Politica

Vendola a Cassano: Europa, nazionalismi e uguaglianza

vendola e lionetti

La povertà, il progresso, i populismi, l’Europa dell’eterno ritorno dei nazionalismi. Con qualche frecciata a Grillo, Fitto e Berlusconi.

Il lungo discorso cassanese di Nichi Vendola, governatore di Puglia, si è concluso poco fa in piazza Moro: ad applaudirlo, nonostante la pioggia, oltre duecento persone che hanno atteso il leader di SEL per ascoltare il suo appoggio a Vito Lionetti e alla sua “Rinascita”.

E’ stato proprio il candidato sindaco al Comune di Cassano che ha ricordato Vendola come “amico di tante battaglia sindacali per difendere i diritti degli operai dinanzi alle fabbriche della zona industriale di Bari”, una attenzione che non è mai scemata anche quando è diventato capo del governo pugliese “i programmi di “diritti a scuola” ne sono un esempio – ha detto ancora Lionetti – con una azione duplice che metteva assieme l’attenzione agli studenti più deboli e il sostegno a tanti insegnanti precari”.

Una attenzione che invece manca all’amministrazione Di Medio: “mi diceva di recente un sindacalista della Cgil che il Comune di Cassano non si è mai presentato alle cabine di regia sulla crisi del mobile imbottito che ha investito colossi come la Natuzzi” mentre, poco prima, anche Davide Del Re, candidato consigliere, ha messo in guardia dal rischio che l’Amministrazione uscente perda i finanziamenti del Progetto “Lame” (4 milioni di euro) con la improvvida aperture delle buste della ditte concorrenti quando la questione è sotto esame da parte del Tribunale delle Acque.

Ma Vendola non ha per nulla colto il testimone per entrare nell’agone politico locale: ha, anzi, invitato tutti i candidati a “mettere da parte contumelie e offese all’avversario politico, pur nella contesa aspra delle elezioni” ed ha rivolto “un saluto al capo dell’opposizione al governo regionale, Ignazio Zullo che vive in questa città”.

Il discorso del Governatore ha dunque toccato – con un canovaccio che si è sviluppato per oltre mezz’ora – i temi dello sviluppo sociale oggi bloccato in Italia, molto diversa dalla nazione dei decenni scorsi, quando l’ascensore sociale funzionava ed anche i figli degli operai andavano all’Università: “prima si progrediva, ora si ha la percezione di regredire” ha detto Vendola.

La crisi attanaglia tutti e si mangia la classe media e il vero problema è la diseguaglianza. “La sinistra ha il torto – ha detto Vendola – di essersi vergognata della parola eguaglianza che invece è la chiave per combattere la crisi…..perchè quando le dieci persone più ricche d’Italia detengono uguale ricchezza a 500mila famiglie di operai, non c’è altra strada che la redistribuzione di quella ricchezza che si estranea dal lavoro e produce solo soldi”.

Come al Monte dei Paschi di Siena, ricorda Vendola, dove “quella banca giocava d’azzardo coi soldi dei risparmiatori”, fino al crack. Un sistema che ha toccato anche la Puglia “dove il mio predecessore, Raffaele Fitto, diceva che i conti erano a posto, in ordine: certo….aveva sottoscritto due “bond” con la Merryl Linch per centinaia di migliaia di euro che hanno rischiato di gettare la Puglia nel baratro per generazioni, visto che avevano titoli tossici legati al fallimento della Grecia e che la mia amministrazione ha stracciato”. E quando il giudice ha chiesto conto a Palese (all’epoca assessore al Bilancio della Regione, ndr) “quello ha risposto: che ne sapevo io? Sono stati firmati a Londra ed i contratti erano in inglese….”.

Una destra da brivido – l’ha definita Vendola – quella della finanza creativa di Tremonti, delle vacanze dorate di Formigoni, dei servizi sociali di Berlusconi dato che la legge è uguale per tutti, ma non tutti sono uguali dinanzi alla legge visto che chi ruba una mela va in galera e chi evade per centinaia di milioni si fa quattro ore a settimana in una casa di riposo”.

Ma Vendola ne ha anche per Beppe Grillo: “Se ne faccia una ragione – ha detto il leader si SEL –  io continuerò a parlare difficile perché è la cultura che cambia il mondo, non le parolacce, non il veleno che si sputa nelle piazze, non la violenza, non il parlare al basso ventre della gente”. Soffiare sui nazionalismi, spingere le persone ad odiare gli altri popoli, incitare all’odio non può far altro che far sprofondare l’Europa – data anche la crisi economica che stiamo vivendo – agli anni bui del secolo scorso quando negli anni 30 il nazifascismo stese un nero velo sull’Europa;  “oggi in parecchie nazioni del nostro Continente, come l’Ungheria, la Grecia, la Francia, le teste rasate sono al governo e diventano forze politiche di prima grandezza”.

Lancia un allarme, dunque, Vendola: “l’Europa non esiste se è solo una moneta: essa sia culla di pace, faccia del Mediterraneo un incontro di popoli, non un cimitero liquido, sia solidale, reinventi quel welfare per cui una bambina malata di leucemie sia più importante di un bilancio in pareggio”,  dove conta di più risparmiare sugli aerei F35 per aiutare chi non ce la fa.

L’appello finale, comunque, è per Vito Lionetti: “Votatelo”, lancia l’invito Nichi Vendola prima di lasciare il palco di piazza Moro dove ricomincia a piovere.

 

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