) Non deve meravigliare che si condivida l’idea iniziale e si chieda di riflettere e discutere della sua attuazione: noi avevamo inteso il progetto come base di avvio di un nuovo dialogo concreto che (…) potesse dare il via ad una nuova stagione della politica e dell’amministrazione della cosa pubblica fatta di partecipazione e di progettualità condivise.

Così non è stato. Ci siamo spesso trovati di fronte a decisioni prese, sia pure in situazioni di emergenza, in solitudine e senza condivisione, forse per timore che si creassero instabilità e perdite di tempo, o più semplicemente perché il coinvolgimento può essere stato visto come un ostacolo per la libertà d’azione personale e/o mire e ambizioni personalistiche ma che nulla hanno a che fare con i presupposti che ci hanno uniti. (…) Non discutiamo sacrifici e meriti per quanto di buono fatto, ma tracciando un bilancio i dati di oggi ci dicono che, rispetto al programma che ha unito idealità diverse, i conti sono sicuramente in rosso: le scelte sono state appannaggio di pochi e/o solitarie, e così decisamente non va (…).”.

Dopo questa dura presa di posizione il Sindaco convocò una riunione e andò alla conta, perdendola: fedeli a Lionetti, infatti, rimasero solo il suo vicesindaco Davide Del Re, il Presidente del Consiglio Comunale Rocco Capirulo e il consigliere Michele Lopane (tessera del Pd ma in rotta con il partito) mentre altri consiglieri (Pallavicino, Molinaro) stavano a guardare l’evolversi della situazione.

Il Sindaco non ha più una maggioranza: lo capisce e cede. Promette una verifica, un eventuale rimpasto negli incarichi in Giunta e un maggiore coinvolgimento degli assessori e dei consiglieri di maggioranza nel governo del paese.

Le dimissioni di Pignatale.

Si affaccia l’estate ma nulla cambia, a quanto pare. Tant’è che a metà luglio arrivano le dimissioni di Davide Pignatale dall’Assessorato al Bilancio.

«Non è – dichiara Pignatale – un atto di guerra nei confronti del sindaco. Non è un atto teso a rivendicare potere o posti. Non è neanche una fuga dalle responsabilità. Nelle settimane scorse – continua il consigliere – era già emersa la necessità di fare il punto della situazione, a due anni dall’insediamento nel Palazzo Municipale, ed è giunto il momento di fare un bilancio dell’attività della nostra amministrazione, affrontando con senso di responsabilità le criticità che sono emerse in questa prima fase del mandato. La mia scelta di lasciare l’incarico vuole essere un gesto teso ad accelerare la verifica che da più parti è stata invocata e che ha come finalità, quella di provocare uno scatto in avanti nel governo del nostro paese, di determinare un’azione più incisiva nel rispondere alle attese e alle aspettative legittime della cittadinanza. Si può e si deve fare di più – conclude Pignatale -. Ai funzionari, ai dirigenti ed agli impiegati dell’Ente va il mio ringraziamento, perché hanno dimostrato con il sottoscritto sempre la loro disponibilità e collaborazione».

La Guardia di Finanza, intanto, bussa alle porte del Municipio per conto dell’Anac e quindi nessuno ha tempo per capire i veri motivi per cui Pignatale ha deciso di lasciare, fra l’altro contro lo stesso parere del Direttivo del Pd che voleva il Segretario-Assessore ancora al suo posto.

Il Sindaco assume “ad interim” l’assessorato di Pignatale, dato che siamo in piena estate promettendo una verifica politica subito dopo la bella stagione.

Ecco cosa scrive Lionetti il 13 luglio scorso, in una nota: “Dopo l’estate, con tutte le forze politiche che sostengono questa esperienza politico-amministrativa procederemo ad una attenta verifica dell’attività di governo svolta e ci confronteremo su come dare più rapida attuazione al programma che abbiamo presentato ai cittadini e per il quale essi ci hanno offerto il loro sostegno”.

L’estate finisce, Settembre arriva ma il Sindaco non convoca nessuna riunione di maggioranza.

I “sondaggi” del Sindaco.

In realtà Lionetti – con l’occasione di cercare un sostituto di Pignatale al Bilancio – in queste settimane ha sondato gli umori degli assessori e dei consiglieri comunali a lui vicini e capisce che il dissenso di sei mesi prima è in qualche modo rientrato.

Pignatale non ha i numeri per minacciare il “tutti a casa”: anche alleandosi con la minoranza per tentare di buttare giù l’Amministrazione comunale, non ce la farebbe. Ai cinque consiglieri di opposizione occorrerebbero altri quattro consiglieri ma Pignatale ne ha solo due. E forse neppure l’assessore Battista sarebbe propensa ad un passo così deciso.

Lionetti, quindi, si rimangia la parola di luglio e rinvia a dicembre la verifica e l’eventuale rimpasto di Giunta. Non riesce a smuoverlo neppure un incontro convocato da Pignatale al quale partecipa il Segretario Provinciale del Partito Democratico, Ubaldo Pagano; invitato, ma non convenuto, anche il Regionale, Marco Lacarra.

Nell’incontro a tre – Pagano, Pignatale e Lionetti – chiarimenti ce ne sono pochi: il sindaco dice che è stato eletto per governare il paese, non per rispondere al Pd; priorità, dunque, per i problemi del territorio, poi per il partito.

Pignatale prende atto e attende la fine dell’anno ma intanto decide di aprire tavoli di confronto con  le altre forze politiche che compongono la lista “Rinascita”: comincia con Rifondazione Comunista (rappresentata in Consiglio Comunale da Anna Pallavicino) per poi proseguire – nelle intenzioni – con gli altri movimenti e partiti.

Ieri, però, un imprevisto “stop” da questi ultimi che clamorosamente bocciano l’idea del Segretario piddino: nessuna fuga in avanti e nessuna crisi da aprire, dicono Paparella, De Grandi e Maiullaro.

E senza di loro, Lonetti resta in sella anche se legato mani e piedi ad un gruppo eterogeneo ma determinato a ottenere dal Sindaco tutto ciò che vuole.

Cosa farà, ora, il Pd? Proseguirà nella strategia dell’”Aventino”, come accaduto all’inizio del mese di settembre quando ha annunciato di non voler partecipare al Consiglio Comunale dove si parlava del GAL? Oppure farà il salto e passerà all’opposizione? E Lionetti, riuscirà a divincolarsi dall’abbraccio del nuovo gruppo che si è formato ed a decidere in autonomia quel che è meglio per il paese? O la paura di tornare a casa a metà mandato avrà la meglio sul bene comune?

Lo vedremo nei prossimi mesi.

 

 

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