“Maugeri”: gli addetti alle pulizie sul baratro del licenziamento
Primi frutti “avvelenati” del trasloco a Bari della ex Fondazione “Salvatore Maugeri”: 23 lavoratrici e lavoratori, addetti alle pulizie degli ambienti nella struttura di Cassano, sono sull’orlo del licenziamento perché la nuova società che ha vinto l’appalto presso la struttura barese non intende “assorbire” la manodopera cassanese.
I sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uil-Tucs che stanno assistendo i lavoratori nella vertenza hanno proclamato lo stato di agitazione ed organizzato un sit-in per le giornate di venerdì 29 novembre dalle 9.30 alle 12.30 presso l’ingresso della struttura cassanese e per giovedì 5 dicembre, giorno della inaugurazione della nuova struttura, presso la ex “Villa Patrizia”, a Bari, sede della nuova Maugeri, dalle 9.30 alle 12.30.
Lavoratrici, lavoratori e le rispettive famiglie chiedono che i vertici della ex Fondazione nonché gli Amministratori locali e finanche il Presidente della Giunta Regionale Pugliese, Michele Emiliano si possano rendere conto del “baratro sociale” nel quale si trovano, come spiega una nota delle organizzazioni sindacali.
Che nei giorni scorsi hanno incontrato sia il Direttore Amministrativo della struttura sanitaria Zanchi che la nuova società vincitrice dell’appalto, il Consorzio “Sialia scarl” ma nulla è mutato rispetto alle richieste di mantenere e conservare il posto di lavoro.
Per la nuova società che ha vinto il servizio di pulizie, infatti, non c’è continuità territoriale nel contratto predisposto dalla “Maugeri” né la stessa, nell’appalto, aveva prevista la cosiddetta “clausola sociale” ovvero l’obbligo, per chi vince l’appalto, di assumere i vecchi lavoratori, in continuità.
Porte chiuse su tutti i fronti, dunque, per una vertenza che va avanti da oltre due settimane e che ora arriva all’epilogo: se entro il 31 dicembre prossimo (ovvero alla scadenza del contratto con la società di pulizie che attualmente opera alla Maugeri di Cassano) la nuova società non avrà assorbito le lavoratrici e i lavoratori, ventitrè persone se ne torneranno a casa, senza lavoro.
fOTO D’ARCHIVIO