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Piano Regionale dei Rifiuti: Lettera Aperta di Zullo

zullo

 

Lettera aperta del presidente del gruppo PdL in Consiglio regionale, Ignazio Zullo, ai sindaci dei Comuni pugliesi relativa alla discussione sul Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani (Prgru).

“Caro Sindaco,
in questi giorni in Regione siamo impegnati nella discussione di due pianificazioni di rilievo strategico per la nostra Puglia in campo ambientale e paesaggistico dalle quali ricadono riflessi sullo sviluppo eco-compatibile e sulla tassazione dei cittadini.
Mi riferisco al Piano paesaggistico (Pptr) e al Piano rifiuti. Per ciò che concerne il Pptr la nostra posizione è chiara e a Te comunicata nelle scorse settimane, e mira a sensibilizzare la Giunta Vendola alla revoca del Piano, alla sua rivisitazione in co-pianificazione con i Comuni e con l’ausilio degli Ordini delle professioni tecniche, e alla conseguente ri-adozione.
Mi preme qui, con questa mia missiva rendere nota la posizione del Gruppo PdL sul Piano Rifiuti, con preghiera di ottenere cenni di riscontro anche critici che comunque ci aiuteranno a migliorare la nostra azione politica.
Come Tu saprai, nel Febbraio 2007 in Consiglio Regionale si è consumato un confronto sul tema dei rifiuti su una scelta operativa di fondo: continuare nell’attuazione del Piano Fitto, incentrato sul recupero di energia dalla termovalorizzazione dei rifiuti con ritorni per il cittadini in termini di teleriscaldamento e di riduzione del costo della bolletta energetica o, come nell’idea del Presidente Vendola, smantellare il Piano Fitto e puntare sul recupero delle materie seconde, attraverso la raccolta differenziata spinta fino a raggiungere, nelle intenzioni del Presidente Vendola e dell’allora assessore Losappio, obbiettivi del 65% in un triennio.
I risultati che i nostri giorni ci consegnano sono fallimentari con una raccolta differenziata ferma al 20% e la tassazione dei cittadini sempre più aggravata per i più alti costi che la raccolta differenziata comporta per maggior impiego di manodopera, e per i non significativi ritorni né in termini di vantaggi energetici, né in termini di detassazione, né in termini ambientali, considerato che in questi anni è continuato il dominio delle discariche (sistema di smaltimento da considerarsi superato) e dei signori delle discariche. Il tutto all’interno di una campagna comunicativa ipocrita e demagogica, incentrata, come nella pratica vendoliana, su uno slogan “rifiuti zero”.
Non ho riportato il vissuto per nostalgia del passato! Ne parlo perché insieme possiamo prendere lezione dal passato, per informare il nostro comportamento alla migliore proposizione costruttiva sul Piano dei Rifiuti.
Ovviamente, il Gruppo PdL non si sognerà certo di fare una battaglia per ritornare al Piano Fitto, ma proporrà spunti di riflessione e emendamenti che qui di seguito elencherò per ottenere anche suggermenti:
– il tema della sensibilizzazione alla minore produzione dei rifiuti: nel Piano non sono delineati concretamente modalità e interventi finalizzati. Noi riteniamo che nel Piano occorra inserire una norma che impegni la Regione ad attribuire un punteggio premiante nella valutazione di tutte quelle istanze di accesso a contributi regionali, rivenienti anche da risorse comunitarie, per tutti coloro che dimostrano di adottare processi produttivi e commerciali che favoriscono la minore produzione dei rifiuti.

– il tema della sufficienza degli impianti di selezione: il Piano prevede l’attivazione di ulteriori impianti di selezione anche attraverso l’investimento di risorse pubbliche in esubero rispetto alla copertura del fabbisogno. Infatti, gli impianti esistenti sono di per sé per potenzialità produttiva di gran lunga sufficienti rispetto alle quantità di rifiuti prodotti in Puglia. Sovrabbondare in impianti di selezione significherebbe aprire le porte all’arrivo di rifiuti da altre Regioni e creare il mercato della selezione delle materie seconde. Mercato che dobbiamo evitare, attraverso il calcolo di una tariffa che deve essere uniforme per tutti i Comuni e assoggettata nel tempo all’indice Istat per rendere certi i bilanci e trasparenti i rapporti con i cittadini nell’imposizione della tassa rifiuti. Noi proporremo alla Giunta Vendola l’adozione di un processo che parte dalla valutazione del fabbisogno di impiantistica per tipologia e che la realizzazione di eventuali nuovi impanti sia assoggettata ad una valutazione dell’utilità dell’impianto a farsi in rapporto al fabbisogno allo scopo di indirizzare le risorse pubbliche non alla proliferazione di impianti dello stesso tipo ma alla realizzazione di impianti necessari alla chiusura del ciclo dei rifiuti che deve garantire il risultato che il Presidente Vendola propaganda con lo slogan “zero rifiuti”. Mi riferisco per esempio agli impianti di compostaggio e di produzione del CSS. Il CSS, come saprai, è il prodotto elaborato dal trattamento dei rifiuti che non è più assoggettato al regime tecnico-giuridico-normativo dei rifiuti, in quanto considerato combustibile ed assoggettato al regime tecnico-giuridico normativo dei combustibili utilizzabili nei processi industriali. Se, come il Piano prevede soprattutto con gli emendamenti apportati in Commissione Ambiente, riserva al CSS un impiego residuale e limitato in Puglia, è evidente che la filosofia rifiuti zero non regge e la mancata trasformazione dei rifiuti indifferenziati in CSS manterrà in vita il sistema delle discariche

– il tema del riutilizzo, riuso e reimpiego delle materie recuperate e trasformate: il Piano non accenna analiticamente in ordine alle misure previste allo scopo, né in termini di politiche di sensibilizzazione e di incentivazione, né in termini di azioni concrete sui processi produttivi che potrebbero reimpiegare materie seconde. Per rendere l’idea, a titolo esemplificativo, noi del Gruppo PDL, partendo dal presupposto che con la raccolta differenziata aumenterà la raccolta di umido da trasformare in compost, ci chiediamo cosa prevede il Piano per l’impiego del compost perché non vorremmo che la tutta la tassazione dei cittadini venga vanificata con accumuli di materie (compost o altro) che se non reimpiegato diverrebbe un rifiuto. Crediamo nella necessità di implementare il vuoto di pianificazione presente nel Piano con emendamenti che si incentrino su politiche  di sensibilizzazione e di incentivazione al riutilizzo.

– il tema delle discariche: se la stella polare è “rifiuti zero”, perché mantenere in vita le discariche (sistema di smaltimento ormai superato anche normativamente) e perché continuare a prevedere la discarica “Grottelline” a Spinazzola che guarda caso, in un confronto con il PPTR di recente adottato dalla Giunta Vendola, non è più vincolata come zona a dispetto di tante parti di centri abitati vincolati a pascolo? Nutriamo il sospetto con spirito andreottiano che forse ci azzecchiamo! Rifiuti zero? Zero discariche.

– il tema dell’incenerimento: Vendola (contrastato dal suo Capogruppo Losappio che non ammette alcuna attività di incenerimento dei rifiuti) ammette la possibilità di incenerimento residuale e limitato solo in alcuni impianti industriali (es. Colacem o Cementir). Tutti però fanno finta di non sapere che la parte delle materie seconde acquisite dai consorzi dei recuperatori a livello nazionale, non reimpiegata viene avviata all’incenerimento e alla termovalorizzazione. Qui sovviene il valore che noi diamo alla salute e alla vita. Se per la maggioranza che sostiene il Presidente Vendola, la termovalorizzazione è di nocumento alla salute e alla vita umana, il valore salute e vita devono essere salvaguardati in Puglia come in altro contesto territoriale. 

– il tema delle bonifiche: il tema delle bonifiche, della riqualificazione e della messa in sicurezza delle aree contaminate non è affrontato nel Piano. La tutela della salute e dell’Ambiente è sì legato ad una nuova politica di gestione dei rifiuti urbani ma senza la bonifica e la messa in sicurezza delle aree inquinate il danno alla salute si perpetua. Occorre affrontare gli interventi da imporre ai responsabili dei reati ambientali da assoggettare al principio che chi inquina, paga o da assoggettare all’intervento pubblico per quelle situazioni nelle quali non si individua il responsabile.

– il tema della ATO unico regionale o provinciale: con il Piano, si vorrebbe sovvertire l’organizzazione del sistema che la Regione si è data con la L.R. 24/2012, che ha previsto l’ATO su base provinciale per meglio rendere i servizi vicini ai Sindaci e ai cittadini. Si vorrebbe modificare questa impostazione con una ATO regionale che non ci vede accondiscendenti per il semplice fatto che intravediamo un accentramento delle azioni di indirizzo e di controllo a livello regionale troppo alto e distante dai Comuni.

– il tema della sostenibilità economica: il Piano manca di una valutazione di sostenibilità economica che si rifletterà sui Comuni attraverso la partecipazione alla spesa, per tassazione o per tariffazione, a carico dei cittadini in un sempre più complicato rapporto contribuenti-amministrazioni locali. Noi chiediamo che una valutazione in termini di fattibilità e di sostenibilità economico-finanziaria del Piano con la ricaduta sulle tasche dei cittadini in termini di efficienza, efficacia, economicità e qualità dei risultati debba considerarsi indispensabile ed ineludibile.

Di tutte queste considerazioni, sulle quali Ti chiediamo di fornirci qualsiasi osservazione utile allo scopo, ci faremo carico nella discussione di merito in Consiglio regionale nella speranza di averTi  idealmente al nostro fianco, perché anche la Tua voce risulterà utile a realizzare il meglio per la Puglia e per i pugliesi”.

 

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