Politica

“Occorre una sollevazione morale per salvare Cassano”

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“Occorre una rivolta morale e civile dei cassanesi, che mandi a casa questa Amministrazione: dannosa per Cassano”: voce unanime dei tre gruppi di opposizione consiliare che domenica scorsa hanno tenuto in piazza Garibaldi un lungo comizio sulle ultime scelte e attività dell’Amministrazione Di Medio “che sta portando in un baratro questo malconcio paese”, hanno detto i cinque Consiglieri di minoranza che si sono succeduti al microfono, con la conclusione del Consigliere regionale Ignazio Zullo.

Linda Catucci e Rocco Lapadula hanno parlato di “muro di gomma” da parte della Di Medio e della sua Giunta, sordi a qualunque proposta che pure le minoranze dicono di aver fatto sui temi più svariati: dalla raccolta rifiuti alla gestione della ex “Casa Bianca”, dal personale del Comune alle tasse locali. Non solo, però, l’Amministrazione non ascolta ma non fa nulla per migliorare le cose. “Il Polisportivo di via Grumo – ha spiegato Lapadula – è ormai ridotto ad un campo di patate, la Federazione ha tolto anche l’agibilità al campo di calcio e le squadre locali sono costrette a giocare fuori paese, senza nessuna promozione dello sport cassanese”. D’altra parte non è un caso che la delega allo sport nell’ambito dell’Amministrazione Di Medio non ce l’abbia alcuno fra gli Assessori!

Ai due Consiglieri di “Siamo Cassano” hanno poi fatto eco anche Davide Del Re e Teodoro Santorsola: il primo ha ricordato i finanziamenti per il rifacimento del campo da tennis e per gli interventi su altre strutture del complesso sportivo: già pronti ed utilizzabili ma tralasciati dall’Amministrazione Di Medio per seguire il “mito” del project-financing, di cui si parla da due anni ma del quale non si vede ombra; Santorsola, invece, ha ricordato che al “PalAngelillo” ha giocato una squadra di serie A di futsal, quell’Atletico Casano si appresta a disputare un’altra stagione ad alto livello ma che ha esplicitamente denunciato problemi strutturali che hanno rischiato di farle perdere partite a tavolino. “Che cosa sta facendo l’Amministrazione per rispondere a queste necessità?”, ha chiesto il capogruppo di “Prima Vera Cassano”.

Amedeo Venezia, entrando in profondità sul malessere che attanaglia la comunità cassanese che spesso non riconosce la propria identità e ciò si tramuta in un disinteresse civico-politico, ha fatto riferimento ai tre anni di vuoto nella gestione del complesso “ex Casa Bianca”: per Venezia occorre che il Comune si faccia carico di creare uno spazio a favore dei più deboli, delle famiglie bisognose con anziani, un luogo di socializzazione e condivisione che questo paese non ha e di cui, invece, c’è urgenza.

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Il problema della scuola media e del ritardo con i lavori, non ancora cominciati, di ristrutturazione , al centro dell’intervento di Del Re, vicensindaco nell’Amministrazione scorsa, quella che intercettò il finanziamento per intervenire sul plesso di via Mameli. Il rappresentante di “Più Cassano” si è fatto portavoce di tanti genitori preoccupati per il mancato procedere dei lavori, a poco più di due mesi dall’inizio del nuovo anno scolastico. 

“La Di Medio rassicura tutti – ha detto Del Re  – che i lavori si faranno in 88 giorni e che è colpa dei tecnici che hanno consegnato tardi il progetto ma lo sa anche lei che dice una bugia, perché le carte parlano chiaro e dicono tutt’altro”.

“La verità – ha proseguito Del Re – è che ci si arrampica sugli specchi pur di non dire che si è aspettato tanto, troppo tempo senza far nulla per cantierizzate i lavori”.

 

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Ma si possono chiedere ai cittadini, con le tasse, più soldi di quanto ne sono necessari? la domanda, retorica, di Teodoro Santorsola. Già, perché stando all’ultimo Bilancio consuntivo il Comune ha nelle proprie casse oltre 1 milione di euro più del necessario, soldi rastrellati con le tasse locali da impresene e famiglie e lasciati lì, inutilizzati, senza che vi siano impieghi per servizi, ristrutturazioni, verde pubblico.

Santorsola ha poi fatto una serie di esempi per spronare alla riflessione la popolazione: dalla gara farlocca per il rifacimento del basolato su piazza Rossani (quattro ditte diverse per lavori simili e per di più con preventivi falsi) a quella prima avviata poi ritirata su pulizia e presidio del Palazzo Miani-Perotti, dove si voleva tagliare ulteriormente, sulla pelle dei lavoratori, il monte-ore lavorativo fino ad arrivare al ritardo con cui sono stati spediti gli avvisi di accertamento per il mancato pagamento delle tasse locali, con un danno erariale di centinaia di migliaia di euro.

“Civilmente ma con fermezza questa città si deve ribellare ad un Sindaco e ad una Amministrazione che per il 70% dei votanti non voleva” – ha concluso Santorsola, invitando tutti a far sentire la propria voce ed a ribellarsi “ad una cappa per non farci respirare”.

 

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Ignazio Zullo ha quindi concluso il comizio chiedendo un applauso per i cinque Consiglieri di opposizione che vivono ogni giorno la difficoltà di rapportarsi con un Comune diventato ormai un “castello arroccato in chi crede di avere sempre ragione, senza sbagliare mai e trattando con sufficienza tutti gli altri”.

“Dobbiamo ritrovare l’orgoglio – ha detto Zullo – di chiamarci cassanesi, quello di chi andava dovunque ed era orgoglioso di essere cittadino di questo luogo” e che adesso sembra ormai essere stato abbandonato da Dio e dagli uomini! Ma per farlo, occorre un “patto”: “facciamoci un esame di coscienza e chiediamoci quante volte non partecipiamo, ci giriamo dall’altra parte, non denunciamo per paura di esporci? La politica non si sveglia se non c’è pressione della società civile!”

Il Consigliere regionale ha poi evidenziato le tante incongruità delle scelte operative dell’amministrazione per quel che riguarda, ad esempio, le manutenzioni: “riparano la fontana monumentale e fanno seccare l’erba nelle aiuole circostanti”, fanno i passaggi rialzati e non asfaltano le strade, lasciano i rifiuti a marcire nelle periferie, vogliono fare turismo e piange il cuore a passare, di sera, da Piazza Dante con il Monumento ai Caduti spento e al buio “segno che si sono spezzati quei legami della città anche verso chi non c’è più ed ha dato la vita per la nostra libertà”.

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