“Olio d’artista”: la mostra prorogata fino al 6 gennaio

Ci sono luoghi, come la Pinacoteca Civica di Cassano, che vengono definiti ‘contenitori d’arte’: ma cosa può accadere quando dei contenitori, una lattina o una bottiglia d’olio, diventano arte?
La risposta ce la offre “Olio d’artista”, la nuova collettiva che occuperà gli spazi espositivi di palazzo Miani Perotti fino al prossimo 6 gennaio 2015.
Una mostra interessante, curata da Francesco Sannicandro e Massimo Nardi in collaborazione con la rivista “Enkomion”, che nasce da una semplice ma stimolante idea: dare agli artisti una lattina d’olio e vedere cosa ne viene fuori. Il risultato è stato sorprendente e sorprendentemente variegato, perché gli oltre cento artisti che hanno partecipato sono riusciti, come ha sottolineato il Sindaco Vito Lionetti durante l’inaugurazione della mostra, “a tirare fuori da una semplice lattina d’olio un’anima”.
Meglio ancora, potremmo dire che sono riusciti a tirare fuori molteplici anime, non solo quelle degli artisti ma anche quelle del pubblico che, come ha sostenuto Bianca Tragni, nella grande varietà di stili e di trasformazioni può “trovare la forma adatta alla propria anima, riconoscersi”. Scorrendo gli occhi lungo gli spazi espositivi della pinacoteca si passa dalle opere più materiche di Tosiani, Pitito e Ferrante a quelle ironiche di Sylos Labini e Magistro, che giocano sulle parole e i modi di dire (olivo-cultura e “olio di gomito”) per giungere a quelle più metaforiche dell’”olio fatto a mano” di Cortese e del don Tonino Bello ”oleatore” di De Scisciolo.
Tutta quest’arte e tutte queste metamorfosi che hanno portato un “contenitore” a farsi “contenuto”, a diventare un metaforico e variopinto “olio d’artista”, sono come incorniciate dalle fotografie di Maria Pansini e Francesco Catalano e dall’installazione personale di Beppe Labianca.
I due fotografi con un intenso e corposo bianco e nero rievocano la tradizione ciclica e mitica della raccolta delle olive, mentre Labianca sagoma e dipinge lamiere sulle quali prendono vita, in una sorta di ‘quarto stato’ mnestico ed evanescente, quelle figure contadine che hanno consentito alla tradizione culturale dell’ulivo e dei sui derivati di giungere fino a noi.
Del resto quale elemento più dell’olio potrebbe legarsi alla memoria? Quale più di quell’olio che sa conservare nel tempo e dare sapore, che custodisce le nostre identità, le nostre storie e dà loro valore.
La mostra è aperta al pubblico fino a martedì 6 gennaio 2015 dal lunedì al sabato, ore 9.30 – 12.30 / ore 16.30 – 20.00; la domenica, ore 16.30 – 20.00.