Cronaca

Assalti ai portavalori: residente a Cassano fra gli arrestati

Immagine-1667471128316.jpg--due gruppi criminali si sfidano per controllare terreni della bat con estorsioni  furti  animali uccisi  17 arresti

Originario di Bitonto ma residente a Cassano delle Murge: è uno dei vertici di una presunta organizzazione criminale, con base principale nel Foggiano, dedita alle rapine ai furgoni portavalori in Puglia e in altre regioni italiane: residente in uno dei borghi extraurbani di Cassano, si chiama Vincenzo Mundo, classe 1970, pluripregiudicato.

In manette sono finite altre 17 persone.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Foggia in collaborazione con le Squadre Mobili di Bari e del capoluogo dauno e la Polizia Stradale, sono state avviate a seguito di un assalto a un furgone portavalori messo a segno nel luglio 2020 alla periferia di Cerignola. Al gruppo sono contestati vari colpi messi a segno: tra questi due rapine rispettivamente ad agosto 2020, ad un porta valori, sull’autostrada A14 tra gli svincoli Cerignola Est e Canosa di Puglia, e a settembre 2020 sulla Ss 268 vicino Angri (Salerno) ad un autotraportatore. Contestate anche due tentate rapine, sempre a tir, avvenute a Zapponeta (Foggia) ad ottobre 2020 e a Silavengo (Novara) a marzo 2021.

Mundo è ritenuto assieme al cerignolano Giuseppe Bruno “in posizione di leadership” del gruppo. Dall’inchiesta è emerso che le azioni del gruppo criminale state organizzate secondo un articolato schema operativo “marcatamente paramilitare”: gli assalti, pianificati nei minimi dettagli, avrebbero visto la partecipazione di almeno 10 persone, ognuno con ruoli definiti. L’esecuzione sarebbe avvenuta attraverso autovetture, mezzi pesanti e mezzi d’opera provento di furti, consumati da fiancheggiatori dell’associazione.

Nel corso delle azioni criminose, inoltre, sarebbero state utilizzate armi di vario calibro, selezionate a seconda dell’obiettivo da colpire, tra le quali si rilevano armi da guerra del tipo kalashnikov.

I colpi, spiegano gli inquirenti, stati caratterizzati da una particolare violenza e spregiudicatezza, esponendo ad un rischio elevato tutte le vittime dirette e le persone presenti sul “teatro dell’azione”.

Prima di ogni assalto, secondo gli inquirenti, il gruppo avrebbe compiuto sopralluoghi e monitoraggi dei transiti dei veicoli da assaltare, preparando la scena del crimine già alcune ore prima, attraverso taglio o smontaggio di porzioni di guardrail, collocando lungo la strada catene e bidoni con chiodi, frapponendo auto e veicoli rubati anche durante l’assalto ad alcuni viaggiatori. In alcuni casi i mezzi sarebbero stati dati alle fiamme per ostacolare o ritardare la reazione delle Forze dell’Ordine. I malviventi avrebbero anche adoperato disturbatori di frequenza ad ampio raggio per impedire le comunicazioni tra le forze di polizia e non solo. 

Dalle indagini, inoltre, vi sarebbero alcuni collegamenti con altre rapine messe a segno a un portavalori sull’A1 a Lodi nel dicembre 2021, a un altro furgone simile sull’A16 tra Cerignola e Canosa nel maggio 2015, nonchè una tentata ad un altro mezzo Ivri in corso Roma a Cerignola nel maggio 2017, davanti ad una banca.

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