Politica

Amministrazione appesa a un filo: cosa succederà in Consiglio?

poltrona sindaco con fascia tricolore

 

“Andiamo avanti con chi ci sta: i numeri ci sono”. 

Lo ha detto ai suoi fedelissimi, ieri sera, in una drammatica riunione post-Consiglio, il Sindaco Vito Lionetti, dopo il rinvio ad oggi dell’Assemblea cittadina dovuta alla mancanza del numero legale.

La fuoriuscita dall’aula del Capogruppo di maggioranza Simeone Paparella e dell’Assessore Maria De Grandi nonché dei tre consiglieri di minoranza presenti, unita alle assenze di Pignatale, Maiullaro e Marazia, hanno fatto venir meno al Sindaco il sostegno della maggioranza di governo.

In Consiglio Comunale, infatti, sono rimasti solo sei consiglieri, oltre al Sindaco: insufficienti a mantenere valida la seduta per cui il Presidente Capriulo l’ha dichiarata sciolta, rinviandola ad oggi pomeriggio alle ore 16.00.

Subito dopo la “debacle”, Lionetti, più amareggiato che arrabbiato perché si aspettava una mossa del genere,  ha riunito i suoi in Municipio e mentre gli uffici procedevano ad avvisare, come per prassi, i consiglieri comunali assenti ieri, ha dettato la linea politica: andare avanti, senza cedimenti.

Che cosa succederà, dunque, oggi?

Innanzitutto ci vorrà il numero legale, un minimo di presenze per dare validità alla seduta.

Lo Statuto Comunale, all’art. 18, afferma che “in seconda convocazione è sufficiente la presenza di almeno un terzo dei componenti il consesso” mentre il Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale all’art. 19 afferma che “per la validità della seduta di seconda convocazione è sufficiente la presenza di sette Consiglieri senza computare il Sindaco”.

 Una discrepanza non da poco, dato che la tenuta di “Rinascita” si mantiene su un solo Consigliere; tuttavia avendo lo Statuto preminenza sul Regolamento, è sufficiente che oggi in aula ci siano 6 componenti (fra Consiglieri e Sindaco) per rendere valida la seduta e andare ad approvare i punti.

Ecco perché il Sindaco afferma che “i numeri ci sono”.

Diversa, ovviamente, la valutazione politica di quanto potrebbe accadere.

Se, infatti, la matematica e lo Statuto danno ragione a Lionetti, è ovvio che non può reggersi un governo del paese sui voti di soli sei consiglieri, una maggioranza risicata e a rischio. Approvare, poi, il contestato punto n. 3 ovvero la ratifica della variazione di Bilancio disposta dalla Giunta Comunale lo scorso 10 ottobre, vorrebbe dire per il primo cittadino alienarsi del tutto la fiducia del gruppo che contesta quell’atto dunque De Grandi-Paparella ma anche Maiullaro e Marazia.

Quattro Consiglieri comunali che, assieme ai cinque della minoranza, potrebbero mandare a casa definitivamente l’Amministrazione Lionetti se solo decidessero di farlo.

D’Altra parte, non approvare quell’atto, ritirarlo per poi ridiscuterlo in un momento più tranquillo, vorrebbe dire che  il Sindaco cede alle pressioni di questo gruppo e nello stesso tempo scontenta alcuni suoi fedelissimi come Del Re e Lopane.

Lo scenario più probabile, a questo punto, è che in Consiglio, oggi, si presentino i fedelissimi del Sindaco e almeno due dei “contestatori” ovvero la Marazia e Maiullaro: un segnale per dire: “ci siamo, ti diamo fiducia ma attento, Sindaco, a quel che fai”. Il punto sarebbe approvato e la “faccia” della De Grandi e Paparella sarebbe salva dato che loro non ci saranno. 

La tanto invocata verifica poltica di metà mandato e il conseguente rimpasto di Giunta, a questo punto, potrebbero essere anticipate di molto rispetto alla data inizialmente fissata dal Sindaco a fine dicembre.

 

 

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