TRUFFA ALLE ASSICURAZIONI: COINVOLTO MEDICO CASSANESE
Per il medico – di cui la Procura della Repubblica di Bari non ha rivelato il nome – gli inquirenti hanno chiesto una misura interdittiva.
Oltre al medico cassanese, sono coinvolte tre persone di Gravina: su ordine di custodia cautelare, emessi dal Gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese, sono finiti agli arresti domiciliari:PASQUALE ARIANI, 53 anni, medico dell’ospedale di Gravina in Puglia; MICHELE CALDERONI, 62 anni, infermiere del Pronto soccorso dell’ospedale di Gravina in Puglia; DOMENICO LAGRECA, 39 anni, praticante avvocato. Tutti di Gravina in Puglia.
Le ordinanze sono state eseguite questa mattina all’alba dai Carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria e da quelli della Stazione di Gravina in Puglia.
Per un odontoiatra e due avvocati di Gravina in Puglia, un medico della Asl di Cassano Murge e un ortopedico dell’ospedale di Altamura è stata richiesta una misura interdittiva della professione. Altri due medici (uno in servizio all’ospedale di Altamura e l’altro al Miulli di Acquaviva delle Fonti) e 33 persone fra conducenti e infortunati sono indagati. Sono tutti residenti a Gravina in Puglia, ad Altamura e a Matera.
Sono tutti accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni di diverse compagnie di assicurazione. A vario titolo anche di fraudolento danneggiamento di beni assicurati e falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale.
Pochi minuti al Pronto Soccorso, una firma su un modulo con il quale si denunciava il sinistro e il gioco era fatto. Almeno 16 i falsi incidenti accertati, in soli due anni (inizi 2006, fine 2008), che avevano fruttato 82.350 euro di indennizzo da parte di diverse agenzie di assicurazione (Ras, Zurich, Nuova Tirrenia, Lloyd Adriatico, Reale Mutua, Milano, Generali e Fondiaria Sai).
La truffa congeniata dal medico Pasquale Ariani, con la collaborazione di collega infermiere, ma soprattutto con la complicità di alcuni avvocati di Gravina in Puglia si basata su falsi referti di pronto soccorso che diagnosticavano patologie insistenti (causate dagli incidenti stradali mai avvenuti) che poi veniva avallati da altri medici compiacenti che, in qualità di consulenti di parte, rilasciavano a loro volta altra documentazione medica falsa.
Oltre 40 i falsi conducenti e infortunati che il dottor Ariani e alcuni avvocati hanno coinvolto nella truffa. Quasi tutti giovani di Gravina in Puglia che avevano qualche difficoltà economica ai quali promettevano poche centinaia di euro (fino a 500mila, solo raramente il risarcimento assicurativo veniva diviso in parti uguali) in cambio di false dichiarazioni. E così la “vittima” dell’incidente si presentava al pronto soccorso quando erano di turno il dottor Ariani e l’infermiere Calderoni – anzi in alcuni episodi era proprio quest’ultimo che forniva anche una sorta di servizio “taxi”, andando a prendere il “ferito” direttamente a casa e lo accompagnava all’ospedale con la propria auto -, il tempo di far firmare un documento (consegnato la sera prima dall’avvocato) che accertava da parte del medico il danno fisico subito dall’incidente e la truffa era compiuta. La documentazione, poi, veniva consegnata al legale che avviava la pratica risarcitoria nei confronti delle assicurazioni. Dopo alcuni mesi i falsi conducenti e infortunati venivano contatti per ritirare il compenso stabilito.
Il “reclutamento” avveniva o direttamente nello studio degli avvocati o al pronto soccorso dell’ospedale di Gravina in Puglia o nello studio privato di fisioterapia del dottor Ariani o, addirittura, in un noto bar della cittadina murgese frequentato solitamente da molti giovani. Era compito, poi, degli avvocati tranquillizzare i falsi conducenti e i falsi infortunati sia sul buon esito dell’operazione, sia sulle possibilità di essere coinvolti inchieste giudiziarie. Bastava non parlare con nessuno, specie con i carabinieri, che a seguito di qualche segnalazione (su mandato della Procura di Bari) avevano cominciato a valutare la veridicità dei tanti incidenti stradali avvenuti tutti in Gravina in Puglia e che vedevano come protagonisti i soliti medici, i soliti avvocati e qualche volta anche le stesse vittime. E sono state proprio alcune di loro che non hanno retto al peso degli interrogatori e hanno confessato di aver preso parte alla truffa.
Ecco alcune “confessioni”:
“Il mio amico C. R. V. mi propose se volevo guadagnare 400 euro e mi disse che se volevo guadagnarli dovevano fare un broccolo. La sera stessa andammo prima dall’avvocato C. L. presso il suo studio e lìl’avvocato ci spiegò le modalità che dovevamo dichiarare. In particolare mi disse che dovevo presentarmi la mattina dopo al pronto soccorso e lasciare un foglio di carta su cui c’erano scritti i miei dati, il tipo di incidente e altro che ora non ricordo e consegnare tutto a un infermiere che sarebbe stato lì presente …”.
“Sì è tutto falso quello che abbiamo dichiarato. Un mio amico I. V. con cui uscivo in comitiva mi propose di inscenare un falso incidente stradale in cui sarei stato vittima. Il tutto sarebbe stato curato dal suo amico avvocato Domenico Lagreca. Io accettai in quanto avevo bisogno di denaro e mi era stato assicurato che nulla mi poteva accadere. Mi recai insieme a I. V. presso lo studio dell’avvocato Lagreca e mi ricordo che il mio amico mi disse che questo avvocato aveva bisogno di ragazzi per inscenare gli incidenti falsi…”.
A quelle dei falsi conducenti e infortunati si sono, poi, aggiunte altre testimonianze, più dirette rese da collaboratori vicini al dottor Ariani e da una parente di un avvocato coinvolto, che hanno permesso agli investigatori di ricostruire l’intero impianto accusatorio della truffa e quindi l’esistenza di un’associazione per delinquere, ma anche la personalità dei protagonisti, considerate persone decisamente scaltre, ma anche spregiudicate pronte a intimorire le “comparse”, dei finti incidenti stradali, anche con minacce verbali.
Infine, l’infermiere Michele Calderoni, negli anni passati, è stato autore di una violenza carnale e atti di libidine violenti.