Politica

La fiducia sulla legge del Bilancio? Angiola: “Se si continua così…”

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La “fiducia” al Governo sulla Legge di Bilancio, passata ieri al Senato (con il NO di Paragone e l’assenza di altri senatori grillini baresi com Ciampolillo) arriva oggi alla Camera dei Deputati e fra i “malpancisti” c’è anche Nunzio Angiola, parlamentare del Movimento 5 Stelle molto attivo nel nostro territorio che ieri, in un lungo post su Fb, spiega che “se non mi viene data la possibilità di svolgere al meglio il mio mandato elettorale, me ne torno all’università. C’è il mondo fuori dal Parlamento!”.

Angiola lamenta che tutti e quattro i suoi provvedimenti presentati – incentivo all’acquisto dei motoairbag, modifiche alla disciplina sul reclutamento dei ricercatori universitari, una norma in materia di fonti rinnovabili e un emendamento alle norme sulla riscossione degli enti locali – sono stati di fatto cassati e stralciati, prtaicamente non sono stati riversati nella Legge di Bilancio.

Una manovra blindata, dunque, nella quale non hanno trovato spazio anche tante altre proposte di altri parlamentari.

“Per la quarta volta nella storia della Repubblica – spiega Angiola –  la Legge di Bilancio sarebbe stata approvata, con la doppia fiducia, dopo sole due letture, con la conseguenza che un ramo del Parlamento, in questo caso la Camera, non avrebbe avuto la possibilità di intervenire sul testo.
La notizia ci ha colto alla sprovvista. Eravamo increduli, ma, nonostante tutto, fiduciosi. Ed io di fiducia e pazienza ne ho avuta sempre in abbondanza. In molti nel Movimento, e non solo, siamo andati nel panico. La scadenza della Legge di Bilancio è per noi parlamentari un’occasione unica nell’anno per portare a casa qualche obiettivo – sempre di interesse generale – su cui si possiede una speciale sensibilità, come primo firmatario (ammesso che uno ci riesca), essendo l’unica alternativa alla presentazione di Proposte di Legge (ne vengono calendarizzate molto poche, se non pochissime) o alla presentazione di emendamenti ai Decreti Legge (sempre più numerosi) in sede di conversione”.

Da qui l’amarezza di Angiola ed il suo avviso al M5S: “Non poterne discutere alla Camera è per me un fallimento totale. Io devo e voglio fare le mie battaglie, sui temi su cui possiedo una speciale sensibilità, e le voglio vincere. Per questo ho accettato l’offerta di candidarmi e l’ho fatto con entusiasmo. Il Movimento 5 Stelle ha certamente tratto beneficio dalle candidature provenienti dalla società civile e addensatesi nei collegi uninominali, senza le quali mai e poi mai avrebbe catalizzato l’attenzione dell’elettorato moderato, i cui voti sono stati determinanti.

Lo dico ora e spero sia chiaro: se non mi viene data la possibilità di svolgere al meglio il mio mandato elettorale, me ne torno all’università. C’è il mondo fuori dal Parlamento!”. 

 

 

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