Politica

Covid-19, le minoranze: “Responsabili nell’emergenza”

minoranze con linda

Che fine hanno fatto i cinque Consiglieri comunali di minoranza?

Se lo sono chiesti tanti lettori e noi abbiamo girato la domanda, chiedendo anche qualche giudizio in merito alla gestione dell’emergenza da parte dell’Amministrazione Di Medio, a Teodoro Santorsola, Linda Catucci, Davide Del Re, Amedeo Venezia e Rocco Lapadula nonchè al Consigliere regionale Ignazio Zullo. 

 

Dall’inizio della pandemia che ha coinvolto anche il nostro paese, solo una volta avete fatto sentire la vostra voce, fra l’altro per criticare una richiesta all’Amministrazione comunale da parte del Pd. Perché questa scelta?

Vogliamo fare una premessa: in considerazione di questa immane tragedia sanitaria ed economica abbiamo voluto assumere un comportamento responsabile al fine di contribuire a tenere alto il senso di comunità senza entrare nelle polemiche ed evitando di fare a gara nel chi è più bravo nell’ annunciare proposte appetibili per la gente che da mesi, ormai, convive con tale terribile emergenza (sanitaria ed economica). Una precisa scelta, quindi, pur avendo, senza clamore, offerto la nostra totale disponibilità a collaborare con l’Amministrazione attraverso due note indirizzate al Sindaco.

A proposito, il Pd ha poi avuto ragione: la Di Medio ha rinviato tutte le tasse locali. Non ci avevate visto giusto?

Ci permetta un’analisi diversa e ci spiace che Lei non l’abbia colta. Il nostro Comune non ha sospeso il pagamento dei tributi da pagare nel corso del 2020, ma ha sospeso nel periodo 8 marzo-31 maggio le attività di cui alla Legge 122/2010 finalizzate al recupero dell’evasione di tributi e contributi perché così previsto dal Governo per l’emergenza COVID. Non si discuteva il merito della proposta, ma il metodo che abbiamo considerato inopportuno. Per noi quella proposta, pur utile, non poteva essere accolta dal Comune ed infatti lo stesso Sindaco l’ha rigettata. I Comuni oggi hanno la necessità di agire in un contesto di concertazione tra Governo-ANCI, UPI, Regioni. Ne è prova che il Sindaco De Caro, nella veste di Presidente nazionale ANCI, è entrato in un out-out con il Governo affermando: “Stimiamo in circa 5 miliardi di euro il calo delle entrate, soldi che servono per garantire servizi essenziali come la raccolta rifiuti“. Era, ci sia consentito dirlo, proprio quello che paventavamo noi e, cioè, che all’emergenza sanitaria ed economica potesse associarsi un’emergenza rifiuti. Ma Le diciamo di più: notizie di stampa parlano di un provvedimento che il Governo assumerà lunedì 20 aprile per sancire che i tributi devono essere pagati alle scadenze stabilite e non ci sarà alcuna penalizzazione per chi pagherà in ritardo. Questo per dirle che certe decisioni non spettano ai Comuni, ma gli Enti Locali attuano le disposizioni del Governo.

Qual è il vostro giudizio su ciò che il Comune ha fatto per contenere questa emergenza?

Non è questione di giudizi e di pagelle da dare. È bene che si sappia che tutta la gestione dell’emergenza è stata accentrata nello mani dello Stato e in questa fase i Comuni sono stati spogliati dal potere di azione autonoma mantenendo, però, in capo al Sindaco il potere di autorità di pubblica sicurezza. I Sindaci non sono più Autorità Sanitaria Locale per l’emergenza; per tanto il Comune di Cassano ha fatto quello che tutti i Comuni d’Italia devono fare: osservare le disposizioni dello Stato concertate con l’ANCI nazionale.

Avreste fatto qualcosa di più o di diverso rispetto a quanto attuato?

Su questo punto effettivamente avremmo auspicato e voluto un maggiore coinvolgimento della comunità in alcune decisioni e scelte attraverso le rappresentanze sindacali, datoriali, politiche e di patronato. Spieghiamo meglio: avremmo voluto un Sindaco capace di una più puntuale e diffusa comunicazione del susseguirsi degli eventi e magari di una rendicontazione precisa delle attività svolte in questo periodo. Avremmo voluto vedere un Sindaco capace di alzare la voce per chiedere che, presso le nostre tre residenze per anziani, fossero fatti sistematicamente i tamponi per preservare operatori e ospiti. Avremmo voluto vedere un Sindaco, come hanno fatto tanti Sindaci, pretendere una più puntuale comunicazione da parte della Regione sui casi (sia chiaro, in anonimato) che si registrano nel nostro paese ai fini di attuare misure di prevenzione più puntuali a tutela della collettività. Avremmo voluto, in buona sostanza, una informazione alla collettività sistemica e più sincera: non si possono dare informazioni non corrispondenti alla realtà come le dimissioni dell’ultimo ricoverato quando c’è ancora qualcuno tuttora ricoverato; ed ancora, di tamponi eseguiti nelle RSA quando, invece, i tamponi non sono stati fatti in tutte le RSA presenti a Cassano. Sono comunicazioni fuorvianti che potrebbero indurre la gente ad allentare l’osservanza delle misure restrittive. La cosa però che, a nostro avviso, ha più ferito il senso di comunità da parte del Sindaco, è l’aver voluto autonomamente e nel chiuso di una stanza con i suoi consiglieri più vicini, determinare i requisiti per accedere agli aiuti economici che lo Stato e la Regione hanno messo a disposizione. A parte il nostro mancato coinvolgimento, nonostante fin dall’inizio avessimo dato nostra disponibilità piena e avessimo assunto l’impegno a non fare polemiche, ci risulta che anche consiglieri di maggioranza siano stati ignorati e, cosa ancor più grave, è stata l’esclusione del partenariato sociale. Questo, in un momento di emergenza, non va bene perché il senso di comunità deve prevalere sul desiderio del “faccio tutto io”.

Alla ripartenza, quali sono i primi atti a cui l’Amministrazione, a vostro parere, deve prestare la massima attenzione?

Noi crediamo che vadano riviste le priorità di intervento dell’amministrazione comunale. Questa epidemia sta cambiando il volto della povertà che non è più e solo quella che tradizionalmente ci occupa, ma si incrementa con una nuova povertà che fino a qualche mese fa era inimmaginabile. Questo comporta una rivisitazione delle politiche di entrate e di spesa del nostro bilancio, una rivisitazione delle priorità di intervento, una rivisitazione dei regolamenti per la concessione dei contributi, delle agevolazioni, delle esenzioni, una semplificazione delle procedure amministrative e una maggiore efficienza della macchina comunale.

Quali sono, inoltre, le prime attività che la politica locale deve implementare per far pesare il meno possibile la crisi che si prefigura alla cittadinanza?

Le prime attività devono incentrarsi “sullo stare accanto” ai cittadini. Stare accanto attraverso lo snellimento delle procedure burocratiche rendendo efficiente e disponibile la macchina amministrativa, attraverso ogni possibile agevolazione, attraverso la riduzione degli sprechi e delle clientele per poter indirizzare le poche risorse al soddisfacimento di bisogni impellenti dei cittadini, attraverso la riscossione delle penali dovute da ditte inadempienti come più volte abbiamo denunciato a proposito della gestione dei rifiuti per ridurre la tassazione, attraverso il coinvolgimento sussidiario e solidale del volontariato e delle associazioni non profit. Si ha la necessità di una gestione meticolosa della Pubblica Amministrazione.

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *