Bollenti Spiriti: niente soldi a Cassano
Come perdere finanziamenti per i giovani e le associazioni cassanesi ed esserne contenti. Dando del fantasioso a chi svela queste vicende ovvero questo giornale e chi scrive.
La storia è quella di “Bollenti spiriti”, il programma regionale ideato dal compianto assessore Guglielmo Minervini nel primo Governo regionale targato Vendola che metteva a disposizione fondi per ristrutturare beni immobili comunali e farne luoghi di cultura, sperimentazione ma anche lavoro e attività sul territorio; il Comune di Cassano partecipò a quel Bando (nel 2005) assieme al Comune di Acquaviva delle Fonti riuscendo ad ottenere fondi (541.576 euro a cui furono aggiunti 70mila euro di fondi comunali) ed a ristrutturare un bel locale in piazzetta Ruffo, affidato ad una Associazione Temporanea fra Imprese composta da una Cooperativa di Bitritto, “I bambini di Truffaut” (che si occupava, in particolare, della gestione della struttura cassanese) e le cooperative sociali Ulixes e C.R.E.A.
“Officine Culturali” fu chiamato il progetto, costato, complessivamente, quasi 625mila euro.
Sull’andamento del progetto, mai decollato per diverse ragioni, tralasciamo ogni commento.
Quel che qui interessa è il prosieguo di quella iniziativa.
Nel 2016 la Regione Puglia rifinanzia “Bollenti Spiriti”, con 7 milioni di euro, misura dedicata esclusivamente a quegli enti che già avevano goduto del precedente finanziamento: l’idea, infatti, è proseguire il cammino avviato anni prima, dato che in diverse realtà (a Cassano no) “Bollenti Spiriti” ha davvero acceso un corto-circuito positivo creando occasioni di lavoro e cultura.
A questo secondo Bando il Comune di Acquaviva partecipa, stavolta singolarmente dato che ciò era possibile, ottenendo 131mila euro per ristrutturare la sede acquavivese del progetto e dotarla di nuove attrezzature (in particolare per la registrazione di cd musicali da parte di band ed artisti locali).
Il Comune di Cassano, invece, non partecipa al Bando e dunque non ottiene soldi.
Ci chiedemmo il perché, in un articolo su “La voce del paese” del giugno scorso, adombrando il sospetto che l’Amministrazione Lionetti e in particolare l’assessore alla Cultura con delega alle politiche giovanili Maria De Grandi si fosse dimenticata di partecipare.
“Le sue sono solo fantasie” rispose stizzita l’assessore ad un nostro post su un popolare social-network. Da voci raccolte in giro, dopo l’uscita di quell’articolo, inoltre, venimmo a sapere che ufficiosamente la De Grandi smentiva quanto riportato sul giornale, rassicurando associazioni e giovani a lei vicini – nonché altri assessori – che quella scritte dal giornale erano falsità e ricostruzioni fantasiose (da qui il nostro hastag #tuttefantasie) come se, cioè, la storia non fosse vera, del tutto inventata, anzi. Quasi che il secondo bando di finanziamento non fosse mai esistito e il Comune di Cassano assolto da ogni colpa.
La minoranza consiliare volle vederci chiaro e dopo quell’articolo presentò al Sindaco una interpellanza sulla questione.
Chiarissima la risposta di Vito Lionetti che fa fare l’ennesima, brutta figura all’assessore De Grandi. Lionetti, infatti, scrive testualmente nella risposta alla Capogruppo Maria Pia Di Medio: “il Comune di Cassano non ha partecipato al secondo bando perché, quale Ente capofila, era impegnato nelle verifiche di tutta la situazione gestionale pregressa per gli impegni di competenza propria e del Comune di Acquaviva delle Fonti, su cui sono emerse alcune discordanze”.
Il Bando dunque c’era e il Comune non vi ha partecipato. fatti, non fantasie!
A quale rendicontazione si riferisse Lionetti, però, non è dato saperlo.
Infatti l’omologazione della spesa dell’intero progetto è stata sancita con la Determinazione del Settore Servizi Sociali e culturali-demografici del 22 giugno 2015 (n.142): un anno prima che la Regione lanciasse il nuovo bando, il secondo.
Come fa, dunque, il Sindaco a dire che il Comune non ha partecipato al bando perché impegnato nella verifica dei conti, quando gli stessi si sono chiusi un anno prima?
La verità più plausibile è che l’Amministrazione – la parte politica e quella amministrativa – hanno completamente ignorato il nuovo Concorso e quando il nostro giornale glielo ha fatto notare l’assessore si è rifugiata in una bugia, affermando che erano tutte fantasie!
Niente soldi, dunque, per i giovani di Cassano e la possibilità di nuovi percorsi socio-culturali.
Resta da capire che cosa il Comune se ne fa di tutta la strumentazione acquistata proprio con i soldi di “Bollenti Spiriti” e ora lasciata da qualche parte, inutilizzata.
Parliamo di sei personal computer con tanto di postazioni multimediali, registratori, microfoni, scrivanie, poltrone, mobili ma anche video-proiettore, schermo e videocamere: strumentazioni che sono costate decine di migliaia di euro che ora giacciono inutilizzate in una sede che è oramai chiusa da oltre due anni.