La voce del paese

“Villaggio”: amarezza, dispiacere, proposte…e c’è polemica

angelo cortese

Dopo quella già pubblicata, ho pensato e ripensato a scrivere questa lettera dato che l’argomento “Villaggio del Fanciullo” è diventato “rovente” in paese e non volevo gettare altra benzina sul fuoco, ma poiché è così importante scongiurare una grave ferita a Cassano e recuperare la preziosa struttura realizzata con passione e solidarietà dal compianto Don Battista, ho deciso di rischiare.

Il sostegno mi viene anche dalla lettera accorata dell’amica Angela Armienti (che mi trova d’accordo e disponibile per la proposta di costituire un comitato o , eventualmente, di sottoscrivere una petizione cittadina) e dalla lettera “propositiva” e giustamente stizzita dell’amico Lorenzo Fiore (che ringrazio per la generosa stima che ha espresso nei miei confronti e che ritrovo, per caso dopo molti anni, a condividere considerazioni sulle pagine dei web dopo aver condiviso con lui anche un lontano banco di scuola che ospitò e spiò i nostri sogni e capricci di fanciulli… ).

Il titolo di questa lettera è esplicativo del vortice di sentimenti che sono nati nella nostra comunità alla notizia dell’avvenuta confisca alla Maugeri dell’immobile “Villaggio del Fanciullo”. La seconda espressione, “e c’è polemica”, è usata molto in paese per descrivere ciò che accade regolarmente in tante occasioni (soprattutto adesso che si avvicina il voto delle amministrative). Il cassanese, me compreso, ama particolarmente il capannello di piazza, in cui discutere e “fare polemica” (molto bonaria per verità) su molte questioni. Non è certamente il desiderio di creare malumore fine a sé stesso ma un modo, a volte, per animare le giornate uggiose di Cassano in discussioni che poi con il tempo si esauriscono da sole, nel momento in cui si passa ad un altro avvenimento. Mentre sui social network, oltre la consueta polemica, esce fuori ancora di più la vena creativa, divertente, ironica, pungente e godereccia del cassanese: un vero spasso! E anche vero che abbiamo evidenti dimostrazioni che le nostre italiche Amministrazioni sono imprevedibili e ciò che esprime la “piazza” non è detto che sia apprezzato dagli amministratori pubblici.

     In merito alle dichiarazioni pubblicate relative alla vicenda “Villaggio del Fanciullo”, vorrei precisare che da parte mia si è trattato di un proposito assolutamente costruttivo. Mi dispiace che qualcuno abbia letto, interpretato e strumentalizzato le mie dichiarazioni (anche quelle degli amici Brunelli, Fiore, Armienti e Santorsola) senza rendersi conto dello spirito collaborativo con il quale sono state fatte. Io sono per il dialogo e il confronto, e così come accetto e tengo in considerazione le polemiche e critiche costruttive, alla stesso modo credo che non vi siano persone immuni da esse e dagli errori. Sono convinto che tutti dovrebbero interrogarsi sempre sul come si può migliorare per il bene proprio e della collettività. Questo, a mio avviso, dovrebbe anche essere il senso civico con il quale ciascuno di noi dovrebbe vivere qualsiasi cosa che, al pari dell’argomento “Villaggio”, riguarda la nostra città e la sua modernizzazione secondo una concezione di crescita non solo economica. Questo spirito non lo riscontro invece in chi, di fronte ad una critica, risponde con atteggiamenti offensivi o negativi a prescindere che tengono “ingessata” la città. Mi auguro, infine, che tutti coloro che hanno compreso il corretto significato delle mie parole abbiamo il coraggio e la voglia di far sentire la propria voce. “Essere cittadini significa essere partecipativi ed attivi”…come scrivevo nella mia precedente lettera aperta.

     La critica costruttiva, adeguatamente utilizzata, serve per migliorare le prestazioni, relazioni e, in generale, il senso della nostra efficacia. Però deve essere chiaro a tutti che questo non è il momento delle polemiche e, tantomeno, delle denigrazioni reciproche tra noi cittadini e le nostre Amministrazioni, passate e presenti, di Cassano. Questo è al contrario il momento di fare tutto quanto è possibile per costruire uno spirito nuovo di cooperazione e dialogo tra le diverse espressioni della società civile, della cultura, delle associazioni e tra tutti i protagonisti istituzionali se non si vuol essere inconcludenti ma, invece, si vuole cercare di restituire al nostro Comune il prezioso immobile realizzato dalla generosa e meritoria opera di Don Battista Armienti.

     Nel proseguire le mie considerazioni, voglio ricordare che non dobbiamo dimenticarci dell’importanza e del ruolo svolto dai luoghi fisici dove le persone si incontrano per stare insieme, scambiarsi idee e sviluppare valori condivisi. Luoghi di relazione tra persone e tra soggetti sociali, di dialogo, incontro e confronto. Il “Villaggio del Fanciullo”, con la sua estesa e accogliente area, potrebbe essere per Cassano un prezioso “luogo” da ricostruire, un luogo di inclusione e di partecipazione ad un progetto collettivo, popolato da soggetti istituzionali, culturali, sociali, pubblici e privati per contribuire alla promozione di progetti che permettono di costruire concreti “laboratori” di sviluppo locale non solo economico.

     Proponiamo un laboratorio socio-culturale per l’intera città. Pensare a un progetto di un “luogo del cambiamento”, dove creare percorsi innovativi, aprirsi al mondo, tenendo fermo un approccio che fa memoria dei processi attuati in passato, partendo dal senso di appartenenza alla comunità di Cassano, ai suoi territori e alla sua storia, luogo anche per la valorizzazione e lo sviluppo del ruolo dei ragazzi e delle giovani generazioni come ci ricorda l’opera di Don Battista. E’ evidente che gli eventuali soggetti preposti alla gestione dell’immobile devono presentarsi come interlocutori credibili ed affidabili, fuori dai giochi politici e dagli spiriti di parte. Ciò dipende dalla capacità degli stessi, ma anche dagli strumenti di sostegno posti in essere dallo Stato e dai suoi enti istituzionali (Comune, Regione…) al fine di garantire le condizioni di avviamento dell’uso sociale della struttura.

   Cultura, creatività e istruzione saranno le variabili su cui si giocherà il futuro. Facile a dirsi. Ma le città, come l’Italia, ce la faranno solo se il sistema economico, se ancora ci sarà, saprà investire sulla necessità di costruire luoghi e città generatrici di idee e possibilità di manovra progettuale. Ci vuole un sistema economico per far procedere e alimentare culturalmente un luogo. Se quello non c’è, non c’è l’uovo. Anche Cassano ha una concezione che “con la cultura non si mangia”? Perché è quella che davvero rispecchia il sentire diffuso? Io voglio credere di no, e spero che ci saranno progetti che permettano di costruire concreti “laboratori” di sviluppo locale che ragionano nella direzione opposta.

     Per tutti questi fattori, occorre continuare a tenere alta l’attenzione pubblica di Cassano su questo argomento, perché tanti sono i passi da compiere per rendere l’intero processo solido, praticabile e veloce, sia dal punto di vista burocratico che dal punto di vista sociale. Proprio per questo, invito cortesemente la nostra Civica Amministrazione a riferire le proprie cognizioni e propositi sulla vicenda “Villaggio del Fanciullo” con una eventuale conferenza stampa o, meglio, con un pubblico dibattito.

     Comunque riconfermo il mio contributo e sostegno a una qualsivoglia azione di “cittadinanza attiva” per riuscire a produrre un pensiero produttivo di “politica culturale” a Cassano, e, reinventando “luoghi di aggregazione sociale”, riusciremo a rigenerare e attrarre il capitale umano che la nostra città esprime anche con numerose eccellenze. Capitale umano che altrimenti fuggirà.

                                                                                                                                                    Angelo Cortese

 

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