Cronaca

“Sequestrata” per un’ora al Centro per minori di Cassano la Albano

minori stranieri

La Garante Nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, insieme con altre persone, ieri pomeriggio è stata sequestrata all’interno della comunità per minorenni stranieri non accompagnati di Cassano mentre stava effettuando un giro di incontri in Puglia.

Il sequestro è durato circa un’ora e sono stati i Carabinieri a liberare le persone costrette a rimanere chiuse nella struttura dove ci sono circa 30 ragazzi provenienti prevalentemente da Gambia, Nigeria ed Egitto.

Non è la prima volta che presso la struttura ospitata in una proprietà della Masseria “Ruotolo”, in via Lago Nuzzi, sulla Murgia cassanese e gestita dalla Associazione “Etnie” di Bisceglie vi sono casi di proteste: poco più di due mesi fa (leggi l’articolo) dovette intervenire la Polizia Locale, chiamata dalle operatrici del Centro, per un probabile TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) a carico di uno degli ospiti, poi rasserenatosi e venuto a più miti consigli.

“Quello che è successo ieri pomeriggio rende l’idea di quanto le istituzioni non riescano ad assicurare tempestivamente i diritti ai minori stranieri soli ‘trattenuti’ ben oltre i 60 giorni previsti nelle strutture governative. Doloroso e difficile aver vissuto questa esperienza, ancor più doloroso e difficile la condizione che vivono questi ragazzi e gli operatori che se ne prendono cura”: lo scrive su Facebook la garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza della Puglia, Rosy Paparella che accompagnava la Albano.

Ed è proprio la Albano a raccontare come sono andari i fatti: “Nel momento in cui le nostre auto sono state parcheggiate, ci hanno chiuso all’interno della struttura – ha raccontato la Garante – Alcuni dei ragazzi hanno bloccato le vie d’uscita, impedendo alle macchine di muoversi. Alcuni di questi ragazzi erano in stato di sovraeccitazione nervosa e hanno minacciato ripetutamente la responsabile della struttura. Alcuni addirittura di tagliarle la gola. Questi episodi vanno avanti da giorni: hanno anche distrutto un locale all’interno della struttura”.

La visita, come tutto il piano di monitoraggio delle strutture per i minori non accompagnati, aveva l’obiettivo di verificare le condizioni in cui vivono i ragazzi e di realizzare una rete nazionale. La delegazione, composta dalla garante nazionale e regionale, dai due funzionari dell’ufficio dell’autorità garante, un rappresentante dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) e un rappresentante del Cnoas (il Consiglio nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali), dopo gli incontri in prefettura in tribunale ha raggiunto il centro cassanese.

“I ragazzi – spiega ancora Albano – sanno che per legge devono rimanere 60 giorni e sono lì dal mese di ottobre. In aggiunta va precisato che non vengono direttamente dallo sbarco, ma da lunghe permanenze in Calabria, e sono ancora in prima accoglienza. Anche i ragazzi che hanno inscenato questa forma di protesta sono in parte esasperati dai tempi e in parte hanno un vissuto traumatico. Il loro viaggio lo avevano immaginato diverso”.

La garante Albano conclude: “Continueremo nel nostro lavoro con le poche forze che abbiamo a disposizione. Il problema dei tempi è rilevante: la prima accoglienza, peraltro con questi numeri, funziona se è limitata”.

 

 

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