BULLISMO, I DATI DELLA RICERCA SU CASSANO
Bullismo? No, grazie. Sintetizzando al massimo, sembra questo il giudizio che i ragazzi della scuola media e del liceo di Cassano danno sul fenomeno. Che per la prima volta nel nostro paese viene indagato e scandagliato in modo sistematico nell’ambito di un progetto comprensoriale (che coinvolge cinque scuole tra Santeramo, Acquaviva, Bari) affidato alla Cooperativa CRISI.
Ad un campione di ragazzi cassanesi sono stati distribuiti alcuni questionari con una serie di domande: lo studio delle risposte ha fatto emergere interessanti indicazioni, (leggi documento sotto).
“L’analisi delle frequenze totali – dice la ricerca – rivela uno scenario decisamente positivo, nel quale fortunatamente una percentuale piuttosto bassa di ragazzi dichiara di aver subito, nell’ultimo periodo, prepotenze da parte di altri ragazzi. Più dell’80% dei ragazzi delle scuole medie superiori ha dichiarato, infatti, di non aver subito prepotenze nello stesso periodo”.
Il problema, dunque, è la Scuola Media.
Dice infatti la ricerca: “dall’incrocio dei dati relativi ai vari istituti scolastici, oggetto di indagine, emerge la maggiore frequenza di episodi di prepotenze all’interno delle scuole medie di primo grado piuttosto che nell’ambito degli istituti superiori. L’80,43% dei ragazzi intervistati, frequentanti istituti superiori, dichiara come già detto di non aver mai subito prepotenze, contro solo il 54,15% dei ragazzi appartenenti alle scuole medie. Nello specifico, le prepotenze subite hanno riguardato, per il 24,9% dei ragazzi delle scuole medie, offese di vario tipo, differenti rispetto “a brutti nomi sul colore della pelle”, dato considerevole se confrontato con quello emerso dalle interviste all’interno delle scuole superiori (6,6%). Nell’ambito delle scuole medie, l’11,35% dichiara di essere stato colpito fisicamente, il 5,45% di essere stato minacciato, il 4,5% di essere stato isolato dai compagni, il 10,55% di essere stato vittima di storie non vere sul proprio conto, il 7,5% di aver subito furti di cose personali. I dati risultanti dalle scuole medie inferiori sono di gran lunga maggiori rispetto agli stessi emersi all’interno dei vari istituti di scuola media superiore considerati, contribuendo a configurare una chiara predominanza del contesto in cui il fenomeno delle prepotenze tra ragazzi ha sede”.
E’ interessante notare, poi, che tali prepotenze si concretizzano in classe e nei riguardi di ragazzi appartenenti al gruppo classe. Le prepotenze vengono con maggiore frequenza esercitate da un solo ragazzo, prevalentemente di sesso maschile. Rari risultano infatti gli episodi di prepotenza ad opera di una ragazza.
L’atteggiamento degli insegnanti di fronte alle prepotenze esercitate da alcuni ragazzi appare agli studenti intervistati in maniera un po’ contrastante: per gli studenti di scuola media quasi sempre gli insegnanti intervengono in senso positivo nel tentativo di far cessare le prepotenze, per la maggior parte degli studenti di scuola superiore, gli insegnanti intervengono solo qualche volta (31,13%), spesso mai.
I ragazzi, inoltre, non parlano, né delle violenze subite da vittime, né tantomeno di quelle provocate da prepotenti “tanto che – annotano i ricercatori – vi è da chiedersi se c’è qualcuno ad ascoltarli”. Infatti Solo il 4,66% ha affermato di averne parlato con qualche insegnante mentre il 25,4% di essi che non ha mai affrontato il discorso con i propri familiari. Anche da parte degli insegnanti e delle famiglie si registra un po’di reticenza nel dialogare con i ragazzi che manifestano atteggiamenti di prepotenza nei confronti dei loro compagni di classe, in ogni caso si registra una maggiore propensione al confronto con i ragazzi della scuola media di primo grado.