L’ex “Villaggio del Fanciullo” rischia la confisca
La Fondazione “S. Maugeri” patteggia e mette a disposizione della Procura di Milano (per poter essere confiscato) l’ex “Villaggio del Fanciullo” di Cassano, fiore all’occhiello del compianto don Battista Armienti.
Ammontano, infatti, a diciassette milioni di euro, di cui un milione a titolo di pena pecuniaria e altri 16 in immobili, i termini del patteggiamento concordato tra la Procura di Milano e la Fondazione.
L’Istituto di Pavia è indagato in base alla legge sulla responsabilità amministrativa nell’inchiesta milanese a carico, tra gli altri, dell’ex governatore lombardo Roberto Formigoni.
La richiesta di patteggiamento è stato presentata dai Pubblici Ministeri Laura Pedio, Gaetano Ruta ed Antonio Pastore al Giudice delle Indagini Preliminari che dovrà dare il suo assenso.
Secondo la procura i 16 milioni di euro in immobili coincidono con parte del profitto dei reati di associazione per delinquere e di corruzione di cui rispondono gli ex dirigenti e i consulenti del gruppo ospedaliero, tra i quali l’ex direttore amministrativo Costantino Passerino e Umberto Maugeri.
Anche loro, così come altri indagati stanno concordando i patteggiamenti. Intanto i pm, forse entro la fine del mese, dovrebbero inviare al Gup la richiesta di rinvio a giudizio per coloro che hanno scelto il rito ordinario, tra cui lo stesso Formigoni.
Nell’accordo sul patteggiamento, secondo indiscrezioni, avrebbe pesato in senso positivo la linea imprenditoriale adottata, negli ultimi mesi, dalla fondazione Maugeri. Un gruppo dirigente che ha marcato una netta discontinuità con il passato avrebbe contribuito a rendere meno pesante la pena.
L’elenco degli immobili che l’ente ha messo a disposizione per il patteggiamento comprende proprietà dislocate in tutta Italia: a Pavia, Genova, Cremona e a Cassano dove la Fondazione è proprietaria del “Villaggio del Fanciullo”, struttura nata negli anni ’60 dalla creatività solidale di don Battista Armienti, per decenni Arciprete nel nostro paese.
Se la Procura dovesse accettare i termini del patteggiamento, il “Villaggio del Fanciullo” rischierebbe una ingloriosa fine.
La struttura, infatti, fu donata da don Battista, alla sua morte (novembre alla Fondazione che ha Cassano ha una delle sue sedi, affinché ne facesse un luogo di cura – non solo fisica – per i bambini, le creature a cui il prete cassanese era più legato.
Ma quel progetto non decollò mai e ora una delle più lungimiranti opere sociali del territorio ospita la Stazione del Corpo Forestale dello Stato dopo che anche un asilo privato che aveva sede in quei locali è stato fatto sgomberare per carenze strutturali.
Se giocata bene, dalle persone giuste (con sale in zucca e senza smanie di protagonismo!), però, la brutta notizia del rischio confisca per il “Villaggio del Fanciullo” potrebbe essere una opportunità per la comunità cassanese.
Quella, cioè, di tornare in possesso della struttura per fini pubblici.
Se la Procura, infatti, dovesse accettare l’offerta della Fondazione e incamerare nei beni dello Stato l’ex Villaggio, il Comune di Cassano potrebbe farsi avanti per chiedere di diventarne proprietario.
Con una destinazione pubblica dell’immobile che potrebbe dare una svolta storica al paese: su quell’immobile, infatti, c’è da anni un progetto pensato da un gruppo di lungimiranti ex giovani cassanesi, mai realizzato per la cattiva volontà dei tanti amministratori pubblici e di cui, recentemente, si è fatto nuovo promotore l’artista cassanese Angelo Cortese.
Ottenere l’immobile, riadattarlo grazie ai numerosi finanziamenti che ci sono in giro (Regionali, statali) e destinarlo al progetto, potrebbe riscattare la grave offesa che si sta facendo alla memoria di don Battista Armienti.