La voce del paese

Io, genitore di alunni “con lo zaino” dico che…

senza zaino

Da un genitore cassanese (la cui identità è nota a questa Redazione), padre di due bambini, riceviamo e pubblichiamo una riflessione su cosa succede agli alunni che non frequentano la “scuola senza zaino” ovvero i bambini che seguono il metodo tradizionale di insegnamento presso l’Istituto Comprensivo “Perotti-Ruffo”

Una riflessione pacata, seppur severa, che ospitiamo senza necessariamente condividerne il contenuto e che speriamo apra un dibattito – sereno e costruttivo – sulle modalità di accoglienza e didattica all’interno della scuola cassanese, pur nella distinzione sacrosanta dei ruoli e delle competenze di ciascuno.

La Redazione

 

Sono un genitore di due bambini che frequentano la suola elementare (primaria) di via Convento.

Sul sito istituzionale della scuola è stato pubblicato il programma che vedrà avviare il prossimo anno scolastico.

Come ormai noto, da un po’ di anni la scuola ha inserito il programma “scuola senza zaino”, come nuovo metodo di insegnamento e lasciando ai genitori la scelta di iscrivere i propri figli per il metodo tradizionale e il metodo senza zaino. .

E’ sotto gli occhi di tutti che il nuovo metodo è stato fortissimamente voluto e spinto dalla scuola arrivando a far si che un paio di anni fa non si riuscì a costituire una sola classe con il metodo tradizionale.

Per la promozione del metodo “senza zaino” la scuola si è mossa affinché tutto il progetto godesse di ogni “cosa bella” per questo prevista: arredi, aule rifatte, ampie e luminose, materiale didattico speciale etc, chiedendo al fine il contributo economico ai genitori ed anche cercando sponsor alle aziende locali.

Non altrettanto è stato fatto per le classi che ospitano e ospitavano i bambini che seguono il “metodo tradizionale”.

Orbene, senza entrare nel merito riguardo la valutazione della validità del tipo d’insegnamento (che solo il tempo potrà dare), si è avuto modo di osservare che le classi che hanno seguito e seguono il metodo tradizionale, sono state declassificate, lasciando loro le briciole di quello che resta e restava di ciò che non appartiene al “senza zaino”.

Le loro aule sono più piccole, meno luminose e meno curate, i loro arredi sono datati etc…

Quest’anno, ma anche in quelli passati, si è assistito anche un modo diverso di accogliere i bambini che iniziano il loro percorso scolastico: i bambini che frequentano il “senza zaino” fanno le feste, le manifestazioni di accoglimento (fino allo scorso anno anche in piazza con tanto di lancio di palloncini), mentre gli altri quelli “tradizionali” no; entrano in classe (quest’anno anche più tardi perché gli altri festeggiano!!!!) e, fatte le presentazioni iniziano le lezioni!

Passi che il sito istituzionale della scuola pubblichi le foto delle aule migliori (bisogna vendere il prodotto!!!); ed anche qui esiste diversità tra un plesso scolastico e l’altro, ma almeno l’inizio scolastico sia uguale per tutti!

Perché la diversità di trattamento finanche sull’accoglienza? Qual è il motivo? I bambini non sono uguali? Non hanno gli stessi diritti? Non devono avere le stesse dotazioni? Cosa centra il metodo d’insegnamento ed apprendimento con il resto del mondo scuola? Perché i bambini “tradizionali” devono “subire questa discriminazione?

Si parla di inclusione, di condivisione e tante altre belle parole che dovrebbero avvicinare e non dividere…ma i fatti non sono opposti…

E’ vero, forse, che anche la scuola segue il governo del paese; è vero, forse, che a scuola s’inizia a fare politica… è vero, forse, che s’inizia da piccoli ad essere, a diventare….che peccato!

Cercherò le parole migliori per spiegare la differenza ai miei figli e spero di riuscirci.

Un genitore

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