Attualità

Rifiuti: riciclaggio non è utopia. Colummella scettico

seminario sui rifiuti 15 11 2012

“Cassano sta facendo da apripista nel Sud Italia per quel che riguarda la raccolta differenziata secondo nuovi modelli, grazie all’uso di trasponder sulle buste e Gps per i mezzi di raccolta”.

L’ing. Attilio Tornavacca, Direttore Generale della Esper (la società torinese che ha progettato il nuovo sistema di raccolta e smaltimento rifiuti nel nostro paese) è convinto della bontà del sistema che tra qualche mese comincerà a funzionare e paragona la nostra realtà con, ad esempio, alcuni quartieri di Napoli dove la Esper ha progettato la raccolta differenziata schizzata, in un mese, dallo 0 al 70%, sorprendendo anche gli stessi progettisti.

Insomma, pare esserci speranza anche per la nostra Cassano che con un miserrimo 4% di differenziata è tra i paesi meno virtuosi della Provincia di Bari.

Questa e altre vicende sono state affrontate ieri sera nel corso del seminario su “Servizi Pubblici Locali: la raccolta dell’umido” organizzato presso la sala Consiliare dall’ATO Bari 4 e dal Comune di Cassano. A fare da padroni di casa il sindaco Maria Pia Di Medio e l’Assessore all’Ambiente, Carmelo Briano che hanno spiegato come la complessa macchina che deve assicurare la raccolta, lo smaltimento ma soprattutto il recupero/riutilizzo/riciclaggio dei rifiuti sul nostro territorio può raggiungere risultati ragguardevoli con la spinta dell’ente-Comune e la forte collaborazione dei cittadini. “E’ finito il tempo – ha detto il sindaco – di gettare tutto e indiscriminatamente – perché è un lusso che non possiamo più permetterci”. E la parte dei rifiuti che maggiormente va recuperata è quella dell’umido, la più “pesante” e la più difficile da gestire per tutta una serie di problemi. Attraverso i compostaggio domestico, quello di prossimità o la biostabilizzazione – hanno spiegato gli esperti – si può recuperare fino al 100% della frazione organica dei rifiuti ovvero scarti di cibo, sfogliatura, ecc.

Su questo fronte – ha detto il segretario dell’ex Ato Bari 4 (ora trasformato in ARO: Ambito di Raccolta Ottimale), Francesco d’Amoreil nostro Consorzio ha investito molto con l’acquisto di mezzi, di compostatori domestici ma il problema è che ad oggi mancano gli impianti e dunque il ciclo non si chiude perché spesso i Comuni raccolgono l’umido e non sanno dove portarlo; d’altra parte gli imprenditori investono poco o nulla data la incertezza delle norme, delle disposizioni, delle leggi che regolamentano il settore e che spingono a non investire perché c’è il rischio di fallire qualche mese dopo”.

In parte d’accordo con questa visione anche Giovanni Campobasso, Dirigente del Settore Rifiuti e Bonifiche alla Regione Puglia, secondo il quale “pubblico e privato devono sempre più collaborare su questo settore poiché si va verso gestioni miste della problematica ovvero società controllate dal pubblico in collaborazione con la mano privata”. Questo non solo per quel che riguarda la raccolta ma anche lo smaltimento e la stessa gestione del rifiuto. Basta, cioè, nel pensare che al pubblico tocchi pulire le città mentre al privato spetta (con immensi guadagni, anche nel recente passato) gestire quel che si è raccolto, traendone profitto.

Campobasso, poi, concordando con d’Amore ha affermato che la visione campanilistica della raccolta e smaltimento rifiuti è e deve restare un ricordo del passato: non si può pensare al singolo paese ma occorre pensare in modo globale al territorio e dunque la funzione degli ARO è essenziale per migliorare la raccolta, abbattere i costi e offrire un servizio valido ed efficiente.

Sulla necessità che l’ambiente venga sempre più salvaguardato per le prossime generazioni, si sono soffermati sia Giovanni Barchetti (“assessore all’ambiente della moribonda Provincia di Bari” si è definito) che Francesco Palmirotta, Presidente del Centro di Educazione Ambientale “Solinio” di Cassano.

Complessa e ricca di dati, poi, la relazione del Direttore della Esper che ha evidenziato i vantaggi e le possibilità della raccolta differenziata dell’umido. “Occorre puntare a rifiuti-zero “ – ha detto Tornavacca – “il che non significa che dall’oggi al domani non si producono più rifiuti: sarebbe impossibile; ma significa che il Comune si impegna ad azioni continue e mirate per la riduzione sempre maggiore dei rifiuti”. Perché in Austria, ad esempio, si arriva al 92% di raccolta differenziata di cui il 70% è umido? I motivi sono tanti ma non ce n’è uno che noi italiani non possiamo non adottare.

Uno di questi è il costo altissimo del conferimento in discarica o negli inceneritori: nel paese alpino costa tantissimo portare i rifiuti a bruciare ed ecco perché tutti riciclano; oppure la tariffazione puntuale: pago tanto quanto conferisco e dunque chiunque è incentivato a non buttare se non strettamente necessario; ancora: regolarità, efficienza e controllo nella raccolta poiché chi non lo fa venga richiamato e alla fine multato in modo che non ci siano i furbetti all’italiana.

Insomma, i sistemi ci sono e si possono attuare: tra qualche mese, come ha detto Briano, vedremo come Cassano risponderà a queste sollecitazioni nella speranza che lo scetticismo dimostrato dal patron della Tradeco, Dante Colummella (foto sotto) presente in sala, non prenda il sopravvento: “La realtà dei rifiuti – avrebbe detto ad una giornalista che lo intervistava – è esattamente il contrario di tutto quello che questi esperti stanno dicendo stasera”.


colummella

 

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