Attualità

Drammatica situazione al Piano di Zona

Ambito Territoriale 5 Asl

 

Sempre più caotica la situazione al Piano Sociale di Zona, l’insieme dei Comuni – fra cui quello di Cassano delle Murge – che garantisce i servizi assistenziali e sociali al territorio. Un caos che rischia di travolgere le fasce più deboli, indifese e bisognose della popolazione del PUA n. 5.

Il Comune di Grumo Appula, che funge da capofila, non riesce a sbrogliare la matassa delle assunzioni delle Assistenti sociali chiamate “a contratto” utilizzando il cosiddetto “fondo povertà” i cui effetti si sono conclusi il 30 giugno scorso. Queste operatrici, infatti, sono essenziali per garantire ai singoli Comuni la continuità nella predisposizione dell’erogazione dei servizi di contrasto alla povertà perché il personale addetto è assolutamente sottodimensionato rispetto alle necessità e dunque le Assistenti sociali riuscivano in parte a colmare quelle lacune.

A Cassano, ad esempio, c’è una sola Assistente sociale coadiuvata da un impiegata che deve sopperire ad una serie infinita di incombenze, dentro e fuori dal Comune e spesso l’erogazione dei servizi, la presentazione di progetti, il reperimento di risorse che potrebbero essere utili alla collettività, arranca proprio per la carenza di personale.

La situazione sembrava essersi sbloccata nei giorni scorsi, con la proroga dei contratti delle Assistenti sociali ma – almeno per il nostro Comune – così non è stato perché l’Ufficio di Piano pare abbia obiettato sulla corretta modalità della applicazione del contratto: l’Amministrazione comunale grumese, già in dissesto finanziario acclarato dall’ottobre 2020, teme che le Assistenti sociali possano ricadere nella spesa per il personale del Comune capofila, che non potrebbe sopportarla e chiede alle singole Amministrazione di farsene carico loro. Un tira-e-molla che nei giorni scorsi ha coinvolto anche i sindacati, allarmati sia per la mancanza di chiarezza nelle disposizioni dei Comuni che per il futuro del Piano di Zona n. 5, mai brillato per trasparenza ed efficienza ma oggi ancor di più a rischio nell’erogare i servizi.

Di fronte, invece, ci sono intere fette di popolazione che ha estremo bisogno, piegata anche dall’emergenza Covid-19 cui a stento si è riusciti a far fronte, tamponando qui e là le emergenze.

Una situazione, però, non più sostenibile.

Si pensi, ad esempio, ai servizi a favore delle donne vittime di violenza. L’avv. Raffaelle Casamassima, Presidente di “No more-difesa donna”, l’associazione cassanese che sul nostro territorio si occupa del primo ascolto nei casi di maltrattamento e violenza sulle donne, è molto preoccupata: “Si rischia, se si continua così, che le strutture che offrivano assistenza e tutela non  possano più garantire i servizi minimi dato che il PUA non  eroga più i fondi necessari al mantenimento di questa rete di assistenza”, nonostante, aggiungiamo noi, i casi di violenza domestica siano aumentati durante i periodi di “chiusura totale” dovuta alla pandemia”

Ma rischiano anche tanti altri servizi a favore dei minori, dell’assistenza agli anziani, per i più bisognosi.

Una burocrazia che ancora una volta sembra essere non più al servizio del cittadino e dei suoi bisogni ma a perpetuare, fine a se stessa, posizioni di rendita e di potere.

 

 

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