Politica

Primarie di “SiAMO Cassano”: ipoteca o effetto boomerang?

candidate primarie

Occhi puntati sulle primarie di “SiAMO Cassano” che quest’oggi decideranno chi sarà la candidata sindaco della lista fra Donatella Laricchia e Linda Catucci.

Due i motivi principali di interesse, in vista delle amministrative dell’11 giugno.

Innanzitutto conoscere chi fra le due contendenti prevarrà in termini di voti: la vittoria dell’una o dell’altra candidata, infatti, potrebbe aprire scenari futuri che vanno al di là della politica amministrativa, i cui sviluppi sono di là a venire.

L’altro motivo di interesse è legato all’affluenza. Quanti cassanesi, cioè, andranno a votare?

La risposta a questa domanda vale una caparra importante sull’intera posta in gioco: la conquista del Palazzo Municipale.

Il fatto è che le primarie, in generale, sono una incognita e non solo per il partito o la coalizione di partiti che le organizzano e le sostengono. Anche e soprattutto per l’afflusso di elettori.

Se, infatti, le vere e proprie elezioni, quelle “secondarie” vengono ancora avvertite come un dovere civico, in particolare le amministrative, e c’è una spinta da parte di tanti candidati a portare al seggio i cittadini e le cittadine che possono sostenerli, alle primarie la corsa è ovviamente meno pregnante; ci si muove se si ha una forte carica emotiva o una grande motivazione politica per sostenere questo o quel candidato.

Non basta il senso civico ma occorre una spinta in più, un qualcosa in più.

Senza considerare, poi, un fattore psicologico, legato all’appartenenza: alle primarie, cioè, ci va chi già “appartiene” ad una determinata parte politica e non teme di farlo sapere, cosa che nei nostri paesi non sempre accade.  Nel segreto dell’urna – quella “ufficiale”, è tutto diverso.

Torniamo, quindi, ai numeri.

Diciamo subito che a nostro parere se al seggio ci andranno un migliaio di cassanesi, per “Siamo Cassano” sarà un ottimo biglietto da visita per presentarsi all’11 giugno come una delle lista candidate alla vittoria finale.

La soglia di mille votanti non è tirata giù a caso ma segue un ragionamento.

A Cassano, finora, le primarie si sono tenute tutte nell’ambito del centrosinistra e sempre per eleggere i candidati Governatori della Regione Puglia o il Segretario Nazionale del Pd.

Sia nel 2010 (fra Vendola e Boccia) che nel 2012 (fra Bersani e altri quattro contendenti fra cui lo stesso Vendola) andarono alle urne, a Cassano, poco più di 600 votanti (616 per la precisione).

Semore nel 2012, poi, Pd e SEL organizzarono le cosiddette “parlamentarie” per decidere chi dovesse essere messo in lista per le elezioni politiche. A votare, quell’anno, ci andarono in 277.

Nel 2013, infine, (si scontravano Renzi, Civati e Cuperlo per la segreteria del Pd) a votare ci andarono in 276 a Cassano.

La “forchetta”, dunque, è fra un minimo di 276 ad un massimo di 616 votanti.

Un altro dato.

A Santeramo in Colle, circa due settimane fa, un centrosinistra (spaccato) ha chiamato alle urne i cittadini per decidere il nome del candidato sindaco dato che Michele D’Ambrosio era entrato in rotta di collisione con il Pd santermano. Alle “primarie si sono presentati, alla fine, 1.891 elettori (minorenni compresi e con lo spoglio chiuso al pubblico ed ai giornalisti, dunque senza una minima possibilità di verifica!), in un Comune che conta più del doppio degli elettori di Cassano.

Un migliaio di elettori alle “primarie”, dunque, sarebbe un rispettabile punto di partenza per la lista di centrodestra cassanese.

Al di sotto o molto al di sotto, qualche campanello d’allarme dovrebbe suonare per la lista, per evitare una sorta di “effetto boomerang”.

Se, invece, si andasse oltre o molto oltre il migliaio di schede, per gli avversari si aprirebbe una campagna elettorale tutta in salita.

Tenendo sempre presente, comunque, che matematica e politica non sempre vanno d’accordo.

 

 

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