La voce del paese

Il Presidente Giustino sull’iniziativa per Rossani

Francesco Giustino piccola

 

Gentile Direttore,
 
La prego di volermi concedere un piccolo spazio per fornire alcuni chiarimenti in ordine all’evento di domani sera ed all’equivoco che si è venuto a determinare. Suo tramite, mi rivolgo al dott. Salvatore Caponio che ha formulato delle doglianze – immotivate, a parere dello scrivente – che lo hanno indotto a sentirsi escluso e persino a rivolgere la medesima accusa alla testata. Non ho dubbi sul fatto che il dott. Caponio sia in buona fede, ma un temperamento reattivo – complice la mia assenza da Cassano, sono appena rientrato da una missione internazionale per conto della mia amministrazione, che può aver determinato l’idea di un disinteresse – e qualche inefficienza comunicativa lo hanno indotto in errore. Allora, ricapitoliamo. Gentile dott. Caponio, caro Salvino, Ti dico dopo perché sono costretto a risponderti in pubblico. Mi spiace davvero per il malinteso, però obiettivamente Tu ci hai messo del tuo. Ti dico perché, sono sicuro che mi comprenderai.
 
1. La Fondazione Albenzio Patrino di cultura e cooperazione europea, che presiedo,  non ha certo l’esclusiva per le Commemorazioni di Rossani. Essa si pone con umiltà di fronte alla storia ed alla comunità.
 
2. L’evento del giorno 3 dicembre p.v., è una breve commemorazione nella cui occasione si presenterà questa cooperazione culturale con la Cantina Sociale. Si tratta di un evento di breve durata, che sarà replicata in altre città. Un breve cenno storico (ho detto storico, non agiografico) con qualche riflessione di uno storico (che è anche Consigliere della Fondazione), un brevissimo cenno a quello che la Fondazione farà nei prossimi mesi, una breve presentazione dell’edizione limitata di bottiglie di vino dedicata al Maggiore Rossani. NON si tratta di un convegno di storici, né di biografi di Eroi. È solo un evento per informare la comunità, nel quadro del centenario della Grande Guerra, che vi è una mobilitazione spirituale e culturale in seno alla stessa comunità animata dalla Fondazione che è parte integrante della medesima comunità. Tutto qua.
 
3. Ovviamente lo scrivente sa bene che il dott. Caponio sta lavorando da circa un anno alla preparazione di un atto biografia dell’Eroe cassanese: non credo che Tu abbia dimenticato che lo scrivente ha creato e favorito il tuo contatto con la famiglia Rossani, proprio per agevolare il lavoro di ricerca che Tu mi avevi annunciato di volerti accingere.
 
4. Come ho scritto sopra, io purtroppo vivo tra Roma e alcune sedi europee: non posso curare capillarmente gli inviti. Oltretutto, sapendo che tu non vivi a Cassano, mi è sembrato eccessivo scomodarti (se non erro vivi nel brindisino). Ancor di più: sono stati veicolate solo una decina di email, affidandoci alla comunicazione ospitata dalle testate locali online e da alcuni manifesti e volantini in città. Pretendere un invito ufficiale, comprenderai, appare un piccolo capriccio (non prendertela, è colpa mia, non trovo parole più tenui) attesa la quasi informalita dell’evento. Bene ha fatto quindi, il dott. Vincenzo Gentile a veicolare l’invito e l’informazione anche a te: non posso arrivare a fare tutto. Qui tutti sono invitati e tutti possono invitare tutti: Mario Rossani ci unisce, non vi sono dominii o esclusive. Ringrazio quindi anche io Vincenzo Gentile per aver pensato ad invitare Te e chiunque riterrà opportuno invitare.
 
5. Non ho nemmeno invitato, se è per questo, nemmeno la Famiglia Rossani (che vive in una città del Nord) a cui però ho fatto recapitare alcune bottiglie per averne una sorta di “benedizione”, prima di presentarlo.
 
6. Ovviamente, ovviamente ci fai perdere l’effetto sorpresa. Il tuo lavoro è infatti nel novero delle cose che sono in programma. E dato che immagino tu stia preparando qualcosa di importante e di serio penso che sarebbe stato giusto che questo si manifestasse in modo congruo e adeguato: con una iniziativa appropriata e dedicata. Venir fuori in questo modo toglie compostezza al tuo stesso lavoro. Credimi. E, credimi ancora, non te ne voglio per questo.
 
 7. Ora veniamo a qualche nota appena più dolente anche per me. Prima di tutto la testata online che ospita questo nostro incontro epistolare. Avrai anche Tu intuito che il Direttore, lungi dal voler censurare alcunché, ha solo voluto attutire la portata polemica, filtrando solo per prudenza l’invettiva. Prendiamola entrambi come lezione di quanto sia difficile gestire e dirigere questo strumento: se ci stai, presentiamo – mi ci metto anche io – le scuse al Direttore e ai lettori. E poi c’è la contestazione alla Fondazione. Ti prego, sforzati di comprendere che l’hai chiamata ingiustamente, immeritatamente, in causa. Preferisco che ce la si prenda con me. La Fondazione fa uno sforzo economico e organizzativo per garantire tensione alla qualità culturale della città e del territorio: andrebbe aiutata, non avvilita. È proprio questo il motivo per cui ti scrivo in pubblico. E non ho dubbi sul fatto che tu mi comprenderai. Ogni volta che facciamo un’iniziativa c’è qualcuno, più di uno anzi molti, che se la prende per non essere stato invitato in modo ufficiale e acclarato: non solo non è un modo elegante di vivere intimamente la riflessione culturale a cui ci si appresta, ma crea una continua ed indesiderata sfida tra persone che hanno a cuore la cultura, innesta rancori e risentimenti o, d’altra parte, aspettative improprie. La Fondazione nasce per unire, non per dividere. Se vuoi, puoi aiutarci a far passare questo messaggio. Io personalmente parlerò per pochissimi minuti, il professore (persona schiva e profonda) per una decina di minuti. Se vuoi, se lo reputi indispensabile, posso cederti il mio tempo. Ma fossi in Te, penserei bene di usare le energie per insistere nel lavoro di ricerca per poter offrire il contributo nell’occasione che andrà a meritarsi.
 
Sono in aereo, da Barcellona a Bari, un mare sotto e sopra il cielo, lì dove “il Maggiore” forse mi sta guardando e ride per questo equivoco. Non credi che la cosa migliore sia quella di bere insieme un sorso del nuovo “rosso” (insieme al Direttore, se gradirá, ed al Presidente Gentile, insieme a chiunque ci sarà in spirito di rispetto e di sensibilità patriottica, storica, culturale) per archiviare il malinteso, onorare Cassano e Rossani e prepararci alle prossime iniziative? 
 
Un saluto ai lettori, alla testata ed a Te. A domani.
 
Francesco Giustino
(Presidente della Fondazione Albenzio Patrino di cultura e cooperazione europea)

 

 

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