“GIOVANIDEE”: PERCHE’ IL LICEO NON RICORDA LE FOIBE?
La storia non si può nascondere, né fermare!
Nonostante le diverse iniziative in tutt’Italia, se ne parla ancora poco.
C’è ancora molto da fare per ricordare degnamente una terribile tragedia italiana della metà degli anni quaranta: le foibe. Basti pensare che ci sono insegnanti che non le conoscono, se non “ per sentito dire” o peggio ne sbagliano l’accento leggendo e pronunciando “Foìbe!”. Ma per fortuna, il grande ed instancabile lavoro dei nostri fratelli italiani del Friuli Venezia Giulia, delle varie associazioni di parenti e sopravvissuti delle foibe che per anni hanno combattuto affinché il popolo italiano conoscesse la tragedia del popolo istriano dalmata, comincia a produrre i frutti della conoscenza.
Con la Legge n. 92 del 30 marzo 2004, il Parlamento italiano ha istituito il 10 febbraio quale Giorno del ricordo; l’art. 1 recita “… al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, […] sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende…
E qui cominciano le dolenti note; basti pensare che la Regione Puglia dedica un mese intero per celebrare e mantenere viva la “memoria” della shoah, terribile tragedia del popolo ebraico, con una lunga serie di iniziative nelle scuole, nei teatri, nei cinema, con forum, dibattiti e viaggi pagati per portare gli studenti nel luogo simbolo della tragedia Hitleriana: Auschwitz. Le scuole e tutte (o quasi) le pubbliche amministrazioni a loro volta organizzano incontri, dibattiti, lavori teatrali per il giorno della memoria (27 gennaio). Tutto giusto e condivisibile, per carità!
Ma spontanea e naturale ci chiediamo: perché non si fa lo stesso per le foibe? La tragedia delle Foibe, invece, nonostante una Legge dello Stato espressamente inviti tutte le istituzioni a celebrare degnamente il 10 febbraio, incontra enormi e indicibili ostacoli.
Basta guardarsi intorno e vedere come, anche quest’anno, il Liceo di Cassano, al pari di molte altre scuole del circondario, sia muto e sordo alle grida di dolore degli italiani infoibati che meritano rispetto e riconoscimento per le torture e persecuzioni subite con l’aggravante di un oblio durato per oltre cinquant’anni; silenzio frutto di un vergognoso accordo fra i governanti degli anni cinquanta di Italia, Jugoslavia e altri paesi europei. Una voluta dimenticanza che sembra essere ancora vergognosamente attuale quando proprio le Istituzioni di ogni ordine e grado, rimangono indifferenti persino alle parole del Capo delle Stato Napolitano che, da uomo di sinistra, ha apertamente dichiarato che non è più il tempo di nascondere la verità. Neanche l’onestà intellettuale di Napolitano serve a far aprire occhi e orecchie per Governatori, Presidenti, Sindaci e amministratori? E presidi ed insegnanti ancora indifferenti, fino a quando potranno accampare la scusa che “quest’anno è ormai tardi, non facciamo in tempo ad inserire giorni” (ma ne basterebbe solo uno!) dedicati alla Storia delle Foibe?
Fortunatamente sono sempre più numerosi gli italiani che ricordano, nonostante i ricercati oblii di “intellettuali fortemente di parte” forse impauriti da verità dure e negative. Arriverà il tempo anche per chi oggi fa finta di non sapere o peggio manipola la Storia, che non si può più nascondere nè fermare.
Adesso molti ricordano!