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Violenza sulle donne: a Cassano problema sottovalutato

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A colloquio con Raffaella Casamassima, Presidente dell’associazione “No More – Difesa Donna” che da diversi anni si occupa sul territorio di Cassano, e non solo, di lotta alla violenza contro le donne, prevenzione, informazione per i diritti, nel mese appena trascorso e dedicato proprio al contrasto della violenza di genere.

Presidente, nel corso di uno degli ultimi Consigli Comunali, la Sindaca Maria Pia Di Medio ha snocciolato dati preoccupanti riguardati i casi di accesso, da parte di donne residenti a Cassano, verso le strutture di prima accoglienza dedicate alle vittime di violenza. Pare che Cassano abbia un poco invidiabile primato, nel nostro Ambito Sociale relativamente al 2018, ovvero 10 accessi contro i 3-4 di altri Comuni. Lei conferma questi dati?

Non ho i dati relativi all’anno 2018 ma posso certamente riferire di quelli relativi al 2017: al Centro Antiviolenza Li.A. dell’Ambito Sociale di Grumo Appula di sono recate n. 10 donne. Di queste, l’Associazione No More – Difesa Donna che rappresento ha favorito la persa in carico di n. 8 donne vittime di violenza.

 Qual è  oggi la realtà della violenza di genere nel nostro Comune e nell’Ambito nel quale Cassano è inserito?

Per quella che è la nostra esperienza è una realtà difficile e molto complessa. Nel nostro comune ho potuto constatare che è molto forte il fenomeno della violenza sia fisica che psicologica. Non vengono ovviamente risparmiati i minori, vittime di violenza assistita, quindi spettatori delle violenze. In alcuni Comuni dell’Ambito come Toritto, Binetto, Sannicandro la violenza è molto più efferata e più difficile da far emergere. Quindi non mi stupirebbe se fosse confermato il dato di 3-4 accessi al Centro Antiviolenza nei Comuni diversi da Cassano delle Murge ed Acquaviva delle Fonti.

 Da anni l’associazione gestisce uno sportello di informazione presso la Biblioteca Civica di Cassano, aperto ogni mercoledì pomeriggio. Che bilancio si può fare dell’iniziativa?

Devo correggerla perché lo sportello non fornisce solo informazioni. Come sportello di ascolto effettuiamo il primo ascolto della storia della violenza della vittima. Concordiamo poi con il Centro Antiviolenza Li.A. un secondo incontro per favorire la presa in carico della donna da parte di quest’ultimo. Approfitto della sua domanda per ricordare che ci trovate ogni mercoledì pomeriggio nella Sala Alessandrelli della Pinacoteca Civica del Palazzo Miani – Perotti di Cassano delle Murge e siamo raggiungibili al n. 391.4278821. Le operatrici di primo ascolto sono volontarie formate e non improvvisate che conoscono il fenomeno della violenza di genere ed hanno seguito corsi di formazione organizzati dai Centri Antiviolenza. Il servizio è completamente gratuito.

Ritiene che Comune e in generale le istituzioni possano fare di più per aiutare le donne? E che cosa?

Ritengo di si. Le istituzioni, e quindi mi riferisco in prima analisi al governo potrebbe che fare di più dal punto di vista legislativo. Tanto è stato fatto ma tanto ancora si può fare. A cominciare dall’inasprimento delle pene e dalle misure di protezione nei confronti delle donne. Un provvedimento di allontanamento può non bastare. E’ di qualche giorno fa la notizia di un uomo che nonostante la misura coercitiva appunto dell’allontanamento è entrato nella casa della moglie, vi ha dato fuoco causando la morte del figlio. Le donne non denunciano perché non si sentono tutelate. Non vedono lo Stato come garante della libertà e della tutela dei loro diritti.

In seconda analisi, rivolgendomi agli Enti locali penso che si potrebbe fare molto di più. Maggiore sensibilizzazione sul tema della violenza, maggiori incontri nelle scuole, coinvolgimento delle Parrocchie…Si potrebbe fare davvero tanto. Se penso al Comune di Cassano penso che oltre a ciò che ho detto pocanzi potrebbe impegnarsi nella ricerca di una sede per il Centro Antiviolenza magari da dividere con la nostra Associazione. Un impegno che l’ex Sindaco Lionetti aveva preso ma… sappiamo tutti poi come è andata. Lo ringrazieremo sempre perché ha avuto l’intelligenza e la sensibilità di capire che la nostra associazione faceva sul serio e che non era strumentalizzata da politico alcuno. La Biblioteca civica non è un luogo adatto. Molte sono le donne che non vogliono recarsi in Biblioteca perché non vogliono essere viste.

Novembre, mese dedicato alla sensibilizzazione sul tema della violenza di genere, ha visto solo una iniziativa da parte dell’Associazione: come mai?

Le rispondo con un’altra domanda: come mai agli incontri di sensibilizzazione partecipano sempre le solite 10 – 20 persone? Avevamo organizzato un flashmob con la collaborazione della ASD il Gufo Canterino di Doris Tritto e con l’Asd Anthony Style Studios  – Team Puglia Cassano di Antoni Tucci ma il cattivo tempo non ne ha permesso lo svolgimento.

 Quali sono i programmi futuri dell’Associazione?

Abbiamo intenzione di lavorare di più nelle scuole. Vogliamo sensibilizzare i giovani del domani con progetti ed iniziative sul tema violenza di genere. La violenza di genere è un fenomeno culturale. Quindi intendiamo promuovere la cultura della parità e della non violenza. Perché la violenza di genere trova fondamento nella cultura maschilista. Abbiamo il dovere di promuovere la parità tra gli uomini e le donne perché nessuna donna deve subire più violenza da uomo maltrattante o addirittura morire per mano di quell’uomo. Perché le donne devono essere libere.

 

 

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