La voce del paese

Conoscere Maria Valtorta: la sua vita , le sue opere

foto conoscere M Valt

 

Conoscere Maria Valtorta

La sua vita , le sue opere. Un dono per l’umanità.

Nota introduttiva dell’autore

Finora su Cassanoweb sono stati pubblicati solo alcuni capitoli  dell’opera “L’Evangelo come mi è stato rivelato”  e per molti Maria Valtorta è un nome ancora sconosciuto, oppure conosciuto in modo indiretto.

L’opera per me ( come per tanti altri) è molto interessante, perché con visioni e dettature descrive la vita di Gesù ed i luoghi in cui egli evangelizzò, in maniera  dettagliata da risultare  molto edificante ed istruttiva.

( http://www.scrittivaltorta.altervista.org/per_volume.htm)

Per questo ho proposto la pubblicazione di tre articoli che parlino di Maria Valtorta, per far conoscere tutto ciò che la riguarda, anche se in modo conciso, affinchè anche i meno informati possano capire ed approfondire tutti i misteri che la circondano.

Non si può essere  esauriente in poche pagine , però con i riferimenti inseriti e con lo strumento che abbiamo a disposizione,  cioè   internet, sarà possibile a chiunque

farsi liberamente una chiara idea in merito, positiva o negativa che sia, perché lo scopo non è quello di influenzare ma soprattutto informare.  Grazie

Parte  prima

Chi è Maria Valtorta.

Maria Valtorta è una mistica cristiana che ha beneficiato, dal 1943 al 1947 (e in misura inferiore fino al 1953), di visioni di scene del Vangelo che sono state raccolte in un’opera monumentale: “Il Vangelo come mi è stato rivelato” (il titolo dell’edizione precedente era: Il Poema dell’ Uomo-Dio).  Quest’opera di grande diffusione  è stata messa un tempo nell’Indice dei libri proibiti dal Sant’ Uffizio (1960), ma ha anche beneficiato di importanti sostegni in seno alla gerarchia cattolica. La polemica interviene all’epoca conciliare nel seno stesso della Curia romana. Essa ha senza dubbio contribuito anche a definire la posizione della Chiesa cattolica sulle rivelazioni private.

La mistica cattolica Maria Valtorta  gode di un’ ampia devozione popolare e  di una notorietà internazionale, poiché le sue opere sono ormai tradotte in molte lingue, persino in giapponese e cinese (più di due milioni di volumi in 12 lingue).

 “L’Evangelo come mi è stato rivelato”, scritta a seguito di visioni e dettature da parte di Gesù ,è costituita da dieci volumi  suddivisi in 652 capitoli, per ben 4500 pagine circa.

La sua vita.

Maria Valtorta nasce a Caserta il 14 marzo 1897 da genitori lombardi. Il padre era ufficiale di cavalleria e la famiglia Valtorta traslocò diverse volte, prima di stabilirsi definitivamente a Viareggio. La condizione familiare piuttosto agiata permise alla giovane Maria di frequentare il prestigioso Collegio “Bianconi” di Monza, dove ricevette un’educazione classica, segnalandosi soprattutto per l’eccellente padronanza della lingua italiana.

 Ma, prima ancora della conclusione degli studi, la sua vita fu segnata dai primi scontri con la madre, la quale infranse il suo sogno di sposarsi. Inoltre, nel 1920, subì una aggressione da parte di un giovane deviato il quale, sferrando un forte colpo sul fianco con una spranga di ferro, le lesionò la spina dorsale: questo fu l’inizio di un interminabile calvario medico che, nel 1934, la vide infine costretta a letto, semiparalizzata dalla vita in giù.

Nonostante le crescenti difficoltà, Maria Valtorta si dedicò interamente all’approfondimento della fede cristiana cattolica, anche come delegata dell’Azione Cattolica, finchè glielo permisero le sue forze. La lettura dell’autobiografia di Teresa di Lisieux, “Storia di un’anima”, fece maturare in lei la decisione di offrirsi come vittima: « vittima d’Amore prima, per consolare l’Amore divino che non è riamato, e poi anche di Giustizia, per la salvezza delle anime e del mondo. »
(Maria Valtorta).

Sopraggiunta la paralisi, pensò di dedicarsi alla scrittura e abbozzò un romanzo a sfondo autobiografico, “Il cuore di una donna”, che, tuttavia, non condusse mai a termine, in parte per ragioni di obiettiva difficoltà, ma soprattutto perchè, nel corso del 1943, la sua vita, che ella credeva ormai prossima alla conclusione, conobbe una svolta radicale.

In quell’anno, ella incontrò un sacerdote servita, padre Romualdo Maria Migliorini, ex-Missionario destinato al convento di Viareggio; questi divenne il suo direttore spirituale e le chiese di scrivere la propria autobiografia. Ella, superata l’iniziale riluttanza a rivangare un passato ancora doloroso, obbedì e, nell’arco di pochi mesi, riempì sette quaderni autografi.

Il secondo e cruciale evento dell’anno si verificò il Venerdì Santo: Maria udì una “voce” – che pensò essere la voce di Gesù – la quale la induceva a scrivere, come sotto dettatura. Quel primo “dettato” segnò l’inizio di un’opera monumentale: tra il 1943 e il 1947, con “punte” fino al 1951, Maria vergò di getto, senza rileggere,centoventidue quaderni autografi (ossia quasi 15.000 pagine manoscritte), che contengono tutte le opere diverse dall'”Autobiografia”, scritte a episodi, di getto e in contemporanea,  con la descrizione di visioni e rivelazioni che riceve dal Signore . Eppure, da quelle condizioni di salute e di lavoro – per di più aggravate dagli eventi bellici, che la videro anche sfollata – nacquero testi corposi e organici.   Ben presto, la presunta “voce” di Gesù – cui, nei “dettati”, si aggiunsero via via anche l’Eterno Padre, lo Spirito Santo, Maria Santissima e l’Angelo custode della scrittrice – indicò come principale la grande opera sul Vangelo, che, una volta completata, avrebbe visto descritta (in una serie di “visioni”) e commentata (nei “dettati” che accompagnano i singoli episodi) la vita di Gesù e Maria, dall’Immacolata Concezione fino all’Assunzione.

Padre Migliorini cominciò ben presto a formare copie dattiloscritte di quanto Maria andava scrivendo e anche a farle circolare, sebbene ella e anche la sua “voce” interiore fossero contrarie a qualsiasi divulgazione degli scritti prima della morte di Maria stessa. Tale divulgazione, tuttavia – necessariamente frammentaria – attirò l’attenzione del Sant’Uffizio, che ordinò il ritiro di tutti i dattiloscritti in circolazione.
L’intera opera della Valtorta fu comunque sottoposta, per una sua valutazione e giudizio, all’allora pontefice Pio XII, il quale dopo averla attentamente consultata diede disposizione di pubblicarla e di leggerla “così come è stata scritta”. Questo per evitare che alcuni zelanti chierici potessero in qualche modo censurare alcuni passaggi e capitoli che a loro dire risultavano essere poco edificanti.
Va detto che l’opera ha subito inoltre approfondite analisi da parte di molti eminenti teologi cattolici i quali dichiararono unanimemente che questa era assolutamente conforme alla ortodossia cattolica.

Maria Valtorta inoltre mentre era impegnata nella stesura del suo Evangelo riuscì a riempire una grande quantità di quaderni tanto da poter formare in seguito ben 3 volumi di oltre 400 pagine l’uno il cui contenuto risultava integrativo dell’opera principale. Questi volumi sono titolati rispettivamente Quaderni 1943 / 1944 / 1945-50.
Si pensò allora ad un’edizione a stampa di tutta l’Opera principale, ma svariate difficoltà si frapposero alla realizzazione del progetto: soltanto nel 1956 vide la luce il primo di quattro volumi, intitolato “Il Poema di Gesù”, per i tipi delle Edizioni Pisani. Peraltro, nei volumi successivi, che furono pubblicati con cadenza annuale fino al 1959, il titolo – suggerito dal noto clinico Nicola Pende, un estimatore dell’Opera – fu modificato in “Il Poema dell’Uomo-Dio”, poichè la versione originaria era già stata usata da un’altra casa editrice.

All’indomani della pubblicazione del quarto volume, il 16 dicembre 1959, il Sant’Uffizio condannò l’opera e la iscrisse nell’Indice dei libri proibiti. Il decreto della “Suprema”, come di consueto in simili casi, non era motivato; su “L’Osservatore Romano” del 6 gennaio 1960, esso fu riportato insieme con un articolo di commento, intitolato “Una vita di Gesù malamente romanzata”. Il provvedimento è discusso nella sezione dedicata alla posizione della Chiesa.

Maria Valtorta, a quanto si dice, reagì quasi con indifferenza alla notizia della condanna; forse era iniziato quel misterioso processo che la portò, nei suoi ultimi anni, ad estraniarsi dal mondo in misura sempre maggiore.
Morì nella propria casa di Viareggio, il 12 ottobre 1961, e spirò non appena il sacerdote, recitando la preghiera per i moribondi allora in uso, le ebbe rivolto l’invito: “Proficiscere, anima christiana, ex hoc mundo” (Parti, anima cristiana, da questo mondo). Fu sepolta nel cimitero viareggino, ma, nel 1973, la salma fu riesumata e traslata a Firenze, presso la Basilica della Santissima Annunziata, il cui celebre affresco, ella aveva molto ammirato in vita.

Di recente, l’Ordine dei Servi di Maria ha tentato di introdurre un processo di beatificazione, ma il Vescovo di Lucca, nella cui Diocesi è morta Maria Valtorta, ha proposto di adire l’Arcivescovo di Firenze – adducendo, tra le altre, ragioni di ordine pratico, per essere il Tribunale diocesano già impegnato in un processo di beatificazione alquanto ponderoso – e il Metropolita, una volta designato quale giudice dalla Congregazione per le Cause dei Santi, ha negato l’introduzione della causa, forte del parere negativo, pressochè unanime, dei Vescovi toscani; parere le cui ragioni, peraltro, non sono state comunicate al Postulatore.

Fonti : http://www.fondazionemariavaltorta.it/it/persona.php

Si    ringrazia   la    Fondazione   Maria Valtorta –   Centro  Editoriale Valtortiano –  srl   di Isola del Liri -FR , www.mariavaltorta.com     per  aver  autorizzato  la  pubblicazione   dell’articolo   su   Cassanoweb.

°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°

Delle sue opere e dei pareri espressi da autorevoli personaggi  ne parleremo nei prossimi due articoli, che   usciranno a breve.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *