Trash-mob: la vergogna dei rifiuti in casa nostra
L’immondizia sotto gli occhi. Anche di chi non vuole, non vorrebbe vedere. Di chi le Murge le guarda da lontano e non frequenta le campagne attorno Cassano. Quelli per cui l’ambiente è una variabile sconosciuta.
E’ lì, in piazza Rossani, che c’è il risultato di una mobilitazione che dura da 25 anni e che coinvolge Cassano da cinque: quella di Legambiente con “Puliamo il Mondo”, iniziativa che quest’anno ha visto ripulire, per due giorni, una vasta porzione nei pressi di Fra Diavolo e nel Centro storico grazie all’opera di tanti volontari di Legambiente, Murgia Basket, gli scout dell’Agesci, i richiedenti asilo del progetto Sprar ed alcuni operatori dello stesso, semplici cittadini e qualche Amministratore pubblico.
Quintali di rifiuti di ogni genere che la “Tradeco”, mettendo a disposizione i propri mezzi, ha portato via: laddove possibile differenziare oppure in discarica.
Ma un bel mucchietto di quei rifiuti sono stati posizionati in piazza Rossani, dinanzi a quella Sala Consiliare dove proprio domani la massima assise cittadina si riunirà per discutere di alcune tematiche.
Le frasi ad effetto che tappezzano le transenne attorno al “trash-mob” non destano impressione quanto la indifferenza di tanti nostri concittadini e non dinanzi a questo scempio che non conosce limiti geografici e che invade, da tempo, il nostro territorio.
Certo non basta una giornata di pulizia di un tratto di collina, né forse serve più “sensibilizzare” i cittadini al corretto smaltimento dei rifiuti.
Occorre, piuttosto, una azione concentrica e perseverante innanzitutto da parte della Pubblica Amministrazione, che ad oggi non c’è e che si deve basare su principi e modalità che da anni altri Paesi fanno propri:
– una chiara politica di riduzione dei rifiuti
– controlli e sanzioni verso chi non rispetta le norme (quanti commercianti, soprattutto ambulanti, usano ancora gli ormai fuorilegge “shoppers” in plastica? Avete mai visto elevare loro qualche sanzione?)
– utilizzo massiccio della video sorveglianza (le due fototrappole acquistate un anno fa dal Comune sono ancora inutilizzate)
– pubblico ludibrio per chi viene pizzicato a sporcare (diffusione delle immagini e video dei zozzoni)
– campagne insistenti di informazione ed educazione ambientale, con investimenti pubblici
– incentivi reali per chi differenzia e/o riduce i rifiuti (ad esempio con la riproposizione dell’EcoPunto).
Se ne potrebbero elencare tanti altri (basti pensare a quante parti del Progetto della Esper per la raccolta e smaltimento rifiuti non vengono ancora oggi rispettati, dopo ben cinque anni) ma è chiaro che la politica – intesa come amministrazione ma anche come forze di opposizione, dentro e fuori il Consiglio, deve darsi da fare per evitare queste vergogne.