Ex “Isola Ecologica”: niente finanziamento regionale
Prima si chiamava “Isola Ecologica” poi il nome è stato cambiato in “Centro Comunale di Raccolta”. Ma la sostanza non cambia: da oltre 10 anni è lì, su via Mellitto, poco prima dell’ex Preventorio, perennemente chiusa.
Ed ora il suo completamento e l’apertura al pubblico sono a rischio dato che il Comune di Cassano ha perso la possibilità di accedere ad un finanziamento regionale per renderla fruibile.
Il Commissario dell’Autorità di Gestione dell’Ambito Territoriale Ottimale (ATO) Bari/4, infatti, ha escluso il Comune di Cassano dal finanziamento di 1 milione di euro disposto dalla Regione Puglia nell’ottobre 2009 e dal relativo progetto per il rilancio dell’ex Isola Ecologica in “Centro Comunale di Raccolta” (CCR) dei rifiuti solidi urbani poiché “la quota di cofinanziamento (del Comune) non risultava a Bilancio”, scrive il Commissario in una Determina pubblicata nei giorni scorsi. Una parte dell’investimento per i 6 centri CCR (oltre a Cassano, Gravina, Grumo e due ad Altamura) era, infatti, a carico dei Comuni ma dopo numerosi solleciti, l’ATO ha intimato alla nostra amministrazione di chiarire la vicenda: i soldi ce li volete mettere o no, per questo progetto?
Il Comune ha risposto negativamente e dunque l’ATO ha escluso l’ex Isola di via Mellitto dai progetti finanziabili poichè i ritardi del comune cassanese mettevano a rischio il finanziamento per le altre amministrazioni.
Il problema che potrebbe ripercuotersi sul nuovo Progetto Comunale di Raccolta e Smaltimento Rifiuti Solidi Urbani che proprio in questi giorni è partito con il servizio del “porta-a-porta” nel settore 1.
Il CCR di via Mellitto, infatti, è uno snodo importante dell’intero progetto costruito dalla società torinese “Esper” e realizzato dall’ATI “Tradeco-Murgia Servizi Ecologici”. Al momento, infatti, il Centro Raccolta Rifiuti è situato nel piazzale interno della società cassanese dei fratelli Guglielmo ma si tratta di un sito temporaneo e comunque privato, pur essendo stato messo a disposizione del Comune.
Al contrario del CCR di via Mellitto che in tutto e per tutto è opera pubblica e doveva essere gestito dal personale dell’ATI ed aperto sia di mattina che al pomeriggio. CCR che avrebbe dovuto entrare in funzione anni fa: nel 2004, per la precisione, in occasione della concessione del servizio di appalto dei rifiuti da parte del Comune di Cassano all’ATI “Tradeco-Murgia Servizi Ecologici”, la società che gestisce in paese la raccolta dei rifiuti. Ma dopo quasi dieci anni è ancora là, piccolo monumento allo spreco, alla inefficienza e alla disorganizzazione. L’Isola Ecologica del Comune di Cassano sorge su un terreno di proprietà comunale poco prima dell’ex Preventorio, grande poco meno di mille metri quadri; avrebbe dovuto essere il luogo in cui – in maniera differenziata – i cittadini cassanesi potevano andare a depositare i rifiuti da riciclare, dalla carta alla plastica, dal vetro alle pile e così via.
Fra l’altro nel vecchio Capitolato d’Appalto fra Comune e ATI era prevista anche una somma di 5mila euro da mettere a disposizione dei cittadini sotto forma di “premi e incentivi” per coloro che portavano i rifiuti presso l’Isola.
Nei fatti, invece, l’Isola ecologica non è mai partita e affoga, anzi, nei rifiuti.
La mancata vigilanza, infatti, fa sì che ognuno si senta libero di lasciare dinanzi alla recinzione ogni tipo di immondizia e quando il mucchio diventa grande e grosso, magari gli si da fuoco.
Dalla fine del 2008 l’Isola è nella disponibilità dell’ATI: la gestione fu ceduta da parte del Comune sotto l’amministrazione Gentile; ma nei fatti è il Comune stesso che finora ha reso inutilizzabile l’area a causa di una serie di errori (non si sa se di progettazione, realizzazione o altro) che impediscono l’utilizzo.
Ultimo, in ordine di tempo, lo spostamento di un cavo Enel dell’alta tensione che passava proprio sopra l’Isola, rendendo impossibile per i mezzi lo spostamento dei materiali.
Ma prima di questo impedimento c’era stato bisogno di dotare l’area di un sistema di smaltimento delle acque piovane per cui furono spesi, nel 2007, 20mila euro. Prima ancora fu necessario uno studio geologico su tali acque che portò via soldi (altri 600 euro) e molto tempo. E così via fino a risalire ai primi anni di questo secolo.
Ad oggi, chi conosce l’Isola sono solo gli operai della ditta di smaltimento, costretti quasi ogni settimana ad andare a rimuovere rifiuti e ingombri di ogni tipo dinanzi al cancello dell’Isola.