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Che Festa Patronale sia: sobria, accogliente, sincera

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Ci sarà quest’anno la Festa Patronale dedicata alla Madonna degli Angeli, la “festa grann” come amano chiamarla i cassanesi?

Qualche dubbio è emerso dopo la diffusione del bollettino parrocchiale domenicale curato da don Francesco Gramegna, il “15/8” dello scorso 20 marzo nel quale il Parroco della Chiesa Madre fa presente una serie di criticità del tempo presente, da non sottovalutare.

Non si mette in discussione la festa, né le processioni: i primi a desiderare la festa sono il comitato e il sottoscritto – scrive don Francesco – Desidero, insieme con i membri del comitato, ascoltare la comunità ecclesiale e cittadina perché “oggi, in questo mese” si devono stipulare i contratti: occorre decidere! Non nascondo la difficoltà: mentre si vuole preparare una festa bella e coinvolgente (ne hanno bisogno tutti), dall’altra parte si teme di essere poco coerenti, evangelici e sintonizzati con la storia. Riflettiamo con la consapevolezza che non ci sarà una scelta che metta d’accordo tutti: non è un referendum, vorrebbe essere un esercizio di discernimento per individuare il bene possibile e giusto! Lancio la pietra senza nascondere la mano: sappiamo assumere le responsabilità! Il comitato ha tuttavia bisogno di un conforto e di una semplice indicazione, anche di intenti, per proseguire la preparazione, stipulando i contratti”.

Tre sono le questioni, a nostro parere, che vanno prese in considerazione: l’aspetto economico; la festa calata nella storia odierna; l’essenza stessa dell’essere comunità cittadina.

L’aspetto economico.

Preventivi alla mano, è lo stesso don Francesco che spiega come la Festa dell’1-2-3-4 agosto 2022 dovrebbe costare non meno di 45mila euro, comprendendo le luminarie nel centro del paese, tre bande (due esterne più quella cassanese) e fuochi o giochi pirici. Salvo imprevisti e qualche altra piccola spesa che potrebbe essere necessaria dato che non si organizza la Festa Patronale da due anni.

Si tratta, dunque, di trovare circa 25mila euro: nella cassa del Comitato Festa ci sono 9mila euro ed il Comune di Cassano contribuirà con i consueti 11mila euro già messi a Bilancio.

Buon senso e calcolatrice alla mano, significa che se ognuna delle circa 4 mila famiglia che compongono la popolazione cassanese offrisse poco più di 6 euro, la somma sarebbe già pronta. E’ vero, non tutti sono pronti a dare un’offerta: chi non può, chi non gliene frega niente (scusate l’anglesismo!), chi ha mille ragioni per tirarsi indietro. Dimezziamo il numero delle famiglie e aumentiamo l’offerta: 2 mila famiglie che offrono 12 euro e 50 centesimi. Davvero non se ne trovano? Non vogliamo pensarlo! Perché se così fosse, metteremmo davvero in dubbio su che cosa ci stiamo a fare in questo paese!

Una cifra, quindi, raggiungibile e non sono state ancora considerate le imprese, le attività commerciali e artigianali quasi tutte e quasi sempre generose per la “festa grann”, oltre ai “forestieri” che in quei giorni affollano le strade e le piazze di Cassano lasciando sicuramente diverse centinaia di euro.

La festa calata nella storia odierna.

A poche migliaia di km. da noi si fa la guerra e noi pensiamo a fare la Festa Patronale? Non crediamo di sbagliare di molto nel sospettare che queste ramanzine moraleggianti le si fa solo nei confronti delle feste dei santi e delle Madonne. Pronti, magari, a seguire in tv lo show più divertente o a farsi quattro risate con le imbecillità che i social ci propongono ogni secondo o in pizzeria, al campionato di karaoke.

Dal 2011 c’è una sanguinosa guerra in Siria che ha fatto finora centinaia di migliaia di vittime, con oltre 400mila siriani cristiani costretti a scappare, da profughi. In Afghanistan l’occupazione occidentale, americana in particolare, ha provocato oltre 1 milione di morti in venti anni di guerra, dal 2001 all’altro ieri.

Due casi – ma potremmo citarne almeno altri dieci – che certo non hanno provocato a nessun nostro concittadino qualche mal di pancia, dicendo che “la festa non si deve fare perché c’è la guerra”, una Festa che non si è fermata neppure durante le Guerre Mondiali che pure toccavano da vicino, da molto vicino le nostre popolazioni.

Ovviamente sarà compito del clero e dei religiosi nonché del Comitato Festa, vigilare affinché vi sia sobrietà nei festeggiamenti e nelle manifestazioni, facendo diventare la Festa di agosto l’ennesima dimostrazione della tradizionale accoglienza di cui i cassanesi sono capaci, anche verso un popolo che soffre, come quello ucraino.

L’essenza stessa dell’essere comunità cittadina.

Inascoltati, seppure apprezzati nell’analisi, ripetiamo da anni che i fili che legavano questa comunità sono quasi tutti e da tempo spezzati e che occorre ricucirli se vogliamo ambire ad un futuro cittadino che non sia solo quello, pronosticato dalla indimenticata prof.sa Leddomade, di pure “monadi”: atomi spirituali che Leibniz preconizzava e che noi cassanesi spesso vediamo (anzi: non vediamo) per quelli che sono diventati “non-luoghi” del nostro centro abitato.

La Festa Patronale, per questi motivi, è uno degli ormai pochi, pochissimi momenti identitari della comunità cassanese, dove presente e passato, vecchie e nuove generazioni trovano un punto in comune.

Chi vuole annullare questa Festa vuole il male di Cassano, dei suoi abitanti e del suo futuro. Vuole annullare quel poco che c’è rimasto e che dovremmo gelosamente custodire per tramandarlo.

Che Festa sia, dunque: sobria, accogliente, sincera e con lo sguardo lungo di chi non si ferma a piangere sulle macerie quotidiane ma ambisce a orizzonti più vasti.

 

 

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