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D’Atri vuole una piscina a Grumo. Coi soldi del Piano di Zona

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I disabili hanno l’assistenza domiciliare a singhiozzo, per la scarsità dei fondi? Ai bambini bisognosi di essere seguiti a scuola manca il sostegno? Per le donne vittime di violenza non ci sono luoghi idonei all’accoglienza?

Chissinefrega: noi ci facciamo la piscina!

La fantasia di certi amministratori locali certe volte è davvero senza confini. E’ il caso, ad esempio, del Sindaco di Grumo Appula Michele D’Atri: partito dall’estrema destra e approdato alla corte di Michele Emiliano, al secondo mandato nel paese degli Apuli, con velleità di arrivare alla Regione Puglia.

Grumo è il paese capo-fila dell’Ambito Territoriale Ba/5 – nonostante una dura ma inutile battaglia di Davide Carlucci, primo cittadino di Acquaviva delle Fonti, per spostarlo nella sua città – di cui fanno parte anche Toritto, Binetto e Sannicandro oltre Cassano e Acquaviva.

Cosa si inventa D’Atri?

Impegnare 40mila euro l’anno per i prossimi 20 anni (dunque 800mila euro) dei soldi del Piano di Zona per la costruzione di una piscina coperta nel territorio di Grumo con il sistema del “project-financing”; progetto a cui lo stesso Comune di Grumo doveva aggiungerci altri 25mila euro l’anno (sempre per 20 anni).

In cambio ogni paese dell’Ambito avrebbe avuto un certo numero di accessi gratuiti a favore delle fasce più bisognose della popolazione.

Un bell’affare, certo: ma solo per il gestore.

Dinanzi a questa proposta, i rappresentanti dei Comuni, nell’ambito, ovvero i Sindaci (tranne quello di Acquaviva, assente) cosa fanno? Accettano la proposta, senza considerare la spesa superflua ed eccessiva, i tempi lunghissimi impegnati (gli Ambiti hanno programmazione triennale: chi paga, se non venissero più finanziati?) ma soprattutto un aspetto che avrebbe dovuto far recedere tutti da questa decisione: a pochi km. da Grumo ovvero a Toritto c’è già una piscina fatta costruire dalla Asl Bari, oggi in disuso che potrebbe essere facilmente recuperata e messa in uso.

“Sindaco Di Medio si rende conto di quello che ha firmato?” ha tuonato Teodoro Santorsola, nell’ultimo Consiglio Comunale, rivelando la vicenda, fra lo sbigottimento generale dei consiglieri, anche di maggioranza, evidentemente all’oscuro della decisione della prima cittadina cassanese.

“Lasci stare: non se ne farà più niente”, ha replicato la Sindaca, dicendo che quella delibera (la potete leggere in questa pagina, in basso) è stata “accantonata”, non vale più.

Peccato che, come ha precisato il capogruppo di “Prima Vera Cassano”, nelle pubbliche amministrazioni non esiste “l’accantonamento” ma un atto che vada ad annullare il precedente ed al momento atti che annullano questa deliberazione non ce ne sono.

La Di Medio ha insistito e ribadito: “la piscina non si farà!”.

 

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