Sciopero alla “Natuzzi” di Laterza: sale la tensione
Sale la tensione fra i lavoratori dello stabilimento della “Natuzzi” di Laterza, tra cui si trovano una trentina di cassanesi.
In sciopero da ieri e dopo il nulla di fatto dell’incontro di questa notte con la dirigenza dell’industria del salotto, questa mattina gli operai sono tornati a presidiare lo stabilimento e in segno di protesta stanno bloccando le strade attorno alla fabbrica.
Pattuglie della Polizia Municipale e dei Carabinieri sono sul posto per cercare di tenere comunque la situazione sotto controllo così come stanno facendo i responsbili dele sigle sindacali e delle Rappresentanze di base.
La situazione, tuttavia, resta complessa e preoccupante: i dipendenti dello stabilimento di Laterza – ma a breve la situazione potrebbe coinvolgere anche le altre fabbriche del Gruppo – protestano contro una suddivisione del lavoro non equilibrata e senza valide prospettive che penalizza i lavoratori a causa delle poche risposte e della scarsa chiarezza della situazione.
“La decisione – spiega in una nota la Fillea Cgil di Taranto – è stata assunta perchè di fronte alla profonda crisi che investe il settore e questa fabbrica in particolare, purtroppo l’azienda continua a pensare di poter fare da sola e confeziona atti unilaterali e non condivisi con segreterie ed Rsu persino sul calendario del lavoro che riguarda tutti i dipendenti”.
La protesta è scattata dubito dopo la consegna da parte della dirigenza Natuzzi di un piano di giornate lavorative che, secondo la Fillea, “di fatto riducono del 50% la presenza in fabbrica dei dipendenti. In questo momento particolare la Natuzzi a fronte degli esuberi che annuncia sempre più cospicui – continua Stasi – dovrebbe invece cercare di sedare lo sconforto che regna tra i suoi dipendenti provando anche a mettere in atto un intervento di equità e giustizia nei confronti di tutti”.
Secondo il sindacato 2ci sono lavoratori che continuano ad essere impegnati a tempo pieno e altri invece in cassa integrazione e soggetti ad una rotazione del 25%, come dire che lavorano una settimana su quattro. Ed è proprio a questi che il nuovo orario di lavoro indicato da Natuzzi rischia di arrecare il danno maggiore, lasciandoli a casa ancora di più”.