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Quest’anno le donne non festeggiano: scioperano!

sciopero donne

La Festa della donna 2017 ha il volto dello sciopero contro la violenza e le discriminazioni di genere. Una mobilitazione che prende forma su scala internazionale e che mercoledì 8 marzo vedrà coinvolti i trasporti pubblici in tutta Italia. A rischio i servizi nelle grandi città dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 sino a fine servizio. Non è un caso che lo sciopero cada proprio in occasione della ricorrenza dell’8 marzo: è stato infatti proclamato da Women’s March e da altri movimenti femministi come l’italiano Non una di meno, per portare avanti la lotta a ogni tipo di discriminazione di genere. Sarà una giornata di riflessione ma anche di grandi disagi per tantissimi pendolari, che si vedranno costretti a rinunciare a gran parte dei consueti spostamenti.

Usb (Unione sindacale di base), Usi (Unione sindacale italiana) e Sgb (Sindacato generale di base) si sono uniti nello sciopero, per cui è stata rilasciata una nota con cui è stata fornita la chiave di lettura all’iniziativa: “La lotta delle donne contro la violenza e le discriminazioni di genere indica nella liberazione dallo sfruttamento e dalla precarietà nel lavoro la strada maestra per l’emancipazione. L’unità si conquista nella solidarietà concreta e nella lotta su obiettivi comuni, nel rispetto reciproco”. L’occasione della Festa della donna per attivare lo sciopero globale contro la violenza e le discriminazioni è quindi il segnale forte di una protesta che per farsi sentire vuole perturbare la quotidianità in quello che si è preannunciato come il “mercoledì nero” dei trasporti.

In queste ore alcuni si interrogano però sull’utilità di uno sciopero del genere e di tale portata nell’ambito della lotta alla violenza di genere. Alcuni chiedono quale sia il giovamento che il mondo femminile trarrebbe dallo stop programmato per mercoledì 8 marzo. Il sindacato ha fornito una sua risposta: “Sanità, Scuola, Mobilità, Previdenza, Servizi sociali pubblici e universali sono la misura della giustizia sociale e della civiltà umana. Il lavoro per tutti, con una paga adeguata ai bisogni del XXI secolo è la garanzia della libertà di pensiero, di espressione e di organizzazione”. Una spiegazione per alcuni non sufficiente a definire lo sciopero dei mezzi pubblici come “risposta adeguata” al bisogno di parità di diritti e libertà delle donne.

 

 

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