La voce del paese

ASSESSORI GRATIS IN SPAGNA: E SE IN ITALIA…

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“Cos’è la cosa che funziona peggio in Spagna? L’ambasciata italiana.”

Semplice battuta satirica? Tutt’altro. Si tratta di un tipico detto della nota città dello stato iberico, considerata inoltre la meno spagnola tra tutte: Barcellona.

Questa dunque l’opinione della collega Italia membra dell’UE, in questo stato democratico.

Come dare torto alla Regione della magnifica penisola?

Noi italiani abbiamo spesso convenzionalmente etichettato quest’affascinante vicina di casa, come nazione più arretrata della nostra ed è su tale affermazione che i Malavoglia si sono proposti d’indagare.

Incipit del da farsi, una cena avvenuta tra un ragazzo componente del gruppo ed un assessore spagnolo.

A detta di quest’ultimo infatti, ogni funzionario di provincia svolge la propria specifica mansione per puro e spontaneo senso civico. Non percepisce stipendio alcuno e talvolta, come nel caso dell’esempio in questione, finanzia autonomamente i propri spostamenti se sceglie di prestare servizio in paesi differenti dal proprio. Ogni iniziativa inoltre, è dunque sovvenzionata dagli stessi.

Interrogativo che maggiormente preme, è come considerare tale Stato meno all’avanguardia, se in grado di sviluppare tale coscienza nella cittadinanza.

Consapevoli della differenza tra i due popoli infatti, sorge spontaneo il voler considerare la Spagna come esempio piuttosto, per poter trarne benefici ai fini pratici: così facendo infatti, ogni assessore svilupperebbe maggiore sensibilità e cura del proprio paese facendo valere le gratifiche dei cittadini più del proprio salario.

Quanti impiegati per il comune otterremmo nelle cittadine italiane se la nostra nazione adottasse un modello simile a quello della monarchia costituzionale spagnola?

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