Economia

Alla “Natuzzi” di Laterza gli operai incrociano le braccia

protesta Natuzzi

 

Lo avevano annunciato. Si sarebbero fermati per protestare contro il trasferimento della produzione dei complementi d’arredo alla Martella. Ieri (martedì ndR) è toccato ai soli complementi, lasciando lavorare il taglio pelli.

Questa mattina è l’intero stabilimento di Laterza a essere fermo.

Sin da ieri gli operai hanno dato vita al blocco delle entrate ai mezzi pesanti, cosa che è proseguita anche stamattina, in cui sono rimasto fuori tutti i lavoratori, eccezion fatta per un’operaia che è risuscita ad eludere il blocco entrando in azienda, facendo siì che un intero capannone fosse a sua completa disposizione con dispendio di corrente elettrica e nulla da fare.
Nel pomeriggio di ieri è arrivato all’ingresso dell’opificio anche il candidato sindaco del centro-destra Giovanni Riviello, accorso a portare la sua solidarietà ai lavoratori. All’appello dei politici, ad oggi, mancano gli altri candidati alle amministrative: D’Ambrosio, Lassandro, Digregorio e Zeverino. Davanti ai cancelli questa mattina era presente anche Rita Acito, RSU a Ginosa e protagonista di uno scambio a tre di comunicati tra lei, il candidato D’ambrosio e le altre RSU.

La situazione è in continuo mutamento e ieri è stato il primo giorno di blocco.

La notte trascorsa ha visto gli operai organizzarsi per il presidio notturno con legna da ardere e per riscaldarsi, vino per sollevare il morale, e carne da cuocere alla brace perché, come sostenevano gli operai di un tempo, il padrone non si può affrontarlo a pancia vuota.
Questa mattina, a parte l’unica operaia entrata, nessun altro ha varcato la soglia. C’erano alcune colleghe che sono state bloccate e sono rimaste in auto per proteggersi dal forte vento che fa ballare le bandiere e che taglia la faccia. Oltre Giove Pluvio, ci si è messo anche Eolo.
Mentre fuori ci si è organizzati per il presidio con i gazebo per riparare le attrezzature elettriche e un tavolo sul quale erano esposte focacce e biscotti per i manifestanti, all’interno dello stabilimento era stata chiamata in assemblea una delegazione di RSU per un incontro con i vertici aziendali, del quale ne dà annuncio Sergio Gatti, il quale si dice fermamente convinto dell’azione degli operai. In sede di colloquio, l’azienda ha mandato come interlocutore il responsabile della sicurezza, tanto che- come racconta Gatti- ha dovuto chiedere chi fosse. A quel punto Gatti ha chiesto di parlare con il responsabile della produzione. I lavoratori sarebbero stati disponibili a rimuovere i blocchi se si fosse presentato un responsabile della produzione. Se manca la correttezza nei rapporti a livello sindacale e sociale, lo sciopero sarà ad oltranza. A quel punto il delegato dell’azienda ha detto che le RSU avrebbero minacciato chiunque volesse entrare, consigliando di non entrare. Quando all’interno hanno capito che i lavoratori stavano scioperando, hanno chiamato i responsabili per avere delucidazioni. Le RSU chiedono che l’azienda mandi a colloquio chi si occupa della produzione, altrimenti salta il dialogo.

Mino Paulicelli, coordinatore FENEAL UIL per Taranto, Bari e Matera: << I lavoratori sono tutti in CIG a ore zero e a rotazione. La mobilità non è ancora stata aperta e in virtù dei nuovi programmi aziendali chi era in CIG a rotazione dovrebbe andare a ore zero, in contraddizione aperta all’accordo siglato in Confindustria a Bari che non prevedeva altri esuberi. Le maestranze di Laterza non sono ricomprese nello stabilimento della Martella, dove gli operai che sono lì continueranno a fare il loro lavoro. Il problema è che adesso i complementi arrivano già montati e sono venduti direttamente al cliente finale. Questa è la cosa che ci preoccupa di più, perché questo passaggio che salta, già dichiarato da Natuzzi circa 3 anni fa, che nell’ultimo accordo aveva scongiurato, anzi si era riparlato di un rientro di lavoro dalla Romania. Però in corso d’opera, con l’aggravarsi della crisi, e con i costi di produzione alti in Italia, non se n’è fatto più niente. Oggi abbiamo un problema molto importante, altrimenti lo sciopero sarebbe stato scongiurato, con le relazioni del direttore del personale e gli ingegneri di produzione. Il potere forte oggi lo gestiscono gli ingegneri di produzione perché l’accordo siglato a Roma prevedeva che nessuno sarebbe andato a zero ore. Mezz’ora dopo, tornati in azienda, il direttore del personale e gli ingegnari hanno cominciato ad avere contraddizioni sull’accordo. Le contraddizioni nascono perché in azienda esistono due binari. Uno è quello delle relazioni industriali e l’altro è quello delle relazioni del personale. Quando i due binari s’incrociano, vanno in conflitto e noi operai non sappiamo con chi confrontarci. Se con l’ingegner Clemente, direttore di Laterza, o con il dott. Dell’Acqua, perché ogni volta noi ci vediamo smentiti gli accordi. Questa difficoltà è esplosa con questo sciopero, che dovrebbe essere il primo, perché su Matera e su Taranto non si vive un momento migliore, perché stanno vivendo le nostre stesse situazioni. Abbiamo un presidente che si dice legato al territorio, che dovrebbe spingere per l’accordo di programma per ricollocare gli esuberi. Oggi abbiamo bloccato il taglio pelli, che è il primo passo per la realizzazione del divano. Se fermiamo questo stabilimento, la merce non può uscire e di conseguenza anche Jesce 2 e Ginosa si dovrebbero fermare. Anche il capannone di logistica di Matera, non avendo più merce da spedire, rimarrebbe fermo. Da qui parte tutta la “rivolta” degli operai della Natuzzi Spa>>.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *