La voce del paese

La riflessione di un lettore sulla diversità propria e degli altri

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Che cos’è la diversità?                                                                   

Un punto di vista? Una realtà? Oppure qualcosa che oggi,nella società moderna, è in grado di classificarci?

Viviamo in un mondo in cui l’ apparire, conta di più dello stare al mondo. La discriminazione oggi giorno, bazzica le strade, irrompe nelle amicizie, irrompe nel normale,andare dei giorni.

Ormai, la monotonia e l’uguaglianza fanno della società, una marionetta personale, la quale viene manovrata, messa in primo piano, in un piccolo teatrino,per divertire i ciechi.

Con l’avanzare della moda, gli stili così come le menti,vengo sottoposti a continui cambiamenti, facendo di ciò che non è uguale, paura.

L’apparire,è diventato qualcosa di necessario, a tutti, nessuno escluso. L’apparire, fa appunto di noi, marionette. Pantaloni attillati, scarpe rigonfiate e magliette d’ogni timbro e colore, fanno di tutto e tutti un “unicum”, un unico modo di pensare, un unico stile, forse, la capigliatura, ogni tanto, varia.

Il mondo però non è uguale, proprio per questo, talvolta si incappa in persone che “fanno la differenza”.

La “differenza”, una paurosa canaglia, che ogni tanto, compare, d’improvviso, ispirando nella mente degli osservatori un gran numero di domande,un continuo scontrarsi e retrocedere di impulsi,che a contatto con la lingua,sprigionano il loro potere, vomitando,un gran mare di scemenze.

Tutto questo perché?

Perché l’attuale società, cammina con i paraocchi, mostrandosi per quella che è, niente.

Viviamo in un paese democratico,in cui si può esprimere il proprio pensiero, il vestire influenza, come il nostro essere, la nostra mente, quindi il nostro pensiero. Talvolta, può capitare di imbattersi,per puro caso, in persone, che, disgustate, dalla moda attuale, preferiscono cambiare alcuni particolari nel loro guardaroba, forse per distinguersi, o semplicemente per puro, gusto personale.

L’estetica ormai, è vita dei giorni odierni, ma il divertimento, lo si incontra, nelle facce incantate, di chi nota la persona diversa, lo si incontro quando si fa a gara, per essere il primo, ad indicare quel soggetto,cadendo nel ridicolo,quando,  aguzzando nomignoli idioti,nessuno ride,se non le “bestie da macello”che circondano il giullare di corte.

E questo cosa comporta? Ovviamente, niente.

Lo scherzo, il riso, sono abbondanti sulla bocca dei ciechi, i quali, marrani, muoiono ogni giorno, nella loro costante ascesa, nell’ ignoranza, la quale non è fondata, solo sulla poca considerazione,che normalmente si dà alla lettura e ai libri, ma si fonda, sull’incomprensione, sul non voler  comprendere ciò che ci circonda, perché siamo accecati, dal nostro bramare,dal nostro costante cercare, cose,infondate.

Siamo, forse, tutti uguali, sotto un certo punto di vista, ma sotto altri punti,siamo completamente diversi. Perché oggi come oggi, un semplice cambio d’abito può notevolmente influenzare ogni singola azione che viene svolta, qualsiasi azione, semplice come anche, andare a prendere un caffè al bar.

Quando ci si veste e comporta in modo differente,dalle normali,fugaci, gesta di tutti i giorni si rischia di incappare nella “fama”, la quale comporta la costante,mutilante sensazione dell’essere osservato.

Costantemente osservato, in ogni gesto,in ogni movimento,in ogni cambio di colore o modello d’abito, questo nuovamente perché? Perché siamo ciechi. Perché ci rifiutiamo di comprendere.

A questo punto, chi è realmente diverso?

 

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